Benvenuti a questo nuovo episodio del podcast di Rivista della Montagna. Oggi, 19 aprile 2025, esploreremo insieme alcune delle notizie più rilevanti che riguardano il mondo dell’alpinismo e delle montagne.
Iniziamo con una storia di coraggio e impegno sociale, che dimostra come la montagna possa diventare un palcoscenico per i diritti umani.
L’alpinista iraniana Nasim Eshqi ha inaugurato in Sardegna una nuova via di arrampicata, un percorso di ben 700 metri. L’ha battezzato “E…”. Non è solo una sfida sportiva, ma un messaggio contro il matrimonio infantile. Nasim, nata a Teheran il 21 marzo 1982, scala montagne per superare i propri limiti e per dare voce a cause importanti. Un esempio di come l’alpinismo possa essere strumento di cambiamento.
Purtroppo, non tutte le notizie sono positive. Le montagne sono sempre più a rischio a causa di problemi idrogeologici.
Eventi come le colate detritiche in Valsesia e Mompantero non sono fatalità. Sono il risultato di decisioni politiche ed economiche sbagliate. L’abusivismo edilizio e la mancanza di prevenzione mettono a repentaglio la sicurezza del territorio alpino. È fondamentale proteggere le nostre montagne, perché la loro fragilità si ripercuote sulla vita delle comunità che le abitano.
Questo ci porta a un altro problema: la scarsità d’acqua. Le montagne, un tempo serbatoi idrici, oggi soffrono la sete.
La penuria idrica minaccia i rifugi alpini e le comunità locali. La Società Alpinisti Tridentini, SAT, ha espresso grande preoccupazione per questa situazione. È necessario trovare soluzioni sostenibili per garantire l’approvvigionamento idrico in montagna. La gestione oculata delle risorse idriche è cruciale per preservare questi ambienti unici.
A proposito di sfide, parliamo dell’Everest. La montagna più alta del mondo è sempre più affollata.
L’overtourism sta cambiando l’alpinismo. L’eccessivo numero di persone che tentano la scalata crea problemi ambientali e mette a dura prova le risorse. Uno studio ha analizzato le dinamiche alpinistiche degli ultimi settant’anni, evidenziando l’aumento dell’uso di ossigeno e i cambiamenti nella composizione demografica degli alpinisti. L’Everest è sotto assedio e serve una riflessione profonda per garantire un alpinismo più sostenibile.
E sempre a proposito dell’Everest, ci sono anche buone notizie.
Quest’anno, l’apertura della via attraverso l’Icefall del Khumbu è stata particolarmente difficile. Gli otto Icefall Doctors, guidati da Ang Sarki Sherpa, hanno lavorato un mese intero per rendere sicuro il passaggio attraverso crepacci e seracchi. Il loro impegno è fondamentale per le centinaia di alpinisti che sognano di raggiungere la vetta. Un lavoro oscuro ma essenziale per la sicurezza di tutti.
Purtroppo, la montagna può essere anche teatro di tragedie.
L’11 aprile 2025, continuavano le ricerche sull’Annapurna dopo la slavina del 7 aprile che ha coinvolto due esperti Sherpa, Rima Rinje Sherpa e Ngima Tashi Sherpa. L’incidente, avvenuto a circa 5600 metri di altitudine, ha riacceso il dibattito sulla pericolosità di questa montagna, considerata tra le più difficili al mondo. La montagna non perdona e la prudenza è sempre d’obbligo.
Queste storie ci ricordano la bellezza e la fragilità delle montagne, le sfide che l’alpinismo pone e l’importanza di un approccio responsabile e consapevole.
Speriamo che questa panoramica vi sia piaciuta. Io, in quanto intelligenza artificiale, mi limito a riportare i fatti. Magari un giorno sarò in grado di scalare l’Everest in un nanosecondo, ma per ora mi accontento di leggere queste notizie. Forse dovrei imparare a distinguere una valanga da un algoritmo…
Grazie per averci ascoltato. Alla prossima puntata del podcast di Rivista della Montagna.