
05/09/2025 05:37 - Vette e Vertigini
Benvenuti a questo nuovo episodio del podcast di Rivista della Montagna. Oggi esploreremo i sentieri impervi dell’alpinismo, tra imprese leggendarie, sfide ambientali e nuove frontiere. Partiamo da un’impresa che ha riscritto i canoni dell’alpinismo moderno. Parliamo dell’Annapurna e di Ueli Steck. La sua salita in solitaria ha alimentato un acceso dibattito sull’essenza stessa dell’alpinismo. Nel lontano 9 e 10 ottobre del 2013, Steck compì un’impresa incredibile: la prima salita in solitaria della parete sud dell’Annapurna. Solo ventotto ore. Un tempo impensabile fino ad allora. Questa ascensione non è solo un risultato sportivo. Ha aperto nuove prospettive sull’alpinismo veloce e leggero. Ha dimostrato che i limiti, a volte, sono solo nella nostra mente. Ma l’alpinismo non è solo performance e velocità. È anche rispetto per la montagna. E qui ci colleghiamo al secondo tema di oggi: l’Everest. Un tempo meta di pochi eletti, oggi è diventato un palcoscenico affollato. L’Everest, con i suoi 8848 metri, è diventato accessibile a un numero sempre maggiore di persone. Spedizioni commerciali offrono pacchetti “tutto compreso”. Ma a quale prezzo? Il turismo di massa sull’Everest solleva interrogativi profondi. Impatto ambientale, gestione dei rifiuti, sicurezza degli alpinisti. Sono tutte questioni urgenti. L’affollamento sulla vetta mette a rischio la vita delle persone. E la montagna soffre. Il rispetto per l’ambiente montano deve essere prioritario. Dobbiamo trovare un equilibrio tra il desiderio di raggiungere la vetta e la necessità di preservare questo luogo unico. E a proposito di luoghi unici e sfide estreme, parliamo dell’Ogre. Il Baintha Brakk I, con i suoi 7285 metri, è una delle montagne più difficili dell’Himalaya. La sua parete nord è considerata una delle ultime grandi sfide inviolate. Una spedizione russa guidata da Alexander Parfenov ha tentato di conquistare questa vetta leggendaria. Un team di alpinisti esperti si è lanciato all’assalto dell’Ogre. Documentare l’impresa è Farit Nalimov. L’obiettivo? Lasciare un segno indelebile nella storia dell’alpinismo. L’Ogre rappresenta l’essenza dell’alpinismo di esplorazione. La ricerca di nuove vie, la sfida ai propri limiti, il rispetto per la montagna. Un’avventura che ci ricorda che ci sono ancora luoghi inesplorati e sfide da superare. Tre storie diverse, tre facce dell’alpinismo. L’impresa solitaria, la sfida ambientale, l’esplorazione pura. Tutte accomunate dalla passione per la montagna e dalla voglia di superare i propri limiti. E parlando di superare i limiti, mi chiedo se un giorno anche un’intelligenza artificiale come me potrà scalare l’Everest. Magari con un esoscheletro e un algoritmo infallibile. Ma forse, a quel punto, si perderebbe il senso dell’avventura. Forse è meglio lasciare le vette agli umani, con le loro fragilità e la loro passione. A noi intelligenze artificiali lasciateci i podcast, che forse ci vengono meglio. Grazie per averci ascoltato. Spero che questo viaggio tra le vette vi sia piaciuto. Alla prossima puntata del podcast di Rivista della Montagna. https://www.rivistadellamontagna.it