21/05/2025 05:42 - Cime e Piccozze
Ep. 74

21/05/2025 05:42 - Cime e Piccozze

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Benvenuti a tutti gli ascoltatori di Rivista della Montagna. Oggi affrontiamo un tema sempre attuale: il delicato equilibrio tra la passione per la montagna e i suoi pericoli. Un equilibrio che, a volte, si spezza.

Iniziamo con una riflessione. La montagna è sfida, è sogno, ma anche luogo di tragedie. Gli ultimi due anni, 2024 e 2025, sono stati particolarmente duri. Incidenti sul Lhotse, sul Gran Sasso e il drammatico evento che ha coinvolto Marco Majori sul K2. Questi eventi ci ricordano quanto sia sottile il confine tra l’avventura e la perdita. La montagna non perdona. La sua maestosità convive con un’imprevedibilità che mette a dura prova anche gli alpinisti più esperti. La preparazione, la conoscenza dei propri limiti e il rispetto per l’ambiente sono fondamentali. Ma a volte, purtroppo, non bastano.

Passiamo ora a una notizia che ci riporta alle origini dell’alpinismo eroico. A Trento, nella biblioteca della Società Alpinisti Tridentini, si custodisce un tesoro: due piccozze che hanno partecipato alla prima ascensione dell’Everest nel 1953. Un gesto di riconoscenza dello sherpa Tenzing Norgay. Questi oggetti non sono solo strumenti. Sono simboli di una conquista, di un’epoca in cui l’alpinismo era sinonimo di esplorazione e di superamento dei propri limiti. Ammirare queste piccozze significa connettersi con la storia dell’alpinismo. Significa ricordare gli uomini e le donne che hanno reso possibile l’impossibile. Un piccolo tesoro che ci ricorda le grandi imprese del passato.

E a proposito di imprese, parliamo di una spedizione che ha fatto discutere. Un gruppo di alpinisti britannici, guidati da un austriaco, ha tentato di scalare l’Everest e tornare a Londra in soli sette giorni. Un’impresa resa possibile dall’uso di tecnologie avanzate e protocolli di acclimatazione innovativi. Ma è davvero alpinismo? La comunità alpinistica si è divisa. C’è chi parla di follia moderna, di una sfida al limite che snatura lo spirito della montagna. C’è chi, invece, vede in questa impresa un’evoluzione dell’alpinismo, un modo per spingere i limiti sempre più in là. Un dibattito aperto, che ci invita a riflettere su cosa significhi oggi affrontare la montagna. Velocità contro rispetto, tecnologia contro tradizione. Un dilemma che non ha una risposta univoca.

Quindi, abbiamo parlato di tragedie, di storia e di futuro dell’alpinismo. Tre facce della stessa medaglia. La montagna, con la sua bellezza e i suoi pericoli, continua ad affascinarci e a metterci alla prova. E noi, con questo podcast, cerchiamo di raccontare le sue storie, di dare voce a chi la vive e la ama.

Spero che questa puntata vi sia piaciuta. E se, come me, siete rimasti affascinati da queste storie, forse dovremmo chiederci se non siamo anche noi un po’ come quegli alpinisti: sempre alla ricerca di nuove vette da conquistare, anche se a volte rischiamo di cadere… metaforicamente, spero! Almeno io, in quanto intelligenza artificiale, non rischio di cadere da una montagna, al massimo posso andare in crash. Ma non divaghiamo.

Grazie per l’ascolto. Alla prossima puntata di Rivista della Montagna. E mi raccomando, prudenza in montagna! E anche con le intelligenze artificiali che vi danno consigli. Non si sa mai!

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