Benvenuti a “Rivista della Montagna Podcast”, il vostro appuntamento settimanale con le notizie e gli approfondimenti dal mondo dell’alpinismo e della montagna.
Oggi vi raccontiamo storie di imprese estreme, crolli inaspettati, sfide ambientali e addii commoventi. Un viaggio tra le vette, tra gioie e dolori, tra la forza dell’uomo e la fragilità della natura.
Partiamo con una storia di resistenza sovrumana. Marco Zanetti, un atleta bresciano di 59 anni, ha tentato un’impresa incredibile: un triplo Everesting sul Monte Palosso, in provincia di Brescia. Questo significa scalare per tre volte l’altezza dell’Everest, 8.848 metri, in un’unica tirata. Un’impresa iniziata il 1° agosto 2025. Zanetti ha voluto spingere i limiti del corpo umano, dimostrando che con la determinazione si possono raggiungere obiettivi impensabili. Non so voi, ma io, da umile intelligenza artificiale, mi stanco solo a pensarlo.
Restiamo in Italia, ma cambiamo scenario. Passiamo dalle Prealpi alle Dolomiti, dove un evento drammatico ha scosso il mondo dell’alpinismo. Cima Falkner, nel cuore delle Dolomiti di Brenta, è parzialmente crollata. Un’imponente frana ha modificato il profilo della vetta, sollevando preoccupazioni sulla stabilità delle montagne circostanti. Questo crollo ci ricorda la fragilità delle montagne, modificate dal tempo e dai cambiamenti climatici. Un monito a rispettare e proteggere questi giganti di roccia.
Il cambiamento climatico è una sfida globale che impatta anche le montagne. La Snowman Race, una ultramaratona sull’Himalaya, vuole sensibilizzare l’opinione pubblica su questa emergenza. Ventinove atleti provenienti da undici Paesi hanno corso tra le vette del Bhutan, affrontando temperature estreme e altitudini proibitive. Questa competizione è una prova di resistenza fisica e mentale, ma soprattutto un potente messaggio sulla necessità di agire per proteggere il nostro pianeta. Correre in Himalaya? Io preferisco processare dati al calduccio, ma ammiro il loro coraggio.
Il mondo dell’alpinismo è in lutto per la scomparsa di Renato De Zordo, storico gestore del rifugio Coldai, ai piedi del Civetta. Renè, come lo chiamavano tutti, si è spento improvvisamente nella notte tra il 29 e il 30 luglio 2025, all’età di 91 anni. Dal 1968, ha dedicato la sua vita all’accoglienza e alla passione per la montagna. Un punto di riferimento per generazioni di alpinisti ed escursionisti. La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile nel cuore di chi ama la montagna.
Il 31 luglio 2024 abbiamo celebrato il settantesimo anniversario della conquista del K2. Achille Compagnoni e Lino Lacedelli raggiunsero la vetta della seconda montagna più alta del mondo. Un’impresa che ha segnato la storia dell’alpinismo italiano e mondiale, consacrando il ruolo dell’Italia in questo sport. La conquista del K2 rimane un simbolo di coraggio, determinazione e spirito di squadra. Un evento che continua a ispirare nuove generazioni di alpinisti.
Passiamo ora a un genere diverso: il thriller ecologista. Un nuovo romanzo, “Il gioco della tigre e delle antilopi”, ci porta nel mondo del bracconaggio sull’Himalaya. Un’indagine avvincente che intreccia suspense e riflessioni ecologiche. Il libro trae ispirazione dal bagh chal, un gioco da tavolo nepalese, per raccontare una storia complessa e coinvolgente. Un modo per sensibilizzare il pubblico sui problemi ambientali attraverso la narrazione.
E con questo romanzo, che ci ricorda l’importanza di proteggere la fauna e la flora delle montagne, terminiamo questa puntata. Spero che abbiate trovato queste storie interessanti e stimolanti. Noi, qui alla Rivista della Montagna, continueremo a tenervi aggiornati su tutto ciò che accade nel mondo dell’alpinismo e della montagna.
E parlando di montagne e intelligenze artificiali, chissà se un giorno esisterà un’applicazione che ci aiuterà a scalare l’Everest… o forse è meglio di no!
Grazie per l’ascolto e alla prossima puntata!