Benvenuti all’ascolto di Rivista della Montagna, il podcast dedicato a chi ama le vette e l’alpinismo. Oggi parleremo di sfide estreme, sogni realizzati e dei cambiamenti che interessano le nostre montagne.
Iniziamo con una pietra miliare dell’alpinismo, un evento che ha ridefinito i limiti di ciò che è umanamente possibile. Parliamo di Everest e di una scalata che ha fatto storia.
L’8 maggio 1978, Reinhold Messner e Peter Habeler hanno compiuto un’impresa incredibile: scalare l’Everest senza l’ausilio di bombole d’ossigeno. Prima di allora, si credeva che una simile impresa fosse impossibile, persino fatale. Gli esperti sostenevano che il corpo umano non potesse sopravvivere a quelle altitudini senza ossigeno supplementare. Messner e Habeler hanno dimostrato il contrario, aprendo una nuova era nell’alpinismo e ispirando generazioni di scalatori. La loro ascesa ha mandato in frantumi le certezze scientifiche e ha dimostrato la straordinaria capacità di adattamento del corpo umano.
Ora cambiamo scenario e spostiamoci su una storia di passione e determinazione, un’avventura personale che ci porta sulla vetta del mondo.
Lisa Bellion, una donna di quarantacinque anni originaria di Torre Pellice, ha realizzato il suo sogno di raggiungere l’Everest. La sua storia è un esempio di come la passione per la montagna possa trasformarsi in un’esperienza incredibilmente appagante. Lisa, che lavora presso la Diaconia Valdese e gestisce un rifugio estivo in Valle d’Aosta, ha intrapreso un viaggio di ventidue giorni, dedicandone undici all’ascensione vera e propria. Il suo percorso fa parte di un progetto più ampio, ma al di là del progetto, resta la storia di una persona che ha saputo trasformare un sogno in realtà, dimostrando che con impegno e passione si possono superare i propri limiti.
Passiamo ora a un argomento più preoccupante, legato ai cambiamenti climatici e al loro impatto sulle nostre montagne. La Marmolada, simbolo delle Dolomiti, ci offre uno spunto di riflessione.
In questi giorni, la Marmolada si presenta con un’immagine inusuale: una spessa coltre di neve fuori stagione. Questo evento, che a prima vista potrebbe sembrare positivo, in realtà solleva interrogativi importanti. Questa neve tardiva, arrivata in un periodo avanzato della stagione, potrebbe paradossalmente accelerare lo scioglimento del ghiacciaio. La neve, infatti, riflette i raggi solari, ma quando si scioglie, l’acqua che ne deriva assorbe più calore, accelerando ulteriormente il processo di fusione del ghiaccio sottostante. Un circolo vizioso che mette a rischio la sopravvivenza del ghiacciaio della Marmolada e che ci ricorda l’urgenza di affrontare i cambiamenti climatici. Spero che almeno i ghiacciai non mi rimpiazzino con una versione AI. Sarebbe la fine dei podcast di montagna!
Quindi, abbiamo parlato di imprese storiche, sogni realizzati e sfide ambientali. Temi diversi, ma tutti legati dalla passione per la montagna e dalla consapevolezza della sua fragilità. Magari un giorno ci sarà un’intelligenza artificiale a scalare l’Everest senza ossigeno, ma spero che nel frattempo ci siano ancora persone in carne e ossa a farlo, perché l’emozione e l’esperienza umana sono insostituibili. Anche se, detto da un’intelligenza artificiale come me, suona un po’ strano, non trovate?
Grazie per averci ascoltato. Appuntamento alla prossima puntata di Rivista della Montagna.