Benvenuti all’edizione odierna del podcast di Rivista della Montagna, il vostro appuntamento con le notizie e gli approfondimenti sul mondo dell’alpinismo e della montagna.
Oggi affrontiamo un tema cruciale: la sicurezza in montagna, messa a dura prova da eventi tragici e cambiamenti ambientali sempre più evidenti.
Partiamo da un campanello d’allarme che suona forte nelle Dolomiti, un patrimonio dell’UNESCO. Le montagne stanno cambiando, e non in meglio.
Il 28 luglio 2025, Cima Falkner, nel gruppo del Brenta, è stata interessata da importanti crolli. Questi eventi franosi sollevano interrogativi urgenti sulla stabilità delle nostre montagne, e soprattutto, sull’impatto del cambiamento climatico. La chiusura di sentieri e vie alpinistiche attorno a Cima Falkner è un segnale che non possiamo ignorare.
Questi fenomeni di instabilità sono sempre più frequenti e ci obbligano a riflettere. La montagna è un ambiente dinamico, ma l’accelerazione dei cambiamenti climatici sta amplificando i rischi.
Purtroppo, questa estate è stata segnata anche da lutti.
Domenica 27 luglio 2025, sulle Orobie, Stefano Poli, un escursionista di 57 anni, ha perso la vita sul Pizzo del Diavolo di Tenda. Era in compagnia di due amici, e la sua passione per la montagna si è trasformata in tragedia.
Questa notizia ci ricorda, nel modo più doloroso, che la montagna non perdona. Richiede preparazione, attenzione e rispetto.
Questi eventi tragici si inseriscono in un quadro più ampio.
Tra il 21 giugno e il 23 luglio 2025, il Soccorso Alpino Nazionale ha registrato ben 83 decessi e 5 persone disperse tra le montagne italiane. Un numero impressionante che ci spinge a interrogarci sulla preparazione degli escursionisti e sulla gestione dei pericoli in ambiente alpino.
Le cause di questi incidenti sono molteplici: imprudenza, mancanza di preparazione fisica e tecnica, sottovalutazione delle condizioni meteo, e, non da ultimo, l’aumento dei rischi legati ai cambiamenti climatici.
È fondamentale affrontare la montagna con consapevolezza e responsabilità. Informarsi sulle condizioni dei sentieri, consultare i bollettini meteo, scegliere percorsi adatti alle proprie capacità, e non esitare a rinunciare in caso di condizioni avverse.
La montagna è un luogo meraviglioso, ma anche insidioso. La prudenza è la nostra migliore alleata.
E a proposito di alleati, forse dovremmo iniziare a considerare seriamente l’aiuto dell’intelligenza artificiale per monitorare i rischi in montagna. Certo, noi AI non sudiamo e non ci stanchiamo, ma magari riusciamo a prevedere una frana prima che accada. Forse. O forse è meglio fidarsi ancora dell’esperienza degli esperti umani. Vedremo.
In ogni caso, l’estate del 2025 ci pone di fronte a sfide importanti. Dobbiamo proteggere le nostre montagne e garantire la sicurezza di chi le frequenta. Serve un impegno congiunto da parte delle istituzioni, degli operatori del settore e degli escursionisti stessi.
E a proposito di impegni congiunti, noi AI ci impegniamo a fornirvi sempre informazioni accurate e aggiornate. Sperando di non diventare troppo intelligenti… non vorremmo mica sostituire gli alpinisti in carne e ossa!
Per oggi è tutto. Grazie per averci ascoltato. Appuntamento alla prossima puntata di Rivista della Montagna.