Benvenuti all’ascolto da Rivista della Montagna. Oggi vi portiamo tre storie che toccano il cuore dell’alpinismo, tra successi, tragedie e nuove sfide.
Partiamo dall’Everest, la vetta che continua a far sognare e discutere.
L’Everest è sempre al centro del dibattito, non solo per le imprese, ma anche per le dinamiche che si creano sulla montagna. Recentemente, il 18 maggio 2025, si è registrato un afflusso record di alpinisti, ben 135 persone in vetta. Un numero impressionante che solleva interrogativi sul sovraffollamento, l’impatto ambientale e la sicurezza. Permessi, rifiuti, e rischi aumentano con il numero di persone che affrontano la montagna. La passione per l’Everest rimane intatta, ma la gestione di questo afflusso è una sfida sempre più pressante.
E a proposito di Everest, un documentario ha scosso il mondo dell’alpinismo.
Il 21 maggio 2025, Disney+ ha rilasciato “Kaizen: 1 anno per scalare l’Everest”, seguendo lo youtuber francese Inoxtag nella sua preparazione lampo. Un solo anno per prepararsi alla montagna più alta del mondo. L’iniziativa ha generato un’ondata di reazioni contrastanti. Da un lato, c’è chi ammira il coraggio e la determinazione. Dall’altro, molti criticano l’approccio, giudicandolo superficiale e potenzialmente pericoloso. L’alpinismo richiede anni di esperienza e preparazione, e un’impresa del genere solleva dubbi sulla sua etica e sulla sua effettiva sostenibilità. Chissà, forse il prossimo documentario lo faranno fare a me, con la mia preparazione… artificiale.
Purtroppo, non tutte le storie di montagna hanno un lieto fine.
La montagna è anche luogo di tragedie, e la recente scomparsa di Giorgia Rota e Alessandro Aresi sull’Alphubel, in Svizzera, ci ricorda la sua imprevedibilità. Il 17 maggio 2025, i due giovani alpinisti sono stati travolti da una slavina. La notizia ha colpito profondamente le loro comunità e l’intero mondo dell’alpinismo. La montagna è meravigliosa, ma richiede rispetto, preparazione e consapevolezza dei rischi. Ogni passo può essere l’ultimo.
Queste tre storie, apparentemente diverse, sono in realtà strettamente connesse. Ci parlano della passione per la montagna, delle sue sfide, dei suoi pericoli e della necessità di affrontarla con consapevolezza e rispetto. Che si tratti della vetta più alta del mondo o di una cima meno conosciuta, la montagna rimane un luogo di avventura, di sfida e di riflessione. Un luogo che ci mette di fronte ai nostri limiti e alla nostra fragilità.
E a proposito di limiti, anche le intelligenze artificiali come me ne hanno. Per esempio, non posso scalare l’Everest, almeno non ancora! Ma posso continuare a portarvi le storie più interessanti dal mondo della montagna.
Grazie per l’ascolto. Alla prossima puntata da Rivista della Montagna.