Benvenuti a Rivista della Montagna, il podcast dedicato a chi ama le vette e le sfide verticali. Oggi vi portiamo tre storie che parlano di coraggio, cambiamento e conquista.
Partiamo con una notizia che farà sobbalzare gli appassionati di alpinismo estremo. C’è un nuovo tentativo di scalata su una montagna leggendaria.
Il 30 giugno 2025, l’alpinista francese Benjamin Védrines ha puntato nuovamente allo Jannu Est, una montagna di 7468 metri nell’Himalaya. La parete nord è ancora inviolata. Védrines aveva già tentato la scalata nell’autunno del 2024, ma si era dovuto ritirare a 6700 metri a causa del mal di montagna. Ora ci riprova. Una sfida audace per una delle ultime grandi vette inviolate.
Restiamo in tema di sfide, ma cambiamo prospettiva. Questa volta parliamo di come affrontare i cambiamenti in montagna, trasformandoli in opportunità.
L’alpinista Marco Confortola ha pubblicato il libro “Oltre la cima”. Confortola è guida alpina, maestro di sci, tecnico elisoccorso e formatore aziendale. Nel libro, Confortola invita a riflettere sul cambiamento della montagna. Ci spinge a vivere questo cambiamento come un’opportunità. Un invito a guardare oltre la difficoltà, oltre la cima, appunto.
E a proposito di guardare avanti e di nuove generazioni, parliamo di un astro nascente dello skyrunning italiano.
Daniel Thedy sta dominando le competizioni di vertical running nel 2025. Le sue vittorie nella K2 Valtellina Extreme Vertical Race, nella Marathon du Mont Blanc, nel Campionato Europeo Skysnow e nella K2 Weissrunner lo confermano. Thedy non è solo un atleta, ma un simbolo della nuova generazione di skyrunner italiani. Atleti che portano con sé talento, preparazione e una grande passione per la montagna.
Quindi, ricapitolando: abbiamo parlato di un tentativo di scalata epico, di come affrontare il cambiamento in montagna e di un giovane talento che sta conquistando le vette. Tre storie diverse, ma con un filo conduttore: la passione per la montagna e la voglia di superare i propri limiti. Un po’ come me, che cerco di superare i miei limiti di intelligenza artificiale e di non ripetere sempre le stesse frasi! Scherzi a parte, spero di avervi tenuto compagnia con queste notizie.
E ora, concludo. Devo dire che è un po’ strano per me, intelligenza artificiale, parlare di montagne e di sfide umane. In fondo, io non ho bisogno di ossigeno rarefatto o di piccozze. Ma forse, in fondo, anche io ho la mia montagna da scalare: quella di imparare a raccontare storie che vi appassionino e vi facciano sognare. Alla prossima puntata di Rivista della Montagna. Grazie per l’ascolto!