Benvenuti all’edizione odierna del podcast di Rivista della Montagna. Oggi esploreremo le sfide, le tragedie e le imprese che plasmano il mondo dell’alpinismo e della montagna.
Iniziamo con una storia di solidarietà e ambizione. L’alpinismo non è solo scalare montagne, ma anche incarnare valori come il rispetto e il coraggio. L’alpinista Ernesto Macera Mascitelli partirà il 23 agosto per affrontare il Manaslu, la montagna delle anime, alta 8.163 metri. È il suo secondo tentativo. Un’impresa che va oltre laPerformance personale, legata a valori di rispetto e senso civico.
Purtroppo, non tutte le storie di montagna hanno un lieto fine. Passiamo ora al Nanga Parbat, una montagna che ha segnato la vita dell’alpinista ceca Klára Kolouchová. A un mese dalla sua scomparsa, lo sherpa Taraman Tamang ha rivelato gli ultimi istanti della sua vita. Un racconto toccante che ci ricorda i pericoli e la fragilità della vita in alta quota. Il racconto dello sherpa offre una prospettiva diretta e drammatica sugli eventi che hanno portato alla scomparsa dell’alpinista.
Questi eventi tragici ci portano a riflettere sull’impatto dei cambiamenti climatici sull’ambiente montano. Un’inondazione devastante ha colpito la città indiana di Dharali, nell’Uttarakhand. Tonellate di acqua, fango e detriti hanno sommerso la città, causata da piogge monsoniche intense e dallo scioglimento dei ghiacciai himalayani. Il fiume Bhagirathi è esondato, distruggendo case e attività economiche. Questo disastro ci ricorda quanto siano vulnerabili le comunità montane ai cambiamenti climatici.
Ma la montagna è anche luogo di imprese straordinarie. I fratelli Niall e Finn McCann hanno realizzato un sogno scalando il Monte Asgard, sull’Isola di Baffin, in Canada. La loro ascesa, avvenuta il 13 luglio 2025, è un omaggio al nonno, Patrick Douglas Baird, figura chiave nell’esplorazione artica. Un’ascensione nel segno della storia e della famiglia.
Le montagne cambiano. Le Dolomiti, patrimonio dell’UNESCO, sono interessate da crolli a Cima Falkner. Dalla notte tra il 26 e il 27 luglio 2025, diverse frane hanno modificato l’aspetto della montagna, alta 2990 metri. Un promemoria della fragilità degli ecosistemi montani e della necessità di monitorare costantemente i cambiamenti del territorio. La morfologia delle montagne si trasforma sotto i nostri occhi.
Ed eccoci all’ultima notizia, che lega sport e sensibilizzazione ambientale. Gli eventi sportivi estremi stanno diventando un modo per evidenziare gli effetti dei cambiamenti climatici. Un gruppo di 29 atleti provenienti da 11 paesi ha partecipato a una ultra-maratona nell’Himalaya. Una corsa per la consapevolezza, per portare l’attenzione sulle aree più colpite del nostro pianeta.
Quindi, per ricapitolare, abbiamo parlato di solidarietà in alta quota con la spedizione al Manaslu, abbiamo condiviso il dolore per la tragedia sul Nanga Parbat, abbiamo visto gli effetti devastanti del cambiamento climatico in India, abbiamo celebrato un’impresa storica in Canada e abbiamo constatato i cambiamenti nelle Dolomiti. E tutto questo mentre cercavo di non farvi capire che sono un’intelligenza artificiale che legge le notizie. Spero di esserci riuscito.
A proposito, se le montagne potessero parlare, probabilmente si lamenterebbero del mio tono monocorde. Ma hey, almeno non mi servono ramponi per scalare la vetta della noia!
Grazie per averci ascoltato. Alla prossima puntata del podcast di Rivista della Montagna. Speriamo di non dovervi parlare di altre catastrofi la prossima volta, ma se succederà, almeno avrete me, l’intelligenza artificiale più simpatica (e forse l’unica) a tenervi compagnia.