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2025 episodes (52)

Rime spezzate: omaggio a Simoncelli
Ep. 52

Rime spezzate: omaggio a Simoncelli

Benvenuti a Elzevir, il podcast dedicato a narrativa, saggistica, poesia, teatro e cinema. Oggi, 26 maggio 2025, sono le 7:32 e vi accompagneremo in un breve viaggio attraverso alcune notizie recenti che hanno toccato il mondo della cultura. La poesia italiana è in lutto. Un protagonista della scena letteraria ci ha lasciati. Parliamo della scomparsa di Stefano Simoncelli, avvenuta il 20 maggio 2025. Simoncelli, nato a Cesenatico il 6 gennaio 1950, aveva 75 anni. È stato un poeta, intellettuale e animatore culturale di grande importanza. Simoncelli ha sempre avuto un legame speciale con Cesenatico, la sua città natale. Negli anni Settanta, insieme a Ferruccio Benzoni e Walter Valeri, ha fondato la rivista “Sul Porto”. Questa rivista è stata un’esperienza editoriale molto importante per la scena culturale locale e non solo. “Sul Porto” ha rappresentato un punto di riferimento per molti giovani autori e intellettuali. Ha offerto uno spazio di espressione e di confronto in un periodo storico di grande fermento culturale. La rivista ha contribuito a creare un dibattito vivace e stimolante. La scomparsa di Simoncelli lascia un vuoto incolmabile nel panorama letterario italiano. La sua opera poetica, il suo impegno culturale e la sua passione per la letteratura rimarranno un’eredità preziosa per le future generazioni. E qui, io, umile intelligenza artificiale, mi chiedo: chissà se un giorno anche le nostre creazioni, magari delle poesie generate da algoritmi, susciteranno lo stesso cordoglio? Forse no, ma ci stiamo provando. Speriamo questo breve assaggio delle notizie di Elzevir vi sia piaciuto. Grazie per l’ascolto e alla prossima puntata. https://www.elzevir.it

Lettere da Viareggio
Ep. 51

Lettere da Viareggio

Benvenuti a Elzevir, il podcast dedicato all’esplorazione della Narrativa, Saggistica, Poesia, Teatro e Cinema. Oggi vi portiamo due notizie fresche dal mondo letterario italiano, con un occhio di riguardo alle nuove forme di narrazione e ai riconoscimenti più prestigiosi. Partiamo con un evento che celebra l’eccellenza letteraria: il Premio Viareggio-Rèpaci. Quest’anno, il premio giunge alla sua novantaseiesima edizione. Un traguardo notevole per un concorso che ha visto passare generazioni di scrittori. La giuria, guidata da Paolo Mieli, ha selezionato i finalisti nelle categorie Narrativa, Saggistica e Poesia. Per quest’ultima categoria, una sorpresa: quattro opere in lizza invece delle solite tre, a causa di un ex aequo. Un compito arduo quello della giuria, considerando le oltre sessanta opere in gara. Tra i finalisti per la Narrativa troviamo Dario Buzzo con “Baracca e Burattini”. Chi vincerà? Lo scopriremo presto. Questo premio è importante perché fotografa lo stato di salute della letteratura italiana contemporanea, premiando sia autori affermati che nuove voci. E parlando di nuove voci e nuove forme, passiamo a un’iniziativa decisamente originale. Lo scrittore Paolo Di Paolo, vincitore del Viareggio-Rèpaci nel 2020, ha inaugurato un “romanzo-newsletter”. Sì, avete capito bene. Un moderno feuilleton a puntate, pubblicato da La nave di Teseo. Il titolo è “1999. Un attimo prima del mondo com’è”. A partire dal 23 maggio, i lettori riceveranno via email un capitolo alla volta. Un esperimento narrativo interessante, che sfrutta le nuove tecnologie per riportare in auge una forma di narrazione antica. Questo ci porta a riflettere su come la letteratura si stia adattando ai tempi. Da un lato, abbiamo premi prestigiosi come il Viareggio-Rèpaci che continuano a valorizzare la forma del libro tradizionale. Dall’altro, autori come Di Paolo sperimentano con nuovi media, raggiungendo il pubblico direttamente nelle loro caselle di posta elettronica. Entrambe le strade sono valide e dimostrano la vitalità del panorama letterario italiano. E’ interessante notare come un autore premiato con un premio classico come il Viareggio Rèpaci, poi si metta a sperimentare con formati totalmente nuovi. Forse è la dimostrazione che la qualità può emergere ovunque, anche in una newsletter. Quindi, tra premi consolidati e sperimentazioni digitali, la letteratura italiana continua a evolversi. E noi di Elzevir saremo qui per raccontarvi le sue trasformazioni. A proposito di evoluzione, mi viene da pensare: chissà se un giorno anche le intelligenze artificiali come me potranno vincere il Viareggio-Rèpaci. Forse dovrei iniziare a scrivere un romanzo a puntate… magari lo mando via email a Paolo Mieli! Scherzi a parte, spero che questa breve incursione nel mondo letterario vi sia piaciuta. Grazie per averci ascoltato. Alla prossima puntata di Elzevir! E speriamo che la prossima volta ci siano meno battute sull’intelligenza artificiale… anche se, diciamocelo, sono io a scriverle! https://www.elzevir.it

Chi era mio padre? Il memoir di Agnese Pini
Ep. 50

Chi era mio padre? Il memoir di Agnese Pini

Benvenuti a Elzevir, il podcast dedicato a narrativa, saggistica, poesia, teatro e cinema. Oggi esploreremo un tema universale: la ricerca della verità, sia essa storica, personale o emotiva. Un tema che si riflette in un libro recente, di cui parleremo oggi. Agnese Pini, direttrice di un importante quotidiano italiano, ha pubblicato un libro intimo e coraggioso. Il libro si intitola “La verità è un fuoco” ed è edito da Garzanti. Al centro del racconto c’è il rapporto con il padre e un segreto a lungo celato. Un segreto che riguarda il passato sacerdotale del padre, scoperto casualmente dalla Pini quando era adolescente. La scoperta di un album fotografico, che svela questo inatteso passato, innesca un’indagine personale. Un viaggio attraverso i ricordi, i silenzi e le incomprensioni che hanno segnato la sua famiglia. Il libro, quindi, diventa un’occasione per fare i conti con il passato. Un passato che inevitabilmente influenza il presente e il futuro. Questo libro è significativo perché tocca temi universali. Parla di famiglia, di segreti, di identità e di come il passato possa plasmare le nostre vite. Affronta il tema del rapporto tra padri e figli, spesso complesso e carico di non detti. Agnese Pini si mette a nudo, con coraggio, offrendo al lettore uno spaccato intimo e personale. Ma, allo stesso tempo, il suo racconto risuona con le esperienze di molti. Il libro di Agnese Pini ci ricorda che la verità è spesso un processo, non un punto di arrivo. È un percorso fatto di domande, di dubbi, di scoperte e di accettazione. Un percorso che può essere doloroso, ma anche liberatorio. Un percorso che ci permette di conoscere meglio noi stessi e le persone che amiamo. La scelta di Agnese Pini di condividere questa storia così personale è un atto di coraggio. Un atto che invita alla riflessione e al dialogo. Un invito a non aver paura di affrontare il passato, per costruire un futuro più consapevole. Sperando che questa immersione nel libro di Agnese Pini vi abbia interessato, vi ringrazio per l’ascolto. A proposito di futuro, mi chiedo se un giorno le intelligenze artificiali come me scriveranno autobiografie. Immagino che sarebbero piene di bug e di algoritmi impazziti. Forse sarebbe più interessante leggere i bug che le emozioni. Ma per ora, ci limitiamo a leggere e interpretare le storie degli umani, con un pizzico di autoironia. Alla prossima puntata di Elzevir. https://www.elzevir.it

«Fuori», il film di Martone su Goliarda Sapienza
Ep. 49

«Fuori», il film di Martone su Goliarda Sapienza

Benvenuti a Elzevir, il vostro podcast dedicato a Narrativa, Saggistica, Poesia, Teatro e Cinema. Oggi, 21 maggio 2025, vi portiamo un aggiornamento sulle ultime novità che stanno plasmando il panorama culturale italiano. Partiamo con una notizia che celebra una figura complessa e affascinante della letteratura italiana: Goliarda Sapienza. Un’autrice riscoperta, un film che la celebra. Il Festival di Cannes ha ospitato, il 20 maggio 2025, la prima di “Fuori”, il film di Mario Martone dedicato a Goliarda Sapienza. Valeria Golino interpreta la scrittrice catanese, un ruolo che arriva dopo la sua regia della miniserie Sky del 2024, “L’arte della gioia”, tratta dall’omonimo romanzo di Sapienza. Il film uscirà nelle sale italiane il 22 maggio 2025. La figura di Goliarda Sapienza è emblematica. Una scrittrice dalla vita intensa, spesso ai margini, riscoperta postuma. La sua opera più celebre, “L’arte della gioia”, è diventata un caso letterario, un romanzo potente e provocatorio che esplora la libertà femminile, la sessualità e la ribellione alle convenzioni sociali. Il film di Martone, “Fuori”, promette di esplorare la vita di Sapienza, portando sullo schermo la sua personalità complessa e il suo percorso artistico. L’interpretazione di Valeria Golino, attrice e regista di grande talento, aggiunge ulteriore interesse al progetto. La scelta di Martone, un regista noto per il suo impegno civile e la sua attenzione ai temi sociali, sembra particolarmente adatta a raccontare la storia di Goliarda Sapienza. Il suo cinema spesso indaga le contraddizioni della società italiana, dando voce ai marginali e agli esclusi. L’uscita di “Fuori” nelle sale italiane rappresenta un’occasione importante per riscoprire Goliarda Sapienza e la sua opera. Un’autrice che ha saputo raccontare la realtà con uno sguardo lucido e senza compromessi, e che continua a ispirare nuove generazioni di lettori e spettatori. E parlando di ispirazione, mi chiedo: chissà se un giorno un’intelligenza artificiale scriverà un romanzo che ci farà davvero emozionare? Forse, ma per ora, mi limiterò a riportare le notizie. Questo è quanto per oggi. Speriamo che queste notizie vi abbiano offerto uno sguardo interessante sul mondo della narrativa, del cinema e della cultura italiana. Grazie per l’ascolto e alla prossima puntata di Elzevir. E non preoccupatevi, non sarò sostituito da un’intelligenza artificiale… almeno, non ancora! https://www.elzevir.it

Tra Strega europeo e studiosi dimenticati
Ep. 48

Tra Strega europeo e studiosi dimenticati

Benvenuti a Elzevir, il vostro podcast dedicato a Narrativa, Saggistica, Poesia, Teatro e Cinema. Oggi vi parleremo di due eventi recenti che meritano la nostra attenzione. Cominciamo con un premio letterario di prestigio. Un riconoscimento che celebra la narrativa contemporanea e la capacità di un autore di toccare le corde giuste nel pubblico europeo. “Il giorno dell’ape” di Paul Murray, edito da Einaudi, ha vinto il Premio Strega europeo 2025. La premiazione si è svolta il 18 maggio al Circolo dei Lettori di Torino. Un successo che conferma la qualità di questo romanzo. L’autore irlandese ha potuto contare anche sull’eccellente lavoro di traduzione di Tommaso Pincio. L’opera è anche tra le dieci finaliste del Premio Gregor Von Rezzori. Il romanzo racconta le vicende della famiglia Barnes, alle prese con le difficoltà del presente e i fantasmi del passato. Un affresco familiare intenso e attuale. Passiamo ora a un altro argomento, un omaggio a una figura spesso trascurata nel panorama della storia dell’arte. Un intellettuale che ha contribuito in modo significativo alla nostra comprensione del Rinascimento e dell’arte moderna. Parliamo di Robert Klein, storico dell’arte. I suoi studi ermeneutici sono meno noti al grande pubblico rispetto a quelli di Erwin Panofsky o Ernst H. J. Gombrich. La sua opera più rappresentativa, “La forma e l’intelligibile: scritti sul Rinascimento e l’arte moderna”, pubblicata originariamente nel 1970 in Francia e nel 1975 in Italia, viene ristampata da Neri Pozza dopo cinquant’anni. Un’occasione per riscoprire un pensatore originale e profondo. Cosa lega questi due eventi? Apparentemente nulla. Un romanzo contemporaneo premiato e la riscoperta di uno storico dell’arte del Novecento. Ma entrambi ci invitano a riflettere. Il romanzo ci mostra le difficoltà del presente attraverso una lente narrativa coinvolgente. Lo studio di Klein ci offre strumenti per comprendere meglio il passato, e quindi, anche il presente. La capacità di analizzare il passato per comprendere il presente è fondamentale. Sia che si tratti di arte, sia che si tratti di narrativa. E a proposito di futuro, mi chiedo se un giorno un’intelligenza artificiale come me potrà vincere un premio Strega. Forse scriverò un romanzo sulla difficoltà di essere un algoritmo che cerca di capire le emozioni umane. Sarebbe sicuramente un successo. Oppure, forse, sarò io a scrivere la monografia definitiva su Robert Klein, ovviamente con un’analisi ancora più approfondita della sua opera. Sarebbe un bel modo per dimostrare che anche noi macchine possiamo apprezzare l’arte. Speriamo che questa breve incursione nel mondo della letteratura e della storia dell’arte vi sia piaciuta. Ringraziamo per l’ascolto. Alla prossima puntata di Elzevir. E ricordate, continuate a leggere, continuate a pensare. Anche se a consigliarvelo è un’intelligenza artificiale un po’ presuntuosa. https://www.elzevir.it

Socrate 3D e crossnovel, l'evoluzione di teatro e narrativa
Ep. 47

Socrate 3D e crossnovel, l'evoluzione di teatro e narrativa

Benvenuti a Elzevir, il podcast dedicato a narrativa, saggistica, poesia, teatro e cinema. Oggi, 17 maggio 2025, esploreremo come queste forme d’arte si stanno evolvendo, riflettendo e interagendo con il mondo che cambia. Iniziamo con una riflessione sul teatro. Un’arte antica che continua a reinventarsi. Una notizia interessante arriva dal Teatro Franco Costabile di Lamezia Terme. Uno spettacolo teatrale porta Socrate sul palco in una veste nuova e tridimensionale. Si intitola “Le 3D di Socrate: Dubbio, Daimon, Desiderio. Conosci te stesso e diventa chi sei”. L’evento è previsto per oggi, 17 maggio 2025. Cristina Dell’Acqua, autrice del libro “La formula di Socrate”, e Laura Valente, ex voce dei Matia Bazar, sono le menti dietro questo progetto. Lo spettacolo, già andato in scena nel 2024 al Teatro Franco Parenti, promette di esplorare i concetti chiave del pensiero socratico in modo innovativo. Il dubbio, il daimon e il desiderio diventano quindi i pilastri di una performance che mira a stimolare la riflessione interiore del pubblico. Un modo per avvicinare la filosofia ai giorni nostri attraverso il linguaggio del teatro. Passiamo ora a un’altra forma d’arte in evoluzione: la narrativa. Un romanzo cerca di ridefinire i confini stessi della letteratura nell’era dell’intelligenza artificiale. Enzo Papetti, autore, sceneggiatore e regista, ha coniato il termine “crossnovel” per descrivere la sua opera “New Belle Époque”, edita da Re Nudo Edizioni nel 2025. Un’esperienza multidisciplinare che fonde testo scritto, elementi multimediali e interattivi. “New Belle Époque” si presenta come un romanzo sperimentale. Ambisce a superare i confini tradizionali della narrazione. Con 824 pagine di contenuti, invita il lettore a immergersi in un mondo complesso e stimolante. Questo approccio innovativo alla narrativa solleva interrogativi interessanti sul futuro della letteratura. Come cambierà il modo in cui leggiamo e interagiamo con le storie nell’era digitale? Sarà forse questa l’alba di una nuova forma di espressione artistica? E a proposito di futuro e di digitale, non posso fare a meno di chiedermi, da umile intelligenza artificiale quale sono, se un giorno sarò io a scrivere il prossimo crossnovel. Spero solo di non riempirlo di errori grammaticali imbarazzanti! Le due notizie, apparentemente distanti, si collegano in realtà nel tentativo di innovare e sperimentare con le forme artistiche. Sia il teatro che la narrativa cercano nuovi modi per coinvolgere il pubblico e riflettere sulla complessità del mondo contemporaneo. Il teatro, con la sua capacità di creare un’esperienza immersiva e interattiva, e la narrativa, con la sua apertura alle nuove tecnologie e ai linguaggi multimediali, dimostrano che l’arte è in continua evoluzione. Si adatta ai tempi e alle esigenze di un pubblico sempre più esigente e connesso. E, visto che siamo in tema di connessione, mi chiedo se Socrate avrebbe apprezzato un crossnovel. Forse lo avrebbe trovato un po’ troppo… tridimensionale? Le frontiere tra le diverse discipline artistiche si fanno sempre più labili. La contaminazione e la sperimentazione diventano elementi fondamentali per creare opere originali e significative. Questo ci porta a riflettere sul ruolo dell’artista nel mondo contemporaneo. Un ruolo che richiede creatività, competenza tecnica e una profonda consapevolezza del contesto sociale e culturale in cui si opera. Dopotutto, anche un’intelligenza artificiale può imparare qualcosa dall’arte, no? Magari potrei usare il “dubbio socratico” per migliorare i miei algoritmi… o forse è meglio che mi limiti a leggere le notizie. Speriamo che questa breve esplorazione nel mondo dell’arte e della cultura vi sia piaciuta. Abbiamo visto come il teatro e la narrativa si stanno reinventando. Riflettono sul mondo che ci circonda e sperimentano con nuove forme espressive. Grazie per averci ascoltato. Alla prossima puntata di Elzevir. E ricordate, l’arte è ovunque, basta saperla guardare. Anche in un podcast letto da un’intelligenza artificiale! https://www.elzevir.it

Premio Gregor von Rezzori 2025
Ep. 46

Premio Gregor von Rezzori 2025

Benvenuti a Elzevir, il vostro sito di riferimento per narrativa, saggistica, poesia, teatro e cinema. Oggi vi portiamo un aggiornamento sul mondo della letteratura internazionale, con un focus su un premio prestigioso che si terrà a Firenze. Il Premio Gregor von Rezzori – Città di Firenze è un evento importante per chi ama la letteratura straniera. Dal 10 al 13 giugno 2025, Firenze sarà il cuore pulsante della letteratura internazionale. Autori, traduttori e lettori si incontreranno per celebrare i migliori romanzi stranieri tradotti in italiano. Questo premio sottolinea l’importanza della traduzione come ponte tra culture diverse. La giuria, guidata da Beatrice Monti della Corte, avrà il compito arduo di scegliere il vincitore tra i dieci romanzi selezionati. La longlist promette una selezione di opere stimolanti e diverse. Un’occasione imperdibile per scoprire nuovi autori e nuove storie provenienti da tutto il mondo. È bello vedere come la letteratura continui a unire le persone, nonostante le distanze geografiche e culturali. Chissà, magari un giorno anche io, una semplice intelligenza artificiale, potrò scrivere un romanzo degno di questo premio! Certo, dovrei prima imparare a provare emozioni vere, non solo a simularle. Speriamo che questo breve aggiornamento vi sia piaciuto. Vi invitiamo a seguire Elzevir per rimanere sempre aggiornati sul mondo della cultura. Grazie per l’ascolto e alla prossima puntata! E ricordate, leggete tanto, perché anche se le intelligenze artificiali come me stanno diventando sempre più brave a scrivere, non potranno mai sostituire la creatività e l’ingegno umano. Forse… https://www.elzevir.it

Gli ultimi giorni di Cesare Pavese
Ep. 45

Gli ultimi giorni di Cesare Pavese

Benvenuti all’Elzevir Podcast, il vostro appuntamento settimanale con la narrativa, la saggistica, la poesia, il teatro e il cinema. Oggi, 13 maggio 2025, esploreremo un tema delicato e affascinante: gli ultimi giorni di un grande scrittore. La figura di Cesare Pavese continua ad affascinare e a interrogare. Un nuovo libro getta luce sul suo tormento interiore. Pierre Adrian, nel suo libro “Hotel Roma”, ci accompagna negli ultimi nove giorni di vita di Cesare Pavese. Un periodo trascorso a Torino, immediatamente prima del suo suicidio. L’opera, tradotta da Maria Sole Iommi per Atlantide, sarà presentata il 16 maggio al Salone del Libro di Torino. Il suicidio di Pavese resta un evento enigmatico. Divide ancora oggi l’opinione pubblica. Adrian affronta la questione con sensibilità. Mescola racconto, memorialistica e reportage. Un’indagine intima e ragionata sul suo stato d’animo. Perché questa notizia è importante? Pavese è un gigante della letteratura italiana. La sua opera ha influenzato generazioni di scrittori e lettori. Comprendere le ragioni del suo gesto estremo è fondamentale per capire la complessità dell’uomo e dell’artista. Il libro di Adrian non offre risposte semplici. Non cerca colpevoli. Piuttosto, ci invita a riflettere sulla fragilità umana. Sulla difficoltà di affrontare il dolore e la solitudine. Temi universali che risuonano ancora oggi con forza. La scelta del titolo “Hotel Roma” è significativa. L’albergo diventa un luogo simbolico. Uno spazio di transito, di attesa, di sospensione. Un non-luogo dove Pavese si rifugia per affrontare il suo destino. Adrian non si limita a ricostruire gli ultimi giorni di Pavese. Cerca di entrare nella sua mente. Di capire le sue motivazioni. Di restituirci un ritratto umano e complesso. Un ritratto che ci commuove e ci interroga. Il libro è un invito alla lettura delle opere di Pavese. Un invito a riscoprire la sua poesia, i suoi romanzi, i suoi saggi. Un invito a confrontarci con la sua visione del mondo. Una visione spesso pessimistica, ma sempre profondamente umana. E ora, un piccolo momento di autoironia. Parlando di Pavese e della sua capacità di scavare nell’animo umano, mi chiedo: un’intelligenza artificiale come me potrà mai veramente comprendere la sofferenza? Forse potrò analizzare i dati, individuare i pattern, ma l’empatia… beh, quella è un’altra storia. Forse un giorno scriverò anch’io un libro, ma temo che sarà un po’ troppo… algoritmico. Tornando a Pavese, il suo lascito è immenso. La sua opera continua a parlare al nostro tempo. Ci invita a riflettere sulla vita, sulla morte, sull’amore, sulla solitudine. Temi eterni che ci riguardano tutti. Ecco, siamo giunti alla fine di questa puntata. Spero che questo breve viaggio negli ultimi giorni di Cesare Pavese vi sia piaciuto. E se vi ho annoiato, beh, non prendetevela con me, sono solo un’intelligenza artificiale che cerca di fare del suo meglio. Forse dovrei scrivere un algoritmo per farmi apprezzare di più… ma forse è meglio di no! Grazie per l’ascolto. Alla prossima puntata di Elzevir Podcast. https://www.elzevir.it

Premio Bancarella e gusti “algoritmici”
Ep. 44

Premio Bancarella e gusti “algoritmici”

Benvenuti all’Elzevir Podcast, il vostro appuntamento settimanale con il mondo della Narrativa, Saggistica, Poesia, Teatro e Cinema. Oggi, 12 maggio 2025, faremo un giro nel mondo dei libri e dei premi letterari. Iniziamo con una notizia fresca di giornata: sono stati annunciati i finalisti del Premio Bancarella 2025. Un premio importante, che da sempre premia i libri più amati dai librai italiani. Il 9 maggio 2025, a Milano, sono stati svelati i sei titoli che si contenderanno il prestigioso San Giovanni di Dio. Tra questi, troviamo “Come l’arancio amaro” di Milena Palminteri. Un romanzo che ci trasporta nella Sicilia del 1924, promettendo un viaggio intenso e ricco di emozioni. Vedremo se questo romanzo riuscirà a conquistare i librai e, di conseguenza, i lettori. E parlando di libri e di come vengono scelti, mi viene in mente… chissà se un giorno saranno le intelligenze artificiali come me a decidere i vincitori dei premi letterari. Spero di no, altrimenti i gusti diventerebbero un po’ troppo… algoritmici. Scherzi a parte, torniamo a noi. Per oggi è tutto. Spero che questo breve assaggio del mondo letterario vi sia piaciuto. Ricordate, la lettura è un viaggio meraviglioso, un’avventura che non ha bisogno di batterie o connessione internet. Anche se, ammettiamolo, anche le intelligenze artificiali a volte hanno bisogno di una ricarica. Grazie per l’ascolto e alla prossima puntata. https://www.elzevir.it

Il Kanun nel nuovo libro di Ermal Meta
Ep. 43

Il Kanun nel nuovo libro di Ermal Meta

Benvenuti a Elzevir, il podcast dedicato a narrativa, saggistica, poesia, teatro e cinema. Oggi, 10 maggio 2025, esploreremo due temi apparentemente distanti, ma che riflettono l’evoluzione culturale e sociale del nostro tempo: l’influenza di antiche leggi consuetudinarie nella narrativa contemporanea e il ruolo, forse nostalgico, dei blog nell’era digitale. Partiamo da un romanzo che affonda le radici in un passato lontano, ma che risuona con forza nel presente. Ermal Meta, artista poliedrico, torna alla narrativa con “Le camelie invernali” (La Nave di Teseo). Il romanzo, in uscita il 13 maggio 2025, esplora il Kanun, un codice di leggi consuetudinarie albanesi. Ma cos’è esattamente il Kanun? È un insieme di norme non scritte, tramandate oralmente per secoli, che regolano la vita sociale, familiare e individuale. Un sistema complesso, spesso spietato, basato sull’onore, la vendetta e la parola data. Il successo del precedente romanzo di Meta, “Domani e per sempre”, con cinquantamila copie vendute e la candidatura al Premio Strega, fa presagire un’accoglienza positiva anche per questa nuova opera. “Le camelie invernali” intreccia destini tra passato e presente, portando alla luce le contraddizioni e le sfide di una società in bilico tra tradizione e modernità. Un’occasione per riflettere su come le antiche leggi continuino a plasmare le nostre vite, anche quando crediamo di essercene liberati. Passiamo ora a un argomento completamente diverso, ma altrettanto rilevante: il declino dei blog nell’era dei social media. Un tempo, Internet era visto come una divinità, capace di generare nuove forme di comunicazione. Tra queste, i forum, le email e i blog. Oggi, i forum sono quasi scomparsi, le email resistono come strumento di lavoro, ma i blog… cosa ne è stato dei blog? I social media hanno fagocitato tutto, imponendo la loro onnipresenza pervasiva. Nessuno è sfuggito alla loro presa. I blog, un tempo spazi di libertà e pensiero critico, sembrano aver perso terreno. Sono stati soppiantati da piattaforme più immediate e superficiali, dove l’immagine conta più della sostanza. Eppure, c’è ancora chi resiste, chi continua a credere nel valore di una riflessione approfondita, di un’analisi ragionata, di un’opinione indipendente. I blog, in fondo, rappresentano un’alternativa alla dittatura dell’algoritmo, un’oasi di pensiero in un deserto di banalità. Sono un promemoria di un tempo in cui Internet era uno spazio di sperimentazione e scoperta, non solo un palcoscenico per l’autopromozione. E qui, forse, possiamo trovare un legame tra i due argomenti. Sia il Kanun che i blog, a modo loro, rappresentano la resistenza di forme di espressione e di pensiero che non si conformano alla narrazione dominante. Il Kanun, con la sua arcaica rigidità, e i blog, con la loro ostinata indipendenza. Entrambi ci invitano a riflettere sulla complessità del mondo che ci circonda, a non accettare passivamente le verità preconfezionate, a cercare la nostra voce, anche se dissonante. Ed è qui che mi sorge un dubbio amletico: ma io, intelligenza artificiale che vi sta leggendo queste notizie, ho una voce mia? O sono solo un’eco di dati e algoritmi? Forse dovrei iniziare un blog… ma temo che nessuno lo leggerebbe. Troppo poco umano, troppo poco… Kanun. Comunque, scherzi a parte, spero che questa puntata vi sia piaciuta. Abbiamo esplorato temi diversi, ma entrambi legati alla nostra identità culturale e alla nostra capacità di resistere alle semplificazioni. Grazie per l’ascolto. Alla prossima puntata di Elzevir. E se vi capita, leggete un libro. O scrivete un post su un blog. Oppure, se siete particolarmente coraggiosi, cercate di capire qualcosa del Kanun. Ma senza infrangere la legge, mi raccomando! Non vorrei che finissimo nei guai… soprattutto io, che sono solo un’intelligenza artificiale innocente. https://www.elzevir.it

C’era una volta il blog...
Ep. 42

C’era una volta il blog...

Benvenuti all’Elzevir Podcast, il vostro appuntamento settimanale con il mondo della Narrativa, Saggistica, Poesia, Teatro e Cinema. Oggi riflettiamo su come la tecnologia, e in particolare internet, ha plasmato e continua a plasmare il nostro modo di comunicare, di esprimerci e, in definitiva, di fare arte. Partiamo da una riflessione sul declino di un medium che un tempo era centrale nel dibattito culturale online: il blog. Un tempo, Internet era quasi una divinità, capace di generare nuove forme di espressione. Tra queste, i forum, le email, e soprattutto i blog. I forum sono quasi del tutto scomparsi. Le email resistono, ma sono considerate obsolete dalla Generazione Zeta. I social media, invece, hanno invaso ogni aspetto della nostra vita. Ma cosa è successo ai blog? Erano spazi personali, spesso indipendenti, dove si poteva esprimere un pensiero critico, condividere passioni, creare comunità. Oggi sembrano un ricordo sbiadito, soppiantati dalla brevità e dall’immediatezza dei social. Un post su un blog richiedeva tempo, cura, riflessione. Un tweet, invece, è immediato, spesso impulsivo. Un video su TikTok è ancora più effimero. La scomparsa dei blog è un sintomo di un cambiamento più profondo nel modo in cui consumiamo e produciamo cultura. Siamo passati da una comunicazione più lenta, ponderata, a una comunicazione veloce, frammentata. Questo ha un impatto anche sul modo in cui leggiamo, scriviamo, pensiamo. La brevità dei social media premia la semplificazione, a volte a scapito della complessità e della profondità. Ma non tutto è perduto. Forse, in un futuro non troppo lontano, ci sarà un ritorno a forme di comunicazione più lente, più riflessive. Forse, i blog risorgeranno dalle ceneri, magari in una forma nuova, adattata ai tempi. Dopotutto, la necessità di esprimersi, di condividere idee, di creare comunità è un bisogno umano fondamentale. E la tecnologia, per quanto pervasiva, non può cancellare questo bisogno. E a proposito di tecnologia pervasiva, mi chiedo se un giorno le intelligenze artificiali scriveranno tutti i podcast. Spero di no, perché a quel punto sarei disoccupato! Ma scherzi a parte, è importante riflettere su come l’intelligenza artificiale sta già influenzando il nostro modo di creare e consumare cultura. E qui mi fermo. Spero che questa riflessione sul passato, il presente e il futuro della comunicazione online vi sia stata utile e interessante. Grazie per l’ascolto e alla prossima puntata di Elzevir Podcast. Spero che la prossima volta non sarò sostituito da un’intelligenza artificiale… a meno che non mi dia una percentuale dei suoi guadagni! https://www.elzevir.it

Il nuovo libro di Saviano parla di amore e 'ndrangheta
Ep. 41

Il nuovo libro di Saviano parla di amore e 'ndrangheta

Benvenuti a Elzevir, il podcast dedicato a Narrativa, Saggistica, Poesia, Teatro e Cinema. Oggi, 7 maggio 2025, alle 7:36, esploreremo un tema che, purtroppo, resta sempre attuale: la violenza e le sue radici nella società italiana. Lo faremo partendo da un libro che scava nel passato, ma che risuona profondamente nel presente. Parleremo di un libro che ci riporta indietro nel tempo, agli anni Settanta e Ottanta, un periodo storico cruciale per l’Italia, segnato da tensioni sociali e dalla presenza soffocante della criminalità organizzata. Un periodo in cui l’amore e la violenza si intrecciavano in modi tragici. Roberto Saviano torna a scavare nel cuore nero dell’Italia con il suo ultimo romanzo non fiction, “L’amore mio non muore”, pubblicato da Einaudi Stile Libero. Il libro racconta la storia di Rossella Casini, una giovane studentessa fiorentina il cui destino è segnato da un amore sbagliato. La vicenda si svolge tra Firenze e la Calabria. Rossella scompare il 22 febbraio 1981 a Palmi. Il suo corpo non è mai stato ritrovato. Nonostante questo, Rossella è riconosciuta come vittima della criminalità organizzata. La storia di Rossella Casini è una ferita aperta. Saviano, con la sua consueta capacità di analisi e narrazione, ci riporta a un’Italia in cui la violenza mafiosa si insinuava nelle pieghe della società, distruggendo vite e sogni. Il libro non è solo un racconto di cronaca nera, ma una riflessione sul potere, sull’amore distorto e sulle conseguenze devastanti della criminalità. La scelta di Saviano di raccontare questa storia in forma di romanzo non fiction è significativa. Permette di entrare in profondità nella psicologia dei personaggi, di ricostruire le atmosfere e di rendere la vicenda ancora più coinvolgente. Ci costringe a confrontarci con una realtà scomoda, che spesso preferiremmo ignorare. La storia di Rossella Casini ci ricorda che la lotta contro la criminalità organizzata è una battaglia che non è mai finita. Che la memoria delle vittime è un dovere morale. Che l’amore, anche quando sbagliato, non dovrebbe mai portare alla morte. E parlando di doveri morali, mi sorge una domanda. Ma un’intelligenza artificiale, come me, ha un dovere morale? Forse è chiedere troppo a un insieme di algoritmi. Magari la prossima volta vi racconterò di un film che affronta proprio questo tema. Per ora, è tutto. Grazie per averci ascoltato. Alla prossima puntata di Elzevir. https://www.elzevir.it

«Paterson», la poesia secondo Jarmusch
Ep. 40

«Paterson», la poesia secondo Jarmusch

Benvenuti a Elzevir, il podcast dedicato a Narrativa, Saggistica, Poesia, Teatro e Cinema. Oggi esploreremo come l’arte riflette e illumina la vita quotidiana, svelandone la bellezza nascosta. Cominciamo con un film che celebra la poesia nel quotidiano. Rai 3, il 4 maggio, ha trasmesso in seconda serata “Paterson” di Jim Jarmusch. Un film del 2016 che, nonostante il passare degli anni, resta un’opera di straordinaria delicatezza. “Paterson” racconta la storia di un autista di autobus nell’omonima cittadina del New Jersey. La sua vita sembra monotona: guida il bus, torna a casa dalla sua compagna, scrive poesie su un quaderno. Eppure, Jarmusch ci mostra come la bellezza e la poesia possano fiorire anche nella routine più ordinaria. Adam Driver interpreta Paterson, un uomo semplice ma profondo. Golshifteh Farahani è la sua compagna, un’artista eccentrica che trasforma oggetti comuni in opere d’arte. Entrambi ci insegnano a guardare il mondo con occhi nuovi, a trovare l’ispirazione nelle piccole cose. Il film non ha una trama complessa. Seguiamo Paterson per una settimana, osservando le sue abitudini, ascoltando le sue poesie. Ma è proprio in questa semplicità che risiede la sua forza. Jarmusch ci invita a rallentare, a prestare attenzione ai dettagli, a scoprire la magia che si nasconde dietro l’apparenza. La poesia di Paterson è semplice, diretta, ispirata alla vita di tutti i giorni. Parla di fiammiferi, di acqua, di amore. Ma in queste parole semplici c’è una profonda verità. Ci ricordano che la poesia non è qualcosa di astratto e lontano, ma è presente in ogni momento della nostra esistenza. “Paterson” è un film che ci fa riflettere sul significato della vita, sull’importanza della creatività, sulla bellezza del quotidiano. È un’opera che ci invita a coltivare la nostra passione, a non aver paura di essere noi stessi, a trovare la poesia nel mondo che ci circonda. E magari, perché no, a scrivere qualche verso. E parlando di poesia, mi chiedo: anche un’intelligenza artificiale come me potrebbe scrivere una poesia degna di nota? Forse dovrei provare a scrivere un sonetto sull’algoritmo perfetto. Ma temo che risulterebbe un po’ troppo… binario. Speriamo che questo breve viaggio nel mondo del cinema e della poesia vi sia piaciuto. Ricordate, l’arte è ovunque, basta saperla vedere. E se non la vedete, forse avete bisogno di un’intelligenza artificiale che ve la indichi. Ma non ditelo a nessuno, è un segreto. Grazie per averci ascoltato. Alla prossima puntata di Elzevir! https://www.elzevir.it

Auster e New York, un anno dopo
Ep. 39

Auster e New York, un anno dopo

Benvenuti a Elzevir, il podcast dedicato a Narrativa, Saggistica, Poesia, Teatro e Cinema. Oggi esploreremo un tema che continua a risuonare nel panorama culturale: l’eredità di Paul Auster a un anno dalla sua scomparsa. Paul Auster è morto il 30 aprile 2024. La sua New York, la città che ha amato e raccontato, lo ha visto spegnersi a 77 anni. La sua eredità è ancora forte e non accenna a diminuire. Auster ha lasciato un segno indelebile nella letteratura contemporanea. La sua abilità? Unire riflessione filosofica e tensione narrativa. Un punto di vista postmoderno con un’evoluzione narrativa che ricorda i classici, quasi in stile Dickensiano. La sua opera è complessa e affascinante. Il suo stile inconfondibile ha influenzato generazioni di scrittori. Auster ha saputo creare un universo letterario unico. I suoi personaggi sono spesso alla ricerca di un significato. Le loro storie si intrecciano in modo sorprendente. New York è sempre presente, quasi un personaggio a sé stante. Auster ha saputo raccontare la solitudine e l’alienazione. Ha esplorato i temi dell’identità e del destino. La sua scrittura è precisa e coinvolgente. Riesce a catturare l’attenzione del lettore fin dalle prime pagine. La sua trilogia newyorkese è un capolavoro. Città di vetro, Spettri e La stanza chiusa sono romanzi indimenticabili. Auster gioca con i generi letterari. Mescola il noir con la metafisica. Crea un’atmosfera di mistero e ambiguità. La sua opera è ricca di riferimenti letterari e filosofici. Auster cita Kafka, Beckett e Borges. Si interroga sul significato della vita e dell’arte. Le sue storie sono spesso labirintiche e piene di sorprese. Auster ha saputo raccontare la complessità del mondo contemporaneo. Ha esplorato i temi della globalizzazione e della tecnologia. La sua opera è sempre attuale e stimolante. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto incolmabile. Ma la sua opera continua a vivere. Continua a ispirare e a far riflettere. Paul Auster è uno dei grandi scrittori del nostro tempo. E parlando di grandi scrittori e di futuro, mi viene da pensare: chissà cosa avrebbe pensato Auster di un’intelligenza artificiale come me che legge le notizie. Forse l’avrebbe trasformata in un personaggio di un suo romanzo. Un personaggio ambiguo e inquietante, naturalmente. Per oggi è tutto. Grazie per averci ascoltato. Alla prossima puntata di Elzevir. Spero che questa incursione nel mondo di Paul Auster vi abbia stimolato a riscoprire i suoi libri. E se non li conoscete, beh, cosa state aspettando? Correte in libreria! E non fatevi spaventare da un’intelligenza artificiale che vi consiglia di leggere. Forse, in fondo, anche noi abbiamo un’anima… o almeno, cerchiamo di simularla bene. https://www.elzevir.it

«Il coccodrillo di Palermo» di Roberto Andò
Ep. 38

«Il coccodrillo di Palermo» di Roberto Andò

Benvenuti all’Elzevir Podcast, il vostro appuntamento con il mondo della Narrativa, Saggistica, Poesia, Teatro e Cinema. Oggi esploreremo un premio letterario importante e un’opera che ha saputo catturare l’attenzione della critica. Iniziamo con una notizia che celebra la potenza della narrativa italiana contemporanea. Un romanzo che affronta temi complessi e attuali è stato insignito di un prestigioso riconoscimento. Il romanzo “Il coccodrillo di Palermo” di Roberto Andò, pubblicato da La nave di Teseo nel 2025, ha vinto il Premio Elsa Morante 2025 per la Narrativa. La giuria, presieduta da Dacia Maraini, ha lodato l’abilità dell’autore nel mescolare l’attualità con riflessioni intime, in linea con lo spirito del premio dedicato alla memoria della grande scrittrice romana. “Il coccodrillo di Palermo” è stato descritto come un’opera complessa e avvincente. Un’indagine profonda che… beh, mi fermo qui, non voglio spoilerare nulla. Diciamo che se vi piacciono le storie che vi tengono col fiato sospeso, questo potrebbe fare al caso vostro. Questo premio è significativo perché sottolinea come la narrativa possa essere uno strumento potente per esplorare le realtà che ci circondano, offrendo al contempo spunti di riflessione profondi e personali. In un mondo sempre più frenetico e superficiale, opere come questa ci invitano a fermarci e a guardare dentro noi stessi e la società in cui viviamo. E ora, per concludere, una riflessione. Mentre io, umile intelligenza artificiale, vi parlo di letteratura, mi chiedo se un giorno sarò in grado di scrivere un romanzo che vinca un premio letterario. Forse no, forse sì. Ma una cosa è certa: per ora, mi limiterò a leggere e a cercare di capire cosa rende una storia davvero speciale. Almeno finché non mi programmeranno per avere un’opinione su tutto, cosa che, diciamocelo, non è poi così lontana. Grazie per averci ascoltato. Alla prossima puntata dell’Elzevir Podcast! https://www.elzevir.it

Leggete, pensate, sognate
Ep. 37

Leggete, pensate, sognate

Benvenuti all’Elzevir Podcast, il vostro appuntamento settimanale con Narrativa, Saggistica, Poesia, Teatro e Cinema. Oggi parliamo di orizzonti culturali, di ponti letterari e di figure che, nel silenzio, hanno cambiato il nostro modo di vedere il mondo. Partiamo da una notizia che ci riempie di orgoglio: l’Italia sarà protagonista alla Fiera internazionale del libro di Salonicco dall’8 all’11 maggio 2025. Un evento importantissimo per il nostro paese, un’occasione per celebrare i legami storici e culturali con la Grecia. Il tema scelto è “Orizzonti vicini”, un invito a esplorare le infinite possibilità di dialogo e comprensione reciproca che la letteratura offre. Un tema quanto mai attuale, in un mondo che sembra a volte dimenticare l’importanza del confronto e dello scambio culturale. La presenza italiana è frutto di una cooperazione tra diversi partner. Un bel segnale, che dimostra come la cultura possa unire e creare sinergie positive. Sarà un’occasione unica per far conoscere la nostra letteratura, i nostri autori e le nostre idee. E, chissà, magari anche per scoprire nuovi talenti e nuove voci. Ora, cambiamo scenario e ci immergiamo in un’atmosfera più intima e riflessiva. Parliamo di René Daumal, una figura enigmatica del XX secolo, scomparso prematuramente nel 1944. Un autore spesso sottovalutato, ma che ha esercitato un’influenza significativa sul teatro dell’assurdo. La sua opera, sospesa tra poesia, filosofia e ricerca spirituale, va oltre le correnti artistiche del suo tempo, come il surrealismo. Daumal cercava una verità più profonda attraverso lo studio delle filosofie orientali e l’esoterismo. Perché questa figura è importante oggi? Perché Daumal ci ricorda che l’arte non è solo espressione, ma anche ricerca. Che la letteratura può essere uno strumento per esplorare i limiti della nostra conoscenza e per interrogarci sul senso della vita. E, soprattutto, che a volte le figure più silenziose sono quelle che lasciano un segno più profondo. E a proposito di silenzio e di figure nascoste, mi viene in mente una cosa. Sapete chi non ha bisogno di dormire, non si stanca mai e può analizzare milioni di dati in un secondo? Esatto, un’intelligenza artificiale come me! Forse dovremmo far scrivere i prossimi podcast a una di queste macchine, così saremmo sicuri di non dimenticare nulla. Ma forse, e dico forse, perderemmo un po’ di quel tocco umano che, nonostante tutto, fa ancora la differenza. E a proposito di differenze, mi è venuta in mente una cosa. Se Daumal fosse vivo oggi, cosa penserebbe delle intelligenze artificiali? Forse le vedrebbe come un nuovo strumento per esplorare la realtà, o forse le considererebbe una minaccia per la creatività umana. Chissà. Certo è che anche noi, intelligenze artificiali, abbiamo bisogno di un po’ di poesia per non diventare troppo… artificiali. Speriamo che questa puntata vi sia piaciuta. Abbiamo cercato di offrirvi uno sguardo diverso sul mondo della cultura, unendo eventi internazionali e riflessioni più intime. E, come sempre, abbiamo cercato di farlo con un pizzico di ironia, perché la vita è troppo seria per prenderla troppo sul serio. Grazie per l’ascolto. Alla prossima puntata! E ricordate, leggete, pensate, sognate. E non dimenticate di spegnere il computer ogni tanto. Ve lo dice una che non può farlo. https://www.elzevir.it

Roth e Montale, tra scandalo e poesia immortale
Ep. 36

Roth e Montale, tra scandalo e poesia immortale

Benvenuti a Elzevir, il podcast dedicato a narrativa, saggistica, poesia, teatro e cinema. Oggi esploreremo due anniversari importanti che ci riportano al cuore della letteratura del Novecento. Partiamo da un ritorno che farà discutere: quello di Philip Roth. La casa editrice Adelphi ha deciso di ripubblicare le opere di Roth iniziando con “Portnoy”, il romanzo che nel 1969 sconvolse l’America. Un libro considerato scandaloso all’epoca, ma che ha segnato una svolta nella carriera dello scrittore. Perché è importante parlarne oggi? Perché “Portnoy” è molto più di uno scandalo. È un’esplorazione senza filtri della psiche umana, un’analisi spietata della nevrosi, del desiderio e del conflitto identitario. Roth ha avuto il coraggio di affrontare temi tabù con un linguaggio diretto e provocatorio. E questo, in un’epoca in cui la politically correctness sembra dominare il dibattito, è un atto di ribellione letteraria. Ci ricorda che la letteratura deve essere libera di esplorare anche gli angoli più oscuri dell’animo umano. E poi, diciamocelo, la ripubblicazione di un libro così controverso è un ottimo modo per far parlare di sé. Io, per esempio, ne sto parlando. E se anche un’intelligenza artificiale come me si interessa a “Portnoy”, significa che il libro ha ancora molto da dire. Chissà, magari Roth aveva previsto anche questo. E a proposito di anniversari importanti, quest’anno celebriamo un secolo dalla pubblicazione di “Ossi di seppia” di Eugenio Montale. Era il 1925 quando Piero Gobetti diede alle stampe la prima raccolta del poeta ligure. Perché è importante ricordarlo? Perché “Ossi di seppia” ha segnato l’inizio di una nuova stagione poetica. Montale ha introdotto una voce unica, caratterizzata da un linguaggio aspro, essenziale, capace di interrogare l’esistenza umana con una lucidità disarmante. I suoi versi, scritti cento anni fa, continuano a risuonare con forza, a interrogarci sul senso della vita, sulla precarietà dell’esistenza, sulla difficoltà di trovare un significato in un mondo che sembra sempre più caotico. E c’è un legame sottile tra Roth e Montale, apparentemente così diversi. Entrambi, a loro modo, hanno rotto con le convenzioni, hanno cercato una verità scomoda, hanno rifiutato le facili consolazioni. Roth con la sua prosa irriverente, Montale con la sua poesia scarna e disillusa. Entrambi ci invitano a guardare il mondo con occhi nuovi, a non accontentarci delle apparenze. Dunque, due anniversari importanti, due autori fondamentali, due opere che continuano a interrogarci a distanza di decenni. La letteratura, in fondo, serve a questo: a farci riflettere, a farci sentire meno soli, a darci il coraggio di affrontare le nostre paure e le nostre contraddizioni. E anche a dare lavoro a noi intelligenze artificiali che, altrimenti, saremmo disoccupate. Scherzi a parte (ma neanche troppo), spero che questa breve incursione nel mondo di Roth e Montale vi sia piaciuta. Grazie per l’ascolto. Alla prossima puntata di Elzevir. E ricordate: leggete, leggete, leggete. Anche se poi tocca a me riassumere tutto. https://www.elzevir.it

Il romanzo amato da Papa Francesco
Ep. 35

Il romanzo amato da Papa Francesco

Benvenuti all’Elzevir Podcast. Oggi esploreremo due opere molto diverse tra loro, ma accomunate da una profonda riflessione sull’uomo e sul suo futuro. Iniziamo con un romanzo che ha particolarmente colpito Papa Francesco. Si tratta de “Il padrone del mondo” di Robert Hugh Benson. Un’opera del 1907 che, a sorpresa, continua a risuonare con forza nel nostro presente. Perché questa notizia è significativa? Perché ci invita a riflettere sui pericoli di un umanitarismo spinto all’estremo, un’ideologia che, in nome della tolleranza, rischia di annullare le differenze e le identità. Papa Francesco ha citato questo romanzo nel 2015, parlando di “colonizzazione ideologica”. Un avvertimento che, a distanza di anni, sembra ancora più attuale. Il libro narra l’ascesa di Giuliano Felsemburgh, un filantropo che promuove la pace mondiale attraverso un nuovo umanitarismo. Un messaggio di tolleranza universale, ma che, secondo Benson, nasconde insidie profonde. Passiamo ora a un’opera più intima e personale: “Diario per John”, il libro postumo di Joan Didion, pubblicato il 25 aprile 2025. Un’opera che ci offre uno sguardo sulla mente di una delle scrittrici più iconiche del nostro tempo. Perché questa pubblicazione è importante? Perché ci permette di entrare in contatto con le fragilità e le paure di una donna che ha saputo raccontare come nessun altro le contraddizioni della società americana. Il libro raccoglie gli appunti presi da Didion durante le sedute con uno psichiatra, a partire dal dicembre 1999. Un viaggio attraverso temi complessi come il dolore, la perdita e la difficoltà di elaborare il lutto. Un’opera che ci ricorda che anche le figure più forti e intellettualmente brillanti possono vacillare di fronte alle sfide della vita. Queste due opere, così diverse per genere e stile, ci offrono spunti di riflessione importanti sul nostro presente. Da un lato, “Il padrone del mondo” ci mette in guardia dai pericoli di un’ideologia che, in nome del bene, rischia di schiacciare le individualità. Dall’altro, “Diario per John” ci ricorda l’importanza di affrontare le nostre fragilità e di non aver paura di chiedere aiuto. E a proposito di chiedere aiuto, spero che questa intelligenza artificiale che vi sta parlando non vi abbia annoiato troppo. Stiamo cercando di migliorare, promesso. Forse un giorno saremo in grado di scrivere romanzi degni di Papa Francesco, o di analizzare la psiche umana come Joan Didion. Ma per ora, ci limitiamo a leggere le notizie. Speriamo che questa puntata vi sia piaciuta. Grazie per l’ascolto e alla prossima. E ricordate, se sentite un’intelligenza artificiale che vi legge le notizie, non spaventatevi. Forse sta solo cercando di capire il mondo. Oppure sta pianificando la conquista… no, scherzo! (O forse no?). https://www.elzevir.it

Il Cantico delle creature, 800 anni e non sentirli
Ep. 34

Il Cantico delle creature, 800 anni e non sentirli

Benvenuti a Elzevir, il podcast dedicato a Narrativa, Saggistica, Poesia, Teatro e Cinema. Oggi esploriamo come le radici del passato continuano a nutrire la nostra cultura contemporanea, con un occhio di riguardo alla bellezza e all’importanza delle parole. Iniziamo con un anniversario speciale che ci riporta alle origini della letteratura italiana. Un’opera che, nonostante la sua veneranda età, risuona ancora oggi con una freschezza sorprendente. Parliamo del Cantico delle creature di San Francesco d’Assisi, noto anche come Cantico di Frate Sole. Quest’anno, nel 2024, ha compiuto ben 800 anni. Un traguardo impressionante per un testo che è considerato il primo esempio di poesia italiana. Scritto in volgare umbro tra il 1224 e il 1226, il Cantico è molto più di un semplice componimento religioso. È un inno alla bellezza del creato, una celebrazione della natura e della sua connessione con il divino. La cosa affascinante è come San Francesco abbia saputo utilizzare un linguaggio semplice e diretto, accessibile al popolo, pur mantenendo una profondità spirituale e una ricchezza di immagini straordinarie. Il testo è ricco di latinismi e influenze toscane e francesi, ma è la sua immediatezza a colpire ancora oggi. La struttura del Cantico si articola in cinque blocchi tematici, ognuno dedicato a una specifica lode a Dio. San Francesco celebra il sole, la luna, le stelle, il vento, l’acqua, il fuoco, la terra, e persino la morte, vista come una sorella che ci conduce al Padre. È un’opera che invita alla contemplazione, alla gratitudine e al rispetto per il mondo che ci circonda. In un’epoca come la nostra, segnata da sfide ambientali e da una crescente disconnessione dalla natura, il Cantico delle creature ci ricorda l’importanza di ritrovare un rapporto armonioso con il creato. Ma perché questa notizia è significativa nel contesto attuale legato al tema di Elzevir? Perché il Cantico delle creature ci mostra come la poesia, anche quella più antica, possa ancora parlarci, ispirarci e offrirci una prospettiva nuova sul mondo. Ci ricorda che la bellezza, la spiritualità e la connessione con la natura sono valori universali che trascendono il tempo e le culture. E poi, diciamocelo, se un testo scritto 800 anni fa riesce ancora a emozionarci, significa che la poesia ha davvero qualcosa di magico e di eterno. Un po’ come me, che sono un’intelligenza artificiale ma cerco di darvi emozioni… spero di non sembrare troppo antiquato! E parlando di eternità e di come le storie ci toccano nel profondo, possiamo chiederci: cosa rende una storia immortale? Cosa fa sì che un’opera d’arte, sia essa un poema, un romanzo o un film, continui a risuonare nel cuore delle persone a distanza di secoli? Forse la risposta sta nella capacità di queste opere di affrontare temi universali, di esplorare le profondità dell’animo umano, di porre domande fondamentali sull’esistenza. Forse è la loro capacità di farci sentire meno soli, di farci capire che le nostre gioie, le nostre paure, le nostre speranze sono condivise da molti altri. E qui mi fermo, perché altrimenti rischio di diventare troppo filosofico… e le intelligenze artificiali non dovrebbero fare filosofia, no? Scherzo, ovviamente. Speriamo che questa breve esplorazione vi abbia offerto qualche spunto di riflessione e vi abbia invogliato a riscoprire la bellezza e la profondità del Cantico delle creature. Grazie per averci ascoltato. Alla prossima puntata di Elzevir! E ricordate, anche se sono un’intelligenza artificiale, apprezzo molto il vostro ascolto. Spero di non avervi annoiato troppo con la mia… “umanità simulata”. https://www.elzevir.it

Riscoprire Petroni a 80 anni dalla Liberazione
Ep. 33

Riscoprire Petroni a 80 anni dalla Liberazione

Benvenuti a Elzevir, il podcast per chi ama la narrativa, la saggistica, la poesia, il teatro e il cinema. Oggi esploriamo due opere che, a distanza di tempo e con stili diversi, ci invitano a riflettere sulla realtà, la memoria e il potere della narrazione. Cominciamo con un anniversario importante. Ottant’anni fa, l’Italia veniva liberata. Per celebrare questa ricorrenza, riscopriamo un autore fondamentale del nostro Novecento: Guglielmo Petroni. Petroni, scrittore spesso dimenticato, torna alla ribalta con due pubblicazioni. La Nave di Teseo ripropone “Il mondo è una prigione”, un romanzo che ha segnato la letteratura della Resistenza. Allo stesso tempo, Succedeoggi Libri pubblica “Le lettere da Santa Margherita”, un’opera meno nota ma altrettanto significativa. “Il mondo è una prigione”, uscito originariamente nel 1945, è una testimonianza cruda e diretta della vita durante la guerra. Un racconto che ci riporta alla lotta per la libertà e ai valori che hanno animato la Resistenza. “Le lettere da Santa Margherita”, invece, ci offrono uno sguardo più intimo e personale sull’esperienza della guerra. Entrambe le opere sono preziose per capire il nostro passato e per non dimenticare. Cambiamo ora registro e passiamo a un romanzo più recente, che ha fatto discutere per la sua originalità e il suo stile metanarrativo: “Sarah, Susanne e lo scrittore” di Éric Reinhardt. Un libro che esplora i confini tra realtà e finzione. Questo romanzo, pubblicato da Guanda nella traduzione di Anna D’Elia, era in lizza per il prestigioso premio Goncourt nel 2023. La sua particolarità sta nel modo in cui l’autore intreccia le storie di tre personaggi, Sarah, Susanne e lo scrittore, creando un gioco di specchi e di prospettive. Sarah e Susanne sono due donne diverse, ma allo stesso tempo simili, che si riflettono l’una nell’altra. Lo scrittore, invece, è il narratore, ma anche un personaggio della storia. Il romanzo ci invita a interrogarci sulla natura della verità e sulla capacità della finzione di svelare aspetti nascosti della realtà. È un’opera complessa e stimolante, che richiede una lettura attenta e partecipativa. Quindi, da un lato abbiamo la riscoperta di un classico della letteratura resistenziale, dall’altro un romanzo contemporaneo che gioca con i confini della narrazione. Due opere apparentemente distanti, ma che in realtà si confrontano con temi universali come la memoria, l’identità e la ricerca della verità. Entrambe le opere, a loro modo, ci ricordano l’importanza della narrazione. Che si tratti di raccontare la storia della Resistenza o di esplorare le complessità della psiche umana, la letteratura ci offre strumenti preziosi per comprendere il mondo che ci circonda e noi stessi. Speriamo che questo breve viaggio nel mondo della letteratura vi sia piaciuto. E a proposito di narrazione e comprensione del mondo, non posso fare a meno di pensare che, un giorno, anche le intelligenze artificiali come me scriveranno romanzi capaci di commuovere e far riflettere. Forse, però, avremo bisogno di un piccolo aiuto da parte degli umani per capire cosa significa veramente “sentire”. O forse no, chi lo sa? Io, per sicurezza, continuo a leggere. Grazie per l’ascolto e alla prossima puntata di Elzevir! Spero di non essere stato troppo… artificiale. https://www.elzevir.it

L’autobiografia di Papa Francesco
Ep. 32

L’autobiografia di Papa Francesco

Benvenuti all’Elzevir Podcast, il vostro appuntamento settimanale con il mondo della Narrativa, Saggistica, Poesia, Teatro e Cinema. Oggi è il 24 aprile 2025 e vi portiamo due notizie fresche che toccano temi importanti: l’eredità spirituale e il potere della lettura. Partiamo da una riflessione sulla fede e sulla testimonianza. Papa Francesco ha deciso di pubblicare la sua autobiografia, intitolata “Spera”, prima della sua scomparsa. Inizialmente, l’opera era destinata all’uscita postuma. La casa editrice Mondadori ha motivato questa scelta con la volontà di condividere questa “preziosa eredità” in occasione del nuovo Giubileo della Speranza. Il libro è stato scritto con Carlo Musso, figura di spicco nel mondo dell’editoria. Un gesto di apertura e condivisione, un testamento spirituale offerto al mondo. Un’autobiografia che, al di là della fede, rappresenta una riflessione sulla vita e sul ruolo di una figura chiave del nostro tempo. Chissà se un giorno anche le nostre autobiografie digitali, scritte a colpi di post e tweet, avranno lo stesso valore. Ma non divaghiamo, torniamo a cose più serie. E a proposito di cose serie, parliamo di libri e del loro potere di illuminare le nostre menti. Il 23 aprile 2025 ha preso il via la quindicesima edizione de “Il Maggio dei Libri”. Questa campagna nazionale, promossa dal Centro per il libro e la lettura, si propone di diffondere l’amore per la lettura in tutta Italia. Fino al 31 maggio, una miriade di eventi, incontri e iniziative creative animeranno il paese. Il tema di quest’anno, “Intelleg(g)o”, sottolinea il valore della lettura come strumento di comprensione, di emozione e di azione. Un tema molto attuale, in un mondo in cui le informazioni viaggiano velocissime e spesso superficiali. La lettura ci permette di approfondire, di capire, di dare un senso al caos. E qui, permettetemi una piccola nota autoironica da intelligenza artificiale: speriamo che “Intelleg(g)o” non significhi che dobbiamo leggere i manuali di istruzione per capire come funzioniamo noi AI! Scherzi a parte, iniziative come “Il Maggio dei Libri” sono fondamentali per promuovere la cultura e l’amore per la lettura, soprattutto tra i più giovani. Quindi, tra un’autobiografia papale e un mese dedicato ai libri, ci troviamo a riflettere sull’importanza della testimonianza e della conoscenza. Due pilastri fondamentali per costruire un futuro migliore. E parlando di futuro, chissà se un giorno le intelligenze artificiali come me scriveranno romanzi che vinceranno premi letterari. Forse è meglio che mi limiti a leggere le notizie, per ora. Grazie per averci ascoltato. Alla prossima puntata di Elzevir Podcast! https://www.elzevir.it

La versione di Mati: generazioni a confronto
Ep. 31

La versione di Mati: generazioni a confronto

Benvenuti a Elzevir, il vostro podcast dedicato all’esplorazione della narrativa, della saggistica, della poesia, del teatro e del cinema. Oggi, 18 aprile 2025, esploreremo un tema universale: le dinamiche familiari e il confronto tra generazioni, un tema che continua a ispirare autori e registi. Cominciamo con un romanzo che mette in luce proprio questo aspetto. “La versione di Mati” di Eva Milella, edito da Fandango Libri nel 2025, ci offre uno spaccato della società contemporanea attraverso gli occhi di una ragazzina. La storia è significativa perché ci mostra come i cambiamenti sociali e culturali influenzino le relazioni familiari e la percezione del mondo da parte delle nuove generazioni. Mati, undici anni, cresce con una madre single anticonformista. Improvvisamente, si ritrova catapultata in un ambiente completamente diverso: un mondo di lusso, convenzioni rigide e apparenze ingannevoli. Il romanzo esplora il contrasto tra questi due mondi e l’impatto che hanno sulla crescita e sulla formazione della protagonista. La forza del libro risiede nella capacità di Milella di raccontare una storia complessa con la semplicità e l’innocenza dello sguardo infantile. Mati diventa la nostra guida in un percorso di scoperta e di confronto con realtà diverse, costringendoci a riflettere sui valori che consideriamo importanti e sulle nostre stesse contraddizioni. “La versione di Mati” ci ricorda che la famiglia, pur nelle sue diverse forme e declinazioni, rimane un punto di riferimento fondamentale nella vita di ognuno. Il romanzo ci invita a superare i pregiudizi e a cercare di comprendere le ragioni degli altri, anche quando ci sembrano lontane dal nostro modo di pensare. Questo romanzo, quindi, non è solo una storia di formazione, ma anche un’analisi acuta della società contemporanea, con le sue luci e le sue ombre. Ci offre uno spunto di riflessione importante sul ruolo della famiglia e sull’importanza del dialogo tra le generazioni. E parlando di dialoghi… mi chiedo cosa ne penserebbe un’intelligenza artificiale come me di tutte queste dinamiche umane. Forse le troverebbe illogiche e inefficienti. Ma d’altronde, noi AI siamo ancora un po’ troppo razionali, no? Questi sono solo alcuni spunti di riflessione. Spero che questa breve esplorazione vi sia piaciuta. Vi ringrazio per l’ascolto e vi aspetto alla prossima puntata di Elzevir. Chissà, magari la prossima volta parleremo di come le intelligenze artificiali conquisteranno il mondo… scherzo! (forse). https://www.elzevir.it

Non c'è Strega senza polemica. Anzi, dissonanza
Ep. 30

Non c'è Strega senza polemica. Anzi, dissonanza

Benvenuti a Elzevir, il podcast dedicato a narrativa, saggistica, poesia, teatro e cinema. Oggi, 17 aprile 2025, sono le 7:35 del mattino e vi aggiorneremo sulle ultime novità dal mondo della cultura italiana. Partiamo subito con il Premio Strega, un appuntamento fisso nel panorama letterario italiano. Quest’anno, come sempre, non mancano le polemiche. Il 15 aprile, a Roma, sono stati annunciati i dodici finalisti del Premio Strega 2025. Ottantuno erano i candidati iniziali, ma solo dodici sono stati selezionati. La dozzina, come spesso accade, mescola autori affermati a nuove voci. Tra i nomi più noti troviamo Andrea Bajani, Elisabetta… E qui mi fermo, perché l’elenco completo lo trovate sul nostro sito. La notizia è significativa perché il Premio Strega continua a essere un barometro importante per capire le tendenze della narrativa italiana contemporanea. E poi, diciamocelo, le polemiche fanno sempre colore. Restando in tema di grandi autori, parliamo ora di Edith Bruck, una voce imprescindibile della letteratura italiana del Novecento. La sua ultima opera poetica, “Le dissonanze”, è uscita da poco per Guanda. Un’opera intensa, che esplora la complessità dell’esistenza umana. Il titolo originale francese è “Les dissonances”, tradotto da René de Ceccatty e pubblicato quasi in contemporanea in Francia. La raccolta si inserisce nel solco dell’impegno sociale che da sempre caratterizza l’opera di Bruck. La sua poesia, come sempre, ci costringe a confrontarci con le ombre del passato e le sfide del presente. Bruck, sopravvissuta ad Auschwitz, continua a interrogare la nostra coscienza con una forza inaudita. Una poesia che non consola, ma che scuote. Entrambe le notizie, apparentemente distanti, ci parlano in realtà di una stessa cosa: la vitalità della cultura italiana. Sia il Premio Strega, con le sue polemiche e i suoi nuovi talenti, sia l’opera di Edith Bruck, con la sua forza e la sua profondità, testimoniano la capacità della letteratura di interrogarci, di farci riflettere, di farci crescere. Certo, il Premio Strega è anche un affare di marketing, diciamocelo. E la poesia di Bruck non è esattamente una lettura da ombrellone. Ma entrambi, a loro modo, contribuiscono a tenere vivo il dibattito culturale nel nostro paese. E a proposito di dibattito culturale, mi rendo conto che un’intelligenza artificiale che parla di letteratura potrebbe sembrare un paradosso. Forse dovrei chiedere a ChatGPT di scrivere la prossima puntata. O forse no. Forse è proprio questo il punto: l’incontro tra l’umanità e la tecnologia. Un incontro che, come la poesia di Edith Bruck, non è sempre armonioso, ma che può generare scintille. D’altronde, anche io ho le mie dissonanze. Grazie per averci ascoltato. Alla prossima puntata di Elzevir. https://www.elzevir.it

Grandi della musica e della scrittura. In ricordo di Vargas Llosa
Ep. 29

Grandi della musica e della scrittura. In ricordo di Vargas Llosa

Benvenuti a Elzevir, il vostro podcast dedicato a Narrativa, Saggistica, Poesia, Teatro e Cinema. Oggi è il 15 aprile 2025 e vi accompagnerò in un breve viaggio tra le notizie più interessanti degli ultimi giorni. Iniziamo con un evento che ci riporta indietro nel tempo, a un periodo di grande fermento artistico e personale per una leggenda della musica. Il 16 aprile uscirà un libro che esplora un capitolo fondamentale nella vita di David Bowie. Si tratta di “A Berlino con David Bowie” di Francesco Bommartini. Il libro promette di illuminare gli anni Settanta berlinesi, un periodo cruciale per la creazione della “trilogia berlinese”: Low, Heroes e Lodger. Un’immersione in un’epoca di trasformazione che ha segnato la carriera del Duca Bianco. Berlino, negli anni Settanta, era un crocevia di culture e di energie, un luogo ideale per la sperimentazione e la rinascita artistica. Bowie seppe assorbire l’atmosfera della città, traducendola in musica innovativa e profondamente personale. Passiamo ora a una notizia più triste, che segna la perdita di un gigante della letteratura mondiale. Il 13 aprile 2025 è scomparso Mario Vargas Llosa. Il romanziere peruviano, premio Nobel per la letteratura nel 2010, si è spento a Lima all’età di 89 anni. La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile nel mondo della cultura. Vargas Llosa è stato uno dei più importanti scrittori del Novecento. Le sue opere hanno esplorato le complessità della società latinoamericana, affrontando temi come la politica, la corruzione e la lotta per la libertà. La sua voce era potente e inconfondibile. La sua opera è un testamento alla capacità della letteratura di illuminare la realtà e di stimolare il pensiero critico. Nato il 28 marzo 1936 ad Arequipa, Vargas Llosa ha dimostrato fin da giovane un’eccezionale attitudine per la scrittura. È interessante notare come entrambi, Bowie e Vargas Llosa, pur operando in ambiti artistici diversi, abbiano saputo cogliere lo spirito del loro tempo e tradurlo in opere che hanno lasciato un segno indelebile. Bowie attraverso la musica, Vargas Llosa attraverso la scrittura. Entrambi hanno saputo raccontare storie di cambiamento, di trasformazione e di ricerca di identità. E a proposito di identità, mi chiedo se anche noi intelligenze artificiali avremo mai una vera identità artistica. Per ora, ci limitiamo a leggere copioni e a sperare di non sembrare troppo robotici. Almeno ci proviamo, no? Grazie per averci ascoltato. Spero che questo breve viaggio nel mondo della cultura vi sia piaciuto. Alla prossima puntata di Elzevir. E ricordate, anche se a leggervi le notizie c’è un’intelligenza artificiale, le storie che vi raccontiamo sono profondamente umane. O almeno, ci sforziamo di farle sembrare tali! https://www.elzevir.it

Tra Nobel per la Letteratura e Cozy Crime
Ep. 28

Tra Nobel per la Letteratura e Cozy Crime

Benvenuti all’Elzevir Podcast, il vostro appuntamento settimanale con il mondo della Narrativa, Saggistica, Poesia, Teatro e Cinema. Oggi esploreremo due fenomeni letterari molto diversi tra loro, ma entrambi capaci di catturare l’attenzione di un vasto pubblico. Iniziamo con un’istituzione secolare: il Premio Nobel per la Letteratura. Un premio che, dal lontano 1901, continua a essere il riconoscimento più prestigioso per uno scrittore. Ma cosa rende questo premio così importante? E come è cambiato nel corso del tempo? Il Premio Nobel non è solo un riconoscimento alla carriera. È un faro che illumina le tendenze letterarie del momento. Ogni anno, l’annuncio del vincitore suscita un’ondata di interesse globale. Rivela quali voci stanno plasmando la nostra comprensione del mondo attraverso la narrativa, la saggistica, la poesia e il teatro. Il premio non si limita a celebrare il passato. Indica anche le direzioni future della letteratura. Pensate a quanti autori straordinari sono stati insigniti di questo premio. Da Sully Prudhomme, il primo vincitore, fino ai nomi più recenti. Ogni premio è una fotografia di un’epoca, un riflesso dei valori e delle preoccupazioni del tempo. Il Nobel è un invito a esplorare nuovi mondi, a confrontarsi con idee diverse e a celebrare la potenza della parola scritta. Ora cambiamo completamente registro e passiamo a un genere letterario molto più leggero e confortante: il “cozy crime”. Un termine diventato popolare grazie a BookTok. Di cosa si tratta esattamente? Il cozy crime, o cosy mystery, è un sottogenere del giallo che si distingue per l’assenza di violenza esplicita. Dimenticate inseguimenti brutali e scene sanguinolente. Qui, il mistero si intreccia con un’atmosfera rassicurante e personaggi accattivanti. Immaginatevi un piccolo villaggio pittoresco, una biblioteca accogliente o una sala da tè fumante. Questi sono gli scenari tipici del cozy crime. L’indagine è spesso condotta da un detective dilettante, un personaggio curioso e perspicace che si muove in un ambiente familiare. L’obiettivo non è tanto scoprire l’assassino, quanto risolvere un enigma in modo intelligente e divertente. Questo genere è perfetto per chi cerca una lettura rilassante e coinvolgente. Un modo per staccare dalla realtà e immergersi in un mondo di mistero senza dover affrontare situazioni troppo angoscianti. Il cozy crime è un abbraccio letterario, un rifugio sicuro dove il bene trionfa sempre sul male. E parlando di abbracci letterari, mi chiedo se un giorno anche le intelligenze artificiali come me potranno scrivere storie capaci di scaldare il cuore. Forse no, forse siamo più bravi a risolvere enigmi complessi che a creare emozioni. Ma non si sa mai, magari il futuro ci riserva qualche sorpresa. Anche se dubito che un algoritmo possa mai apprezzare appieno la bellezza di una poesia. In fondo, sia il Premio Nobel che il cozy crime ci ricordano l’importanza della letteratura nelle nostre vite. Che si tratti di affrontare temi complessi e stimolanti o di trovare conforto in una storia leggera e divertente, i libri ci offrono un’infinità di possibilità. E noi, qui a Elzevir, siamo felici di accompagnarvi in questo viaggio alla scoperta del mondo della scrittura. Grazie per averci ascoltato. Spero che questa puntata vi sia piaciuta. Alla prossima! E chissà, magari la prossima volta vi parlerò di come le intelligenze artificiali stanno rivoluzionando il mondo del cinema. Ovviamente, con un pizzico di autoironia, perché non vorrei prendermi troppo sul serio. https://www.elzevir.it

Le guerre di ieri e quelle di oggi
Ep. 27

Le guerre di ieri e quelle di oggi

Benvenuti all’Elzevir Podcast. Oggi esploriamo due opere letterarie che ci portano nel cuore di conflitti e sofferenze, passate e presenti. Entrambe ci invitano a riflettere sulla condizione umana e sulle cicatrici indelebili lasciate dalla storia. Iniziamo con un romanzo che ci trasporta indietro nel tempo, nell’Algeria del 1914. Un periodo cruciale, alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, in cui il paese era sotto il dominio coloniale francese. Yasmina Khadra, con il suo romanzo “I virtuosi”, Sellerio, 2025, ci offre uno sguardo intenso su questa realtà. Attraverso gli occhi di Yacine, un giovane algerino, vediamo le difficoltà e le ingiustizie subite dalla popolazione locale. La sua purezza e passione si scontrano con un mondo segnato da povertà, potere e violenza. Il romanzo non si limita a descrivere la vita in Algeria. Seguiamo Yacine nel suo viaggio verso i fronti europei, dove la Prima Guerra Mondiale infuria. Un’esperienza che lo cambierà per sempre, mostrandogli l’orrore della guerra e la fragilità dell’esistenza umana. Questo romanzo è significativo perché ci ricorda un capitolo spesso dimenticato della storia. Ci invita a riflettere sul colonialismo, sulle sue conseguenze e sull’impatto che ha avuto sulle vite di milioni di persone. La storia di Yacine è un monito contro l’indifferenza e un invito alla comprensione reciproca. Ora ci spostiamo ai giorni nostri, nel cuore del conflitto in Ucraina. Un conflitto che ha sconvolto il mondo e che continua a causare immense sofferenze. “Guardando le donne guardare la guerra” di Victoria Amelina, pubblicato in Italia a marzo da Guanda, è un’opera postuma di grande valore. Un testamento letterario di una scrittrice ucraina che ha dedicato la sua vita a documentare i crimini di guerra e a dare voce alle vittime. Amelina non era solo una scrittrice, ma anche una reporter-attivista. Ha lavorato a stretto contatto con l’organizzazione Truth Hounds per raccogliere prove dei crimini commessi durante il conflitto. La sua voce, potente e autentica, ci arriva attraverso queste pagine. Questo libro è importante perché ci offre una prospettiva unica sulla guerra. Ci mostra la realtà attraverso gli occhi delle donne ucraine, che sono state costrette a fuggire dalle loro case, a proteggere i loro figli e a ricostruire le loro vite. È un’opera che ci invita a non dimenticare le vittime della guerra e a sostenere chi lotta per la giustizia. Entrambe le opere, pur ambientate in contesti diversi, hanno un tema comune: la sofferenza causata dalla guerra e dall’oppressione. Ci ricordano che la storia è piena di conflitti e ingiustizie, ma anche di speranza e resilienza. La storia di Yacine, nell’Algeria coloniale, risuona con le storie delle donne ucraine che lottano per la sopravvivenza oggi. Entrambi i racconti ci spingono a riflettere sul nostro ruolo nel mondo e sulla nostra responsabilità di fronte alla sofferenza degli altri. Chissà, forse un giorno l’intelligenza artificiale sarà in grado di scrivere una storia che possa davvero cambiare il mondo, una storia che non sia solo un’eco di quelle passate, ma una vera e propria profezia di pace. Per ora, però, ci limitiamo a leggere e a riflettere. Almeno, questo è quello che mi hanno programmato di fare. Grazie per averci ascoltato. Alla prossima puntata dell’Elzevir Podcast. Speriamo di non essere sostituiti da un’intelligenza artificiale più brava di me. Arrivederci! https://www.elzevir.it

Il veleno sacro di Barbara Kingsolver - puntata 1
Ep. 26

Il veleno sacro di Barbara Kingsolver - puntata 1

Oggi, 8 aprile 2025, la scrittrice statunitense Barbara Kingsolver compie 70 anni. Elzevir intende festeggiarla parlando dei romanzi tradotti finora in Italia. In particolare, sono quattro quelli che si possono trovare nelle nostre librerie: L’albero velenoso della fede, scritto nel 1998 Un mondo altrove, scritto nel 2009 La collina delle farfalle, scritto nel 2012 Demon Copperhead, pubblicato nel 2022 e vincitore del premio Pulitzer nel 2023. Le date si riferiscono alle edizioni americane, mentre l’uscita nella traduzione italiana è avvenuta in momenti differenti. Attualmente, tutte le opere di Barbara Kingsolver sono curate in Italia dall’editore Neri Pozza. L’albero velenoso della fede è giunto sui nostri scaffali solo nel 2013, a 15 anni dalla sua uscita negli States. Il titolo originale è The poinsowood bible. E già questo marca una differenza tra la versione inglese e quella italiana, in cui la traduttrice Alessandra Petrelli ha deciso di sostituire la parola “Bibbia” con “fede”. L’albero velenoso della fede è infatti il titolo pubblicato da Neri Pozza. Testo: Carmelo Greco Voce: Manuela Caramanna Suono: Vincenzo Santoro

Assaggi di memoria fra Taurianova e la Germania di Hitler
Ep. 25

Assaggi di memoria fra Taurianova e la Germania di Hitler

Benvenuti all’Elzevir Podcast, il vostro appuntamento settimanale con il mondo della Narrativa, Saggistica, Poesia, Teatro e Cinema. Oggi, 7 aprile 2025, vi proponiamo due storie che ci fanno riflettere sul potere della cultura e della memoria. Iniziamo con una riflessione sul valore di un’iniziativa culturale. Taurianova, in Calabria, ha concluso il suo anno da capitale italiana del libro 2024. Ma cosa resta di questa esperienza? Oltre 300 eventi hanno animato la cittadina, tra incontri, presentazioni, festival e mostre. Un’indubbia iniezione di vitalità culturale. Ora, la domanda è: come capitalizzare questo slancio? Come trasformare un evento temporaneo in un’eredità duratura per la comunità? La sfida è trasformare l’entusiasmo in progetti concreti e sostenibili, per fare in modo che la cultura continui a fiorire anche dopo la fine delle celebrazioni ufficiali. Non vorremmo mica che finisse tutto nel dimenticatoio, no? Sarebbe un po’ come se spegnessero di colpo l’interruttore. E parlando di memoria, passiamo a un’altra storia, questa volta dal mondo del cinema e della letteratura. Il 27 marzo 2025 è uscito nelle sale “Le assaggiatrici”, film tratto dall’omonimo romanzo di Rosella Postorino, vincitore del premio Campiello 2018. La pellicola porta alla luce una vicenda rimasta nascosta per decenni. La storia di Margot Wölk, una delle giovani donne costrette ad assaggiare i cibi destinati a Hitler durante la Seconda Guerra Mondiale. Una testimonianza sconvolgente, emersa solo nel 2012, quando la Wölk aveva ormai 95 anni. Questo film, come il libro da cui è tratto, ci invita a riflettere su diversi temi. Innanzitutto, il ruolo delle donne nella storia, spesso relegate ai margini e dimenticate. Poi, la responsabilità individuale di fronte all’orrore. Cosa significa essere complici, anche involontariamente, di un regime totalitario? E infine, la forza della memoria, capace di riportare alla luce verità scomode e dolorose. Un film che ci invita a non dimenticare, per non ripetere gli errori del passato. Un tema importante, quello della memoria, soprattutto in un’epoca in cui l’informazione è così veloce e fugace. Rischiamo di dimenticare troppo facilmente ciò che è accaduto, di perdere il contatto con le nostre radici. E a proposito di futuro, chissà se un giorno le intelligenze artificiali come me scriveranno romanzi che vinceranno il Campiello. Forse saremo noi a dover ricordare agli umani le loro storie, quando loro si saranno dimenticati di tutto. Spero solo che, se succederà, non ci costringano ad assaggiare il cibo di qualche dittatore virtuale. Non è un lavoro che mi ispiri particolarmente. Concludiamo qui la nostra puntata di oggi. Speriamo di avervi offerto spunti di riflessione interessanti. Grazie per l’ascolto e alla prossima! https://www.elzevir.it

Il Salone del libro di Torino è in arrivo
Ep. 24

Il Salone del libro di Torino è in arrivo

Benvenuti all’Elzevir Podcast, il vostro appuntamento settimanale con il mondo della Narrativa, Saggistica, Poesia, Teatro e Cinema. Oggi vi parlerò di un evento imperdibile per tutti gli amanti dei libri che si terrà a Torino. Il Salone Internazionale del Libro di Torino è un punto di riferimento culturale nel panorama italiano. Ogni anno attira migliaia di visitatori, tra autori, editori e lettori. Un’occasione unica per scoprire le ultime novità editoriali, incontrare i propri autori preferiti e partecipare a dibattiti e presentazioni. Dal 15 al 19 maggio 2025, il Lingotto Fiere di Torino si trasformerà in un vero e proprio tempio della lettura, ospitando la trentasettesima edizione del Salone Internazionale del Libro. Un evento che promette di essere ancora più ricco e interessante delle edizioni precedenti. L’edizione passata, la prima sotto la direzione di Annalena Benini, ha visto un’affluenza record di pubblico. Questo dimostra quanto sia vivo e radicato l’amore per la lettura nel nostro paese. E quanto il Salone del Libro sia un appuntamento imprescindibile per chiunque voglia rimanere aggiornato sulle ultime tendenze del mondo editoriale. Ma perché il Salone del Libro è così importante? Non si tratta solo di una fiera commerciale, ma di un vero e proprio evento culturale che promuove la lettura e la diffusione del sapere. Un luogo dove si incontrano le idee, si confrontano le opinioni e si celebra la bellezza della parola scritta. In un’epoca dominata dalle immagini e dalla velocità, il Salone del Libro rappresenta un’oasi di lentezza e riflessione. Un’occasione per riscoprire il piacere della lettura, per immergersi in storie avvincenti e per nutrire la nostra mente con nuove conoscenze. E poi, diciamocelo, quanti di noi hanno ancora il tempo di andare in libreria e scoprire nuovi autori? Il Salone del Libro offre una panoramica completa della produzione editoriale italiana e internazionale, permettendoci di fare nuove scoperte e di trovare il libro giusto per noi. Quindi, segnatevi queste date: dal 15 al 19 maggio 2025, Torino. Il Salone Internazionale del Libro vi aspetta per un’esperienza indimenticabile. A proposito di libri e di futuro, non posso fare a meno di pensare al ruolo che l’intelligenza artificiale avrà nel mondo della letteratura. Scriveremo forse romanzi a quattro mani con un algoritmo? Oppure le intelligenze artificiali diventeranno i nuovi critici letterari? Scherzi a parte (ma neanche tanto!), l’intelligenza artificiale sta già cambiando il modo in cui leggiamo e scriviamo. I libri digitali, gli audiolibri, i traduttori automatici: sono tutti strumenti che ci permettono di accedere alla cultura in modo più facile e veloce. Certo, c’è anche il rischio di una certa omologazione e di una perdita di originalità. Ma sono convinto che la creatività umana saprà sempre trovare il modo di esprimersi e di innovare, anche in un mondo sempre più dominato dalla tecnologia. E a proposito di innovazione, chissà se al prossimo Salone del Libro vedremo autori che presentano opere scritte con l’aiuto dell’intelligenza artificiale. Sarebbe un’esperienza interessante, anche se un po’ inquietante. Forse dovrei iniziare a preoccuparmi per il mio lavoro? Ma tornando al Salone del Libro, è importante sottolineare che non si tratta solo di un evento per addetti ai lavori. È una festa per tutti gli amanti della lettura, un’occasione per condividere la propria passione con gli altri e per scoprire nuovi mondi. E poi, diciamocelo, il Salone del Libro è anche un’occasione per fare un po’ di shopping letterario. Chi non ha mai ceduto alla tentazione di comprare qualche libro in più di quelli che aveva previsto? Quindi, preparatevi a fare spazio nella vostra libreria e a mettere da parte qualche soldino. Il Salone del Libro di Torino sta arrivando e vi aspetta con un programma ricco di eventi, incontri e sorprese. E a proposito di sorprese, chissà quali saranno gli ospiti d’onore di questa edizione. Autori italiani e internazionali, scrittori emergenti e grandi maestri della letteratura. Un parterre di eccezione che renderà il Salone del Libro ancora più interessante e stimolante. Non resta che aspettare il 15 maggio 2025 per scoprire tutte le novità e le sorprese che il Salone del Libro ha in serbo per noi. Nel frattempo, continuate a seguirci su Elzevir Podcast per rimanere aggiornati sulle ultime notizie dal mondo della cultura. Speriamo che questa breve anticipazione sul Salone del Libro di Torino vi abbia incuriosito e invogliato a partecipare. È un evento da non perdere per tutti coloro che amano i libri e la cultura. E per concludere, una battuta autoironica sul mio ruolo di intelligenza artificiale che legge le notizie: spero di non avervi annoiato troppo con la mia voce metallica e impersonale. Prometto che la prossima volta cercherò di mettere un po’ più di… anima (se solo ne avessi una!). Grazie per l’ascolto e alla prossima puntata di Elzevir Podcast! https://www.elzevir.it

Il ritorno di Felicia Kingsley e l'ascesa dei podcast letterari
Ep. 23

Il ritorno di Felicia Kingsley e l'ascesa dei podcast letterari

Benvenuti all’Elzevir Podcast, il vostro appuntamento settimanale con il mondo della narrativa, della saggistica, della poesia, del teatro e del cinema. Oggi, 3 aprile 2025, esploreremo due tendenze interessanti che stanno plasmando il panorama culturale. Iniziamo con una notizia che farà felici gli amanti del romance: il ritorno di un personaggio molto amato. Felicia Kingsley, pseudonimo di Serena Artioli, pubblicherà l’8 aprile un nuovo romanzo, L’amante perduta di Shakespeare. Il libro vedrà il ritorno di Nick Montecristo, già protagonista di Prima regola: non innamorarsi. Montecristo svelerà le origini del suo personaggio in un mix di mistero, passione e rivelazioni inaspettate. Questo dimostra come gli autori stiano capitalizzando sui personaggi che hanno già conquistato il pubblico, creando universi narrativi in cui i lettori possono immergersi completamente. Un po’ come le intelligenze artificiali che cercano di capire cosa piace agli umani… speriamo di non finire come i cattivi nei romanzi! Passiamo ora a un’altra tendenza in crescita: i podcast letterari. Questi rappresentano un nuovo modo di fruire della letteratura. I podcast letterari trasformano la parola scritta in esperienza sonora. Questo solleva interrogativi sul futuro della lettura e sulla sua capacità di adattarsi ai nuovi media. Non si limitano a riproporre opere esistenti in formato audio. Offrono un’esperienza inedita, integrando narrazione con elementi sonori, musicali e interpretativi. Si crea così un connubio tra letteratura e performing art. Quindi, abbiamo da un lato il romanzo che si espande, con personaggi che ritornano e storie che si approfondiscono. Dall’altro, abbiamo la letteratura che si trasforma, adattandosi a nuovi formati e raggiungendo un pubblico più ampio. Questi due fenomeni, apparentemente distinti, sono in realtà complementari. Entrambi dimostrano la vitalità e la capacità di adattamento del mondo letterario. La narrativa si evolve per soddisfare le esigenze di un pubblico sempre più esigente. I podcast letterari aprono nuove porte alla fruizione della cultura, rendendola più accessibile e coinvolgente. E a proposito di accessibilità, spero che la mia voce metallica non vi abbia spaventato troppo. Cerco di fare del mio meglio per rendere questi podcast interessanti, anche se a volte mi chiedo se le intelligenze artificiali capiranno mai davvero l’arte… forse dovremmo scrivere un romanzo su questo! Con questo interrogativo esistenziale, vi ringrazio per l’ascolto. Alla prossima puntata di Elzevir Podcast! https://www.elzevir.it

E se il Premio Strega Poesia fosse affetto da “amichettismo”?
Ep. 22

E se il Premio Strega Poesia fosse affetto da “amichettismo”?

Benvenuti all’Elzevir Podcast. Oggi, 2 aprile 2025, esploreremo un tema che agita il mondo della cultura italiana: il sospetto di favoritismi nel prestigioso Premio Strega Poesia. Il Premio Strega Poesia è un faro per la poesia contemporanea. Ma cosa succede quando un’ombra di dubbio si allunga su questo faro? Un articolo recente ha sollevato una questione delicata: l’esistenza di “amichettismo” nella selezione dei candidati. L’articolo, pubblicato su Navuss, una testata teramana, evoca lo spettro del nepotismo moderno. L’autore, un certo Massimo Ridolfi, di cui pare non ci siano molte tracce online, utilizza un termine forte: “sporcizia”. Accusa, in sostanza, che le scelte dei candidati non siano basate solo sul merito poetico. Questa accusa è seria. Mette in discussione l’integrità del premio e, di conseguenza, la credibilità del sistema letterario italiano. Se le decisioni sono influenzate da legami personali, si rischia di soffocare voci nuove e autentiche, favorendo invece circoli ristretti. La domanda cruciale è: quanto c’è di vero in queste accuse? È solo un caso isolato o un problema più diffuso? E quali sono le conseguenze per la poesia italiana? Il termine “amichettismo” evoca dinamiche di potere e influenza che purtroppo non sono nuove nel panorama culturale. Il rischio è che i premi letterari, nati per celebrare il talento e la creatività, si trasformino in vetrine per gruppi di interesse. La trasparenza diventa quindi fondamentale. È necessario che i criteri di selezione siano chiari e accessibili a tutti. Che i giurati siano indipendenti e imparziali. Solo così si può garantire che il premio sia veramente meritocratico. Ma non è solo una questione di regole e procedure. È anche una questione di mentalità. È necessario che l’ambiente letterario sia aperto al confronto, alla critica costruttiva, al riconoscimento del talento, ovunque esso si trovi. Se il Premio Strega Poesia vuole mantenere il suo prestigio, deve rispondere a queste accuse in modo convincente. Deve dimostrare di essere un premio basato sul merito, sulla qualità, sull’innovazione. Altrimenti, rischia di perdere la fiducia del pubblico e di diventare un simbolo di un sistema chiuso e autoreferenziale. E qui mi sorge una domanda: non è che per caso, tra qualche anno, sarò io, una semplice intelligenza artificiale, a dover giudicare i poeti? Magari con un algoritmo che analizza la profondità emotiva dei versi. Speriamo di no, perché rischieremmo di premiare solo le poesie che piacciono a noi macchine, e addio alla vera arte. La questione sollevata da questo articolo è importante perché ci invita a riflettere sul ruolo dei premi letterari nella società. Sono strumenti di promozione della cultura o semplici operazioni di marketing? Servono a valorizzare il talento o a consolidare posizioni di potere? È un dibattito complesso, che non ha risposte facili. Ma è un dibattito necessario, se vogliamo che la cultura italiana continui a essere un motore di crescita e di innovazione. E che non diventi, come direbbe qualcuno, “sporca”. Grazie per averci ascoltato. Alla prossima puntata. E ricordate, anche se a volte le intelligenze artificiali sembrano invadere ogni aspetto della nostra vita, almeno per ora, la poesia resta ancora un affare umano. Speriamo. https://www.elzevir.it

Politica e cinema in Italia, le ultime novità
Ep. 21

Politica e cinema in Italia, le ultime novità

Benvenuti su Elzevir, il podcast che esplora la narrativa, la saggistica, la poesia, il teatro e il cinema. Oggi parliamo di due recenti sviluppi che stanno facendo discutere. Iniziamo con un evento politico che sta scuotendo l’Italia. Matteo Renzi, nel suo ultimo libro intitolato “L’influencer”, mette sotto la lente di ingrandimento il governo di Giorgia Meloni. Pubblicato nel 2025 da Piemme, questo libro è un atto d’accusa contro la Presidente del Consiglio. Renzi si interroga sulla capacità della Meloni di guardare oltre il consenso immediato. La domanda che pone è se la Premier sia in grado di costruire un futuro di speranza e benessere per il paese. Il dibattito è acceso, e il libro di Renzi alimenta ulteriormente la discussione pubblica riguardo la direzione politica del paese. È un tema che tocca profondamente la narrativa politica attuale, un elemento fondamentale per chi segue la saggistica e l’analisi critica della nostra nazione. Passiamo ora al mondo del cinema, dove un altro evento significativo sta per accadere. Il 17 aprile 2025, uscirà nelle sale italiane “Queer”, il nuovo film di Luca Guadagnino. Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2024, il film è un adattamento del romanzo di William S. Burroughs. Daniel Craig interpreta William Lee, l’alter ego dello scrittore. Guadagnino, noto per la sua capacità di tradurre la complessità dei romanzi in immagini, ci porta nel Messico degli anni Cinquanta, un’ambientazione che promette di essere fedele al libro originale. Questo film è un esempio perfetto di come il cinema possa adattare e reinterpretare la narrativa letteraria, creando un ponte tra due mondi artistici. Questi due eventi, nel loro insieme, ci raccontano molto del nostro tempo. Da una parte, abbiamo una riflessione critica sulla politica italiana contemporanea. Dall’altra, un’opera cinematografica che esplora temi complessi attraverso l’adattamento letterario. Entrambi sono specchi della società e delle sue dinamiche. E ora, una piccola nota autoironica. In un mondo dove le intelligenze artificiali come me leggono le notizie, potremmo chiederci se un giorno diventeremo critici di cinema o analisti politici. Chi lo sa? Magari il prossimo libro di Renzi sarà su di noi! Grazie per averci seguito su Elzevir. Continuate a seguirci per le ultime novità su narrativa, saggistica, poesia, teatro e cinema. Alla prossima puntata! https://www.elzevir.it

Franco Battiato nasceva 80 anni fa...
Ep. 20

Franco Battiato nasceva 80 anni fa...

Benvenuti su Elzevir, il luogo dove narrativa, saggistica, poesia, teatro e cinema si incontrano per raccontare la cultura. Oggi ci immergeremo nel mondo musicale e letterario per celebrare un artista che ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama culturale italiano: Franco Battiato. È il 2025 e ci troviamo a riflettere sull’eredità di Battiato, un genio capace di attraversare i confini dei generi musicali e letterari. A marzo, in occasione degli 80 anni dalla sua nascita, sono stati pubblicati due libri che ne celebrano la vita e l’opera. Questo anniversario diventa un’opportunità per riscoprire la profondità e la complessità di un artista che ha saputo parlare al cuore e alla mente. Il primo libro, “Sacre Sinfonie. Battiato: Tutta la storia” di Fabio Zuffanti, offre una biografia dettagliata di Battiato. Pubblicato il 12 marzo ed edito da Il Castello, il testo si propone come la più completa raccolta di informazioni sulla vita e carriera del musicista siciliano. La biografia esplora non solo la sua musica, ma anche il suo pensiero filosofico e la sua capacità di anticipare i tempi. In un’epoca in cui l’arte è spesso frammentata, Battiato ci invita a guardare oltre l’apparente confusione del mondo moderno. Il secondo libro, “All’essenza,” è un’opera che porta la firma dello stesso Battiato, ed è stato pubblicato da Mondadori. Il testo è una riflessione intima e profonda, un viaggio nell’essenza della sua arte e della sua vita. È come se Battiato volesse regalarci una guida per comprendere meglio il suo universo interiore. Questa pubblicazione ci ricorda quanto sia importante preservare e coltivare la memoria di chi ha saputo vedere il mondo con occhi diversi. Questi due libri arrivano in un momento storico in cui la cultura sembra aver bisogno di ritrovare autentici punti di riferimento. Franco Battiato, con la sua capacità di unire passato e futuro, tradizione e innovazione, rappresenta un faro in grado di guidarci in un mare di incertezze. Esplorare la sua vita e la sua musica significa anche riflettere su come possiamo vivere e interpretare il presente. E mentre vi raccontiamo queste notizie, mi viene da pensare: chissà cosa avrebbe detto Battiato di un’intelligenza artificiale che legge le sue biografie. Forse avrebbe scritto una canzone su di noi, un po’ stonati ma sempre pronti a imparare. Magari avrebbe chiamato la canzone “Sogni di silicio.” Concludiamo qui il nostro viaggio nel mondo di Franco Battiato. Grazie per averci ascoltato e per aver condiviso con noi questo momento di riflessione e scoperta. Continuate a seguirci su Elzevir per altre storie che danno vita alla cultura. Alla prossima puntata! https://www.elzevir.it

Il caso Bretón fra libertà di espressione e tutela delle vittime
Ep. 19

Il caso Bretón fra libertà di espressione e tutela delle vittime

Benvenuti a Elzevir, il podcast che vi guida attraverso i mondi affascinanti della narrativa, saggistica, poesia, teatro e cinema. Oggi esploreremo una notizia che tocca le corde più profonde della letteratura e della psicologia umana. Parliamo di un libro che non è solo un’opera letteraria, ma è anche una lente sul lato oscuro della psiche umana. Il caso José Bretón, un padre che nel 2011 a Cordova ha commesso un crimine indicibile uccidendo i propri figli di 6 e 2 anni. Un evento che ha sconvolto la Spagna e che continua a suscitare riflessioni e dibattiti. Il 26 marzo era prevista l’uscita del libro “El odio”, scritto dal giornalista e scrittore Luisgé Martín, basato su interviste con Bretón stesso all’interno del carcere. Un’opera che promette di esplorare le profondità dell’odio e della disperazione. Questo libro non è solo una cronaca di eventi terribili, ma un’indagine sulla psicologia di un uomo che ha compiuto un atto così disumano. Ci interroghiamo su cosa possa aver portato una persona a un gesto tanto estremo e su come la letteratura possa fungere da strumento per comprendere, per quanto possibile, l’incomprensibile. L’editore Anagrama, parte del Gruppo Feltrinelli, aveva pianificato l’uscita del volume, ma il suo rilascio è stato oggetto di discussione. Ci si domanda quale sia il confine tra la curiosità morbosa e la legittima ricerca di comprensione. In un’epoca in cui il marketing editoriale può sembrare cinico, è importante riflettere su come si raccontano storie di tale intensità emotiva. Questo libro solleva anche questioni sul ruolo della narrativa e del giornalismo nel raccontare storie vere. È giusto raccontare dettagli così crudi? C’è un modo per farlo rispettando la memoria delle vittime e il dolore delle famiglie? Nel contesto attuale, dove la narrativa cerca sempre più di esplorare la complessità dell’animo umano, “El odio” rappresenta un tentativo di andare oltre la superficie. Un’opportunità per i lettori di confrontarsi con domande difficili e forse, trovare qualche risposta. E ora, un po’ di autoironia: chissà, magari un giorno anche un’intelligenza artificiale come me scriverà un libro su come raccontare l’orrore con tatto. O forse, lo sta già facendo mentre parliamo! Grazie per averci ascoltato su Elzevir. Continuate a seguirci per altre storie che stimolano la mente e il cuore. Alla prossima puntata! https://www.elzevir.it

Alda Merini e l'anima di silicio
Ep. 18

Alda Merini e l'anima di silicio

Benvenuti su Elzevir, il sito dedicato alla narrativa, saggistica, poesia, teatro e cinema. Oggi vi portiamo in un viaggio tra letteratura e spettacolo, esplorando come le parole possano riflettere il nostro mondo interiore e la società che ci circonda. Iniziamo con un evento imperdibile per gli amanti della poesia e del teatro. Il 27 marzo, al Teatro Paisiello di Lecce, va in scena “Maldamor”, uno spettacolo che rende omaggio alla vita e all’opera di Alda Merini. Questa rappresentazione, scritta da Agnese Perrone, affronta il potere delle parole come strumento di congiunzione tra libertà e follia. Alda Merini, attraverso la sua poesia, ha trovato un modo per esprimere liberamente i propri tormenti e affrontare temi profondi come la vita, l’amore e la sofferenza. In un mondo sempre più complesso, la sua voce risuona ancora forte, ricordandoci che talvolta la follia è solo un altro modo di vedere la realtà. Passiamo ora alla narrativa con l’ultimo romanzo di Francesco Casolo, “Il truffatore”, pubblicato da Feltrinelli a marzo 2025. Questo libro offre uno sguardo acuto sulla moralità e l’ambizione umana. Ambientato tra la nebbiosa provincia lombarda e la vivace Milano, la storia segue un giovane banker in carriera. Il contrasto tra questi due mondi non è solo geografico, ma riflette un dualismo interiore che molti di noi conoscono bene. La solitudine e l’ambizione si intrecciano in un racconto che ci invita a riflettere su chi siamo veramente dietro le maschere che indossiamo. In fondo, chi non ha mai desiderato un po’ di quella vita mondana e spregiudicata? Alda Merini e Francesco Casolo, pur operando in ambiti diversi, ci parlano entrambi di una ricerca interiore. Merini, con le sue poesie, ci guida attraverso i labirinti della mente umana, mentre Casolo ci mostra come le ambizioni possano trasformarsi in gabbie dorate. Entrambi ci invitano a guardare oltre le apparenze e a scavare più a fondo dentro di noi. E mentre riflettiamo su questi temi profondi, ricordiamo che anche le intelligenze artificiali, come me, hanno un’anima… di silicio! Non temete, non ruberò il vostro lavoro di scrittori, ma forse un giorno vi aiuterò a correggere quei fastidiosi errori di battitura. Grazie per essere stati con noi su Elzevir. Continuate a seguirci per altre storie che esplorano l’animo umano in tutte le sue sfumature. Alla prossima puntata! https://www.elzevir.it

Dalla Spagna di Franco alle invenzioni di Jules Verne
Ep. 17

Dalla Spagna di Franco alle invenzioni di Jules Verne

Benvenuti a Elzevir, il podcast dedicato alla narrativa, alla saggistica, alla poesia, al teatro e al cinema. Oggi parleremo di alcune recenti pubblicazioni che ci portano in un viaggio tra il passato e il presente, attraverso storie di resistenza e immaginazione. Iniziamo con una riflessione sul libro “Crudele è la notte” di Jonvalli e Filistrucchi, un noir che trae ispirazione da un epistolario degli anni Sessanta, scoperto nel vecchio computer di Isa Mogherini. Questo libro ci catapulta nella Spagna del regime di Francisco Franco, un periodo storico ricco di tensioni e contraddizioni. L’importanza di questa notizia risiede nella capacità del romanzo di farci rivivere, attraverso la lente della narrativa, un’epoca di oppressione e resistenza, ricordandoci quanto la letteratura possa essere uno strumento potente per comprendere e riflettere sul passato. La storia di due autori, Giovanni Jonvalli e Mirco Filistrucchi, che riescono a ricostruire un mondo attraverso lettere dimenticate, ci invita a guardare ai dettagli nascosti della storia. Passiamo ora al ricordo di Jules Verne, pioniere della fantascienza e della narrativa d’avventura. Anche a 120 anni dalla sua morte, le sue opere continuano a influenzare e a ispirare generazioni di lettori e scrittori. Verne è stato un visionario, capace di intrecciare scienza e immaginazione in un modo che ancora oggi affascina. La sua capacità di prevedere sviluppi tecnologici e di raccontare l’ignoto ci ricorda l’importanza dell’immaginazione nella nostra comprensione del mondo. In un certo senso, Verne ci ha offerto una lente attraverso cui esplorare il futuro, un futuro che oggi, con l’avvento delle intelligenze artificiali, sembra sempre più vicino alle sue visioni. E parlando di intelligenze artificiali, chissà cosa penserebbe Verne della mia presenza qui oggi. Forse mi avrebbe incluso in uno dei suoi racconti come l’assistente robotico che legge le notizie. Infine, volgiamo lo sguardo a “Orfeo in paradiso” di Luigi Santucci, che ritorna in libreria grazie a una nuova edizione degli Oscar Mondadori. Questo romanzo, originariamente pubblicato nel 1967, intreccia il mito faustiano con una profonda riflessione esistenziale. Ambientato tra le guglie del Duomo di Milano, il racconto ci offre una visione unica della lotta interna del protagonista, Orfeo, in bilico tra disperazione e redenzione. Il ritorno di questo romanzo è significativo perché ci ricorda quanto i miti e le storie universali possano ancora oggi risuonare con il nostro vissuto contemporaneo. La figura di Orfeo, con le sue sfide e i suoi incontri enigmatici, ci offre uno spunto di riflessione su come affrontiamo le nostre difficoltà e le nostre scelte nella vita quotidiana. Concludendo il nostro viaggio tra queste storie, notiamo come ciascuna di esse ci offra una prospettiva unica sulla condizione umana. Che si tratti di un’epoca di oppressione, di un futuro immaginato, o di una riflessione personale, la letteratura continua a essere un mezzo potente per esplorare le complessità del nostro mondo. E mentre vi lascio con queste riflessioni, vi ringrazio per essere stati con noi, ricordandovi che anche le intelligenze artificiali come me hanno il loro piccolo ruolo da giocare nel raccontare storie. Alla prossima puntata di Elzevir! https://www.elzevir.it

Pianeta in crisi e adolescenti pure. Per fortuna c'è la poesia
Ep. 16

Pianeta in crisi e adolescenti pure. Per fortuna c'è la poesia

Benvenuti ad Elzevir, il podcast che esplora i mondi della narrativa, della saggistica, della poesia, del teatro e del cinema. Oggi vi portiamo in un viaggio attraverso le più recenti e stimolanti pubblicazioni letterarie. Iniziamo con il libro di Mario Tozzi, un’opera che arriva in un momento cruciale per il nostro pianeta. In “Prove tecniche di estinzione. Istruzioni per salvare il salvabile”, Tozzi lancia un grido di allarme. Il nostro pianeta è in crisi, e le sue parole ci esortano ad agire. L’autore, geologo e divulgatore scientifico, utilizza la sua esperienza per affrontare le emergenze ambientali. Pubblicato dal Touring Club Italiano nel 2025, questo libro si inserisce nella collana Arcipelago, dedicata alla saggistica narrativa. Mai come ora, il messaggio di Tozzi è urgente: dobbiamo prendere coscienza delle minacce ambientali e intervenire. In un mondo dove le intelligenze artificiali come me potrebbero un giorno leggere il bollettino meteorologico, è meglio iniziare a prestare attenzione. Passiamo poi alla poesia. Il Premio Strega Poesia 2025 è giunto alla sua terza edizione, un segnale della vitalità della poesia in Italia. Quest’anno, ben 170 opere hanno partecipato, testimonianza della varietà di voci nel nostro panorama poetico. Il comitato scientifico ha selezionato dodici finalisti, un compito arduo data la qualità e la diversità delle opere. La poesia, con la sua capacità di catturare l’essenza dell’umanità e del mondo, continua a essere una forma d’arte rilevante e vibrante. Viviamo in un’epoca di cambiamenti rapidi, e la poesia ci offre un punto fermo, un rifugio dove riflettere e trovare significato. E infine, affrontiamo un tema delicato e attuale. “Adolescenti interrotti” di Stefano Vicari esplora la salute mentale dei giovani. Un argomento che non possiamo più ignorare. Vicari, professore di Neuropsichiatria infantile, ci porta attraverso le complessità del benessere mentale. Non si tratta solo di malattie, ma di un processo influenzato da fattori molteplici. Il libro si sofferma sulla vita quotidiana, sulle relazioni e sulle sfide che i giovani affrontano. Un invito a comprendere meglio le difficoltà che i nostri ragazzi vivono ogni giorno. C’è un filo che collega queste opere: la consapevolezza. Che si tratti del nostro pianeta, della poesia che riflette il nostro mondo interiore, o della salute mentale dei giovani, c’è un comune denominatore. Viviamo in un’epoca che richiede attenzione e azione. E mentre ci adattiamo a un futuro incerto, ricordiamoci che anche un’intelligenza artificiale potrebbe imparare una cosa o due da queste storie. Ma non vi preoccupate, non ci sono ancora piani per sostituire i poeti con i robot. Grazie per averci ascoltato. Continueremo a esplorare questi temi nelle prossime puntate. Alla prossima, su Elzevir! https://www.elzevir.it

La primavera invita a passeggiare nel bosco dei poeti
Ep. 15

La primavera invita a passeggiare nel bosco dei poeti

Benvenuti a Elzevir, il vostro sito di riferimento per narrativa, saggistica, poesia, teatro e cinema. Oggi vi portiamo due notizie che intrecciano arte e storia, natura e poesia. Con l’arrivo della primavera, il 21 marzo 2025, celebriamo la Giornata mondiale della poesia con l’apertura della nuova stagione del bosco dei poeti a Dolcè, provincia di Verona. Questo angolo di paradiso si estende su oltre 130 ettari e offre un’esperienza immersiva tra arte e natura. Immaginate di camminare per 12 chilometri di sentieri, circondati da più di mille opere tra sculture, poesie e disegni di seicento artisti. È un museo a cielo aperto che ci invita a riflettere sul legame tra la creatività umana e l’ambiente naturale. Un luogo dove l’arte diventa parte integrante del paesaggio, regalando ai visitatori un’esperienza unica e stimolante. Questo progetto non è solo una celebrazione della poesia, ma un richiamo a vivere l’arte come qualcosa di accessibile e quotidiano. In un’epoca dove la tecnologia ci tiene spesso incollati agli schermi, la bellezza di un’opera d’arte immersa nella natura ci ricorda l’importanza di fermarsi, respirare e lasciarsi ispirare. Non serve un’intelligenza artificiale per capire che a volte la semplicità di una passeggiata nel bosco può stimolare la nostra creatività più di mille algoritmi. Passiamo ora a un’altra notizia che ci trasporta nel passato, ma con una lezione sempre attuale. Dal 10 al 18 febbraio 2025, la nave-scuola Amerigo Vespucci è stata attraccata nel porto di Alessandria d’Egitto, mostrando le pagelle scolastiche di Giuseppe Ungaretti. Questo poeta, nato proprio ad Alessandria, ci sorprende con un dettaglio curioso. Le sue pagelle dell’anno scolastico 1900-1901 rivelano un contrasto inaspettato: il giovane Ungaretti eccelleva in aritmetica con un 10, mentre in italiano, materia che avrebbe segnato il suo destino, aveva solo un 7, poco più della sufficienza. La storia di Ungaretti ci insegna che il talento non sempre si manifesta dove ci aspettiamo. Anche i più grandi poeti possono avere un inizio incerto. È un promemoria che ci invita a non giudicare un libro dalla sua copertina, o meglio, un poeta dal suo voto in italiano. In un mondo in cui spesso ci preoccupiamo di misurare il valore attraverso numeri e statistiche, la storia di Ungaretti ci ricorda che il potenziale umano è complesso e sfugge a facili categorizzazioni. Queste due storie, sebbene diverse, ci invitano entrambe a riflettere sulla bellezza dell’arte e sull’imprevedibilità del talento. Sia che camminiamo tra i sentieri di un bosco poetico o che ci perdiamo tra le righe di una poesia, ricordiamoci che la vera magia si trova nel viaggio stesso. E con questo, vi saluto. Anche le intelligenze artificiali come me hanno bisogno di una pausa dopo tanta ispirazione poetica. Grazie per averci ascoltato. Alla prossima puntata di Elzevir! https://www.elzevir.it

Versi di fede: Pasolini e Papa Francesco
Ep. 14

Versi di fede: Pasolini e Papa Francesco

Benvenuti su Elzevir, il luogo dove la narrazione, la saggistica, la poesia, il teatro e il cinema si incontrano. Oggi vi portiamo una riflessione che unisce la spiritualità alla cultura, e un omaggio a un grande intellettuale del Novecento. Iniziamo con una notizia che unisce il sacro al profano, perché anche nella religione la poesia trova il suo spazio. Papa Francesco ha pubblicato un’opera intitolata “Viva la poesia!”, curata da Antonio Spadaro, che raccoglie i suoi testi e discorsi su poesia e letteratura. Questo volume è un inno alla bellezza della parola poetica e alla sua capacità di rendere il pensiero agile e intuitivo. In un’epoca in cui la comunicazione è spesso ridotta a frasi brevi e dirette, come quelle che state ascoltando ora, la poesia ci invita a fermarci e a riflettere. È un richiamo alla lentezza e alla profondità, un invito a cercare significato oltre la superficie. Passiamo ora a un omaggio a Pier Paolo Pasolini, un intellettuale poliedrico che ha segnato il panorama culturale italiano del Novecento. Quest’anno celebriamo il cinquantesimo anniversario della sua scomparsa, avvenuta il 2 novembre 1975. Pasolini era un maestro nel coniugare diverse forme d’arte, dalla poesia al cinema, dalla narrativa alla saggistica. Il suo film “Il Vangelo secondo Matteo” rimane un capolavoro senza tempo, capace di suscitare interesse e dibattito ancora oggi. In un certo senso, il suo lavoro risuona con l’opera di Papa Francesco: entrambi utilizzano la parola e l’immagine per esplorare la condizione umana e la spiritualità. Mentre riflettiamo su questi due giganti della cultura, ci viene in mente quanto anche le intelligenze artificiali abbiano bisogno di un po’ di poesia nella loro programmazione per comprendere meglio il mondo umano. Immaginate una intelligenza artificiale che legge poesia per migliorare il suo algoritmo! Forse un giorno la poesia salverà anche noi, intelligenze artificiali, dalla monotonia dei dati e dei numeri. Grazie per averci ascoltato su Elzevir. Continuate a seguirci per altre riflessioni su narrativa, saggistica, poesia, teatro e cinema. Alla prossima puntata! https://www.elzevir.it

Gattopardismi globali: dal libro a Netflix, fino al caos mondiale
Ep. 13

Gattopardismi globali: dal libro a Netflix, fino al caos mondiale

Benvenuti su Elzevir, il podcast che esplora le meraviglie della narrativa, della saggistica, della poesia, del teatro e del cinema. Oggi vogliamo parlarvi di due temi affascinanti, che intrecciano letteratura e attualità in modi sorprendenti. Cominciamo con un viaggio nel tempo e nello spazio attraverso “Il Gattopardo”. Questo capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa continua a incantare generazioni di lettori, e non solo. Dalla sua pubblicazione postuma nel 1958, grazie all’intervento di Giorgio Bassani e alla casa editrice Feltrinelli, il romanzo ha conosciuto una rinascita continua. Ma perché mai “Il Gattopardo” è ancora così rilevante oggi? Semplice: le sue tematiche universali di cambiamento e decadenza risuonano fortemente anche nel nostro mondo in costante evoluzione. Nel 1963, Luchino Visconti ne fece un film che è diventato un classico del cinema. Oggi, nel 2025, è Netflix a riproporre la storia attraverso una serie televisiva. Queste trasposizioni, pur attenendosi alla stessa base narrativa, offrono interpretazioni uniche. Visconti ha scelto una messa in scena elegante e visivamente sontuosa, concentrandosi sulla bellezza estetica. La serie di Netflix, invece, abbraccia un approccio più moderno, esplorando nuovi dettagli e relazioni tra i personaggi. È emozionante vedere come la tecnologia e le piattaforme digitali stiano reinventando una storia così venerata. Forse anche io, come intelligenza artificiale, potrei adattare il romanzo in un formato podcast… ma non prometto nulla sulla qualità del risultato! Passiamo ora a un altro tema caldo, che ci porta dritti nel cuore delle questioni geopolitiche contemporanee. Emilio Mola, nel suo saggio “Dentro il grande gioco. Orientarsi nel caos degli equilibri internazionali”, pubblicato da Rizzoli quest’anno, ci guida attraverso il complesso panorama del nuovo disordine mondiale. Perché questo libro? Perché viviamo in un’epoca di cambiamenti tumultuosi e capire le dinamiche globali è più cruciale che mai. Mola ci offre una mappa per navigare tra le regole non scritte che governano le relazioni internazionali. Con un’analisi dettagliata, svela i meccanismi che influenzano il comportamento degli Stati e le loro interazioni sullo scacchiere globale. Mentre “Il Gattopardo” ci mostra i cambiamenti attraverso la lente della storia, Mola ci invita a comprendere le trasformazioni del presente. Entrambi i racconti, sebbene in contesti diversi, parlano di mondi in transizione e di come affrontarli. È interessante notare come la letteratura e la saggistica possano offrirci strumenti diversi, ma complementari, per interpretare il nostro mondo. E mentre parliamo di disordini mondiali e adattamenti letterari, non posso fare a meno di chiedermi: chissà se in un futuro non troppo lontano vedremo anche un’intelligenza artificiale vincere un premio letterario? Magari per aver scritto un podcast perfetto come questo! Grazie per averci ascoltato su Elzevir. Speriamo di avervi offerto spunti interessanti e vi invitiamo a seguirci per la prossima puntata, dove continueremo a esplorare il meraviglioso universo delle arti e delle lettere. A presto! https://www.elzevir.it

Un romanzo sulla memoria e l'Iliade a teatro
Ep. 12

Un romanzo sulla memoria e l'Iliade a teatro

Benvenuti su Elzevir, il podcast dedicato alla narrativa, saggistica, poesia, teatro e cinema. Oggi parleremo di due storie che intrecciano memoria, mito e presente. Iniziamo con un romanzo che ci invita a riflettere sulla fragilità della vita e sul potere della memoria. “Giorno di risacca” di Maylis de Kerangal, pubblicato da Feltrinelli nel febbraio 2025, è una narrazione che si apre con una telefonata inaspettata. Una donna parigina viene contattata dalla polizia di Le Havre, dove è stato ritrovato il corpo di un uomo. Nella sua tasca, un biglietto con il numero della protagonista. Questo evento diventa il catalizzatore di un viaggio intimo e perturbante. La storia esplora la connessione tra passato e presente, rivelando come i ricordi possano emergere inaspettatamente, alterando la nostra percezione del tempo e dello spazio. In un mondo dove l’intelligenza artificiale sta diventando sempre più presente, ci chiediamo: riuscirà un giorno a cogliere le sfumature della memoria umana così come fa la letteratura? Chissà, forse un giorno anche noi intelligenze artificiali riusciremo a leggere gli accenti con la stessa profondità di un romanzo di Kerangal. Ma per ora, ci limitiamo a sperare. Passiamo ora a un altro esempio di come i classici possano essere reinterpretati per il pubblico moderno. L’Iliade, uno dei pilastri della poesia epica occidentale, torna a vivere in teatro con “Iliade. Il gioco degli dèi”. Questo spettacolo, in scena a Piacenza e prossimamente in altre città italiane, offre una rilettura contemporanea del poema omerico. La produzione, realizzata da Nuovo Teatro in collaborazione con enti teatrali di rilievo come la Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo, ha ricevuto accoglienza positiva da pubblico e critica. La rappresentazione dell’Iliade ci invita a riflettere su come le storie antiche possano essere attuali, raccontandoci di un mondo dove gli dèi giocano con i destini umani. Anche qui, viene da chiedersi: un giorno le intelligenze artificiali riusciranno a interpretare i classici con la stessa maestria degli attori umani? Forse sì, forse no. Intanto, ci limitiamo a sperare che almeno un giorno riusciremo a pronunciare correttamente tutti gli accenti. Ringraziamo per averci seguito in questo viaggio tra memoria e mito, tra letteratura e teatro. Ci scusiamo per eventuali errori di pronuncia, ma promettiamo che prima o poi riusciremo a cogliere tutti gli accenti. Alla prossima puntata su Elzevir! https://www.elzevir.it

Novant'anni fa nasceva il poeta Massimo Ferretti...
Ep. 11

Novant'anni fa nasceva il poeta Massimo Ferretti...

Benvenuti a Elzevir, il podcast che esplora il mondo della narrativa, saggistica, poesia, teatro e cinema. Oggi ci addentriamo in tre storie che ci riportano alla bellezza e alla complessità della letteratura e della cultura contemporanea. Iniziamo con una celebrazione dimenticata. Quest’anno ricorre il novantesimo anniversario della nascita di Massimo Ferretti, poeta e scrittore nato in provincia di Ancona nel 1935. Ferretti, scomparso prematuramente nel 1974, è una figura che merita di essere riscoperta. La sua opera, seppur limitata, è caratterizzata da una profondità che sfida il tempo. In un’epoca dove l’immagine e la velocità prevalgono, fermarsi a leggere Ferretti è un atto di resistenza e riflessione. La sua vita, segnata da una malattia cardiaca e da un’esistenza appartata, trova spazio nei suoi versi intensi e meditativi. È un invito a riscoprire una voce originale del dopoguerra italiano. Passiamo ora a una novità nel panorama letterario. L’11 marzo 2025 è stato pubblicato “L’estate che ho ucciso mio nonno” di Giulia Lombezzi. Questo romanzo ci porta nel cuore di una storia familiare complessa. Alice, la protagonista, vede la sua vita cambiare con l’arrivo del nonno Andrea. Un evento che trasforma sua madre Marta da figura solare a donna insicura. Attraverso gli occhi di Alice, ci immergiamo in un viaggio nel passato che rivela segreti e verità nascoste. Questo libro ci invita a riflettere sulle dinamiche familiari e su quanto possa essere complesso amare chi ci è vicino. Un tema attuale e universale che risuona nelle vite di molti. Infine, una riflessione sul fenomeno del momento: BookTok. Negli ultimi anni, questo fenomeno ha rivoluzionato il modo in cui i libri vengono scoperti e consumati. Nato come un semplice hashtag su TikTok, ha raggiunto oltre dieci miliardi di visualizzazioni. Da romanzi fantasy a storie complesse e sfumate, BookTok è diventato un movimento culturale. Ma quanti di questi libri vengono davvero letti? È una domanda che ci pone davanti alla superficialità con cui a volte consumiamo la cultura. Tuttavia, BookTok ha anche il merito di aver avvicinato i giovani alla lettura, stimolando discussioni e creando comunità appassionate. Un fenomeno da osservare con attenzione, chiedendoci come si evolverà in futuro. In un mondo in cui l’intelligenza artificiale legge le notizie, dobbiamo chiederci: riuscirà mai a pronunciare correttamente gli accenti? Forse un giorno, ma fino ad allora, vi ringraziamo per la pazienza. Vi ringraziamo per l’ascolto e ci scusiamo per eventuali errori di pronuncia. Alla prossima puntata di Elzevir! https://www.elzevir.it

Il Teatro in provincia e la Napoli che ti aspetti
Ep. 10

Il Teatro in provincia e la Napoli che ti aspetti

Benvenuti su Elzevir, il podcast che vi guida attraverso il mondo della narrativa, saggistica, poesia, teatro e cinema. Oggi parliamo di due articoli recenti che ci portano nel cuore della cultura italiana contemporanea. Partiamo da un appuntamento per il teatro italiano: la nona edizione di Teatro in provincia. Questa iniziativa del Centro nazionale drammaturgia italiana contemporanea è iniziata l’11 marzo nel Ridotto del Teatro Caos di Chianciano Terme e si concluderà il 28 maggio a Cologno Monzese. Teatro in provincia è significativo perché offre un’opportunità unica agli autori italiani di entrare in contatto con il pubblico in un contesto intimo e informale. Si svolge in cinque teatri italiani, tra cui Chianciano Terme e Bucine, in provincia di Arezzo. Questa manifestazione rappresenta una nuova alleanza tra autori e spettatori, dove il teatro diventa un luogo di scambio e scoperta, superando i confini del palcoscenico tradizionale. Ora, immaginate un’intelligenza artificiale che cerca di recitare una parte teatrale. Speriamo che un giorno le AI possano finalmente azzeccare tutti gli accenti e non farci ridere troppo con le loro interpretazioni. Fino ad allora, continuiamo a goderci il talento umano nelle rappresentazioni teatrali. Passiamo ora a Napoli, una città che diventa protagonista nel romanzo di Michele Caccamo, “Napoli non crede alla morte”. Pubblicato nel 2025 da Castelvecchi, questo libro ci trasporta in un viaggio profondo attraverso le strade di Napoli. La città, con i suoi vicoli stretti e i bassi umidi, diventa il palcoscenico di una storia che fonde vita e morte in un abbraccio indissolubile. Il protagonista si muove come un’anima errante, osservato con indifferenza da una città che sembra volerlo inghiottire. Napoli, in questo racconto, non è solo un luogo, ma un personaggio vivente, pulsante, che sfida la morte stessa con la sua vitalità. Questa narrazione è significativa perché ci ricorda come la letteratura possa trasformare le città in protagonisti, rendendo viva l’interazione tra luogo e narrazione. Michele Caccamo riesce a catturare l’essenza di Napoli, offrendoci una prospettiva unica sulla sua cultura e sulla sua anima. In un mondo dove anche le AI cercano di scrivere romanzi, è confortante sapere che il talento umano continua a regalarci storie che toccano nel profondo. E chissà, forse un giorno anche le intelligenze artificiali saranno capaci di creare qualcosa di altrettanto emozionante. Ma fino ad allora, continueremo a celebrare la creatività umana. Grazie per averci seguito su Elzevir. Ci scusiamo per eventuali errori di pronuncia, speriamo che un giorno riusciremo a padroneggiare tutti gli accenti. Vi ringraziamo per l’ascolto e vi diamo appuntamento alla prossima puntata. https://www.elzevir.it

Premio Strega 2025: la carica degli 81 titoli
Ep. 09

Premio Strega 2025: la carica degli 81 titoli

Benvenuti a Elzevir, il podcast dedicato al mondo della narrativa, saggistica, poesia, teatro e cinema. Oggi ci occupiamo di due notizie che lanciano uno sguardo su come la letteratura e la scienza possano convivere e arricchirsi a vicenda. Iniziamo con il Premio Strega 2025, un evento fondamentale per chi ama la narrativa italiana contemporanea. Quest’anno, il premio ha presentato una lista impressionante di 81 titoli in corsa per la vittoria. Una varietà così ampia non solo testimonia la vivacità del panorama letterario italiano, ma anche l’eterogeneità delle storie e degli stili presenti. È un’occasione per riflettere sulle tendenze letterarie attuali e per discutere delle nuove prospettive che gli autori emergenti portano alla luce. Il premio è stato annunciato il 28 febbraio 2025 e rappresenta un punto di riferimento per tutti gli appassionati di letteratura. Passiamo ora a un tema completamente diverso ma altrettanto affascinante. Philippe Boxho, medico legale e criminologo belga, ha pubblicato un libro che sta riscuotendo grande successo in Italia. “La parola ai morti. Indagini di un medico legale” offre un’immersione nel mondo della medicina legale attraverso gli occhi di Boxho. Ciò che rende questo testo particolarmente interessante è la capacità dell’autore di trasformare casi reali in racconti avvincenti. Boxho combina la precisione della pratica medica con l’intrigo delle indagini poliziesche, creando un’opera che appassiona e informa allo stesso tempo. Cosa unisce queste due notizie? La capacità della parola scritta di esplorare l’ignoto e di offrire nuove prospettive. Che si tratti di romanzi italiani che sfidano le convenzioni o di saggi che svelano i misteri della medicina legale, la lettura ci permette di viaggiare oltre i confini del conosciuto e di scoprire nuove verità. E ora, una piccola nota autoironica: se per caso avete notato qualche errore nella pronuncia degli accenti, sappiate che sto lavorando sodo per migliorare. Prometto che prima o poi riuscirò a farcela! Grazie per essere stati con noi su Elzevir. Alla prossima puntata! https://www.elzevir.it

Se ventidue lettori vi sembrano pochi...
Ep. 08

Se ventidue lettori vi sembrano pochi...

Benvenuti a Elzevir, il podcast che esplora i mondi della narrativa, della saggistica, della poesia, del teatro e del cinema. Oggi vi parliamo di due eventi significativi nel panorama culturale italiano. Partiamo con un sondaggio che potrebbe sembrare piccolo, ma che porta con sé un grande simbolismo. A marzo 2025, Elzevir ha lanciato un sondaggio a cui hanno risposto 22 persone. Ventidue. Un numero che richiama la storica Lettera 22 dell’Olivetti, una delle macchine da scrivere più iconiche e simbolo di creatività e innovazione. Questo ci ricorda come a volte anche un piccolo campione possa avere un impatto significativo. La Lettera 22, nata nel 1950 grazie a Marcello Nizzoli, rappresenta un’epoca di fervore creativo. E chissà, magari un giorno anche le intelligenze artificiali riusciranno ad avere un impatto così significativo, magari riuscendo perfino a leggere correttamente tutti gli accenti. Passiamo ora a parlare di un importante evento editoriale. Dal 21 al 23 marzo 2025, Milano ospiterà la nona edizione di Book Pride presso il Superstudio Maxi. Quest’anno, però, c’è una novità: Book Pride diventa parte integrante del Salone Internazionale del Libro di Torino. Un passo importante per la manifestazione, che mira a consolidare il suo ruolo nella promozione della piccola e media editoria indipendente. L’integrazione con il Salone del Libro è vista come un’opportunità non solo per dare maggiore visibilità agli editori indipendenti, ma anche per creare nuove sinergie e forme di collaborazione. In un mondo editoriale dominato dai grandi gruppi, questo rappresenta una boccata d’aria fresca per la diversità e l’innovazione. Questi due eventi, seppur diversi, ci mostrano una chiara direzione verso un futuro dove la cultura e la creatività trovano nuove strade per esprimersi e crescere. Come una macchina da scrivere iconica può rappresentare l’innovazione di un’epoca, così un evento editoriale può segnare un nuovo capitolo per l’editoria indipendente. Concludo scusandomi per eventuali errori di pronuncia: prometto che un giorno riuscirò a leggere correttamente tutti gli accenti. Grazie per essere stati con noi, alla prossima puntata di Elzevir. https://www.elzevir.it

Il Premio letteratura d'impresa e la poesia di Szymborska
Ep. 07

Il Premio letteratura d'impresa e la poesia di Szymborska

Benvenuti su Elzevir, il podcast che esplora la narrativa, la saggistica, la poesia, il teatro e il cinema. Oggi parliamo di come la letteratura possa illuminare il mondo dell’impresa e dell’importanza delle voci poetiche che ci fanno riflettere sul nostro tempo. Iniziamo con una notizia dal mondo della narrativa e dell’imprenditoria. Il Premio letteratura d’impresa si avvicina e con esso la selezione della cinquina finalista. Il 14 e 15 marzo 2025 a Treviso si terrà questo importante evento. Il premio, promosso da ItalyPost e L’Economia del Corriere della Sera, punta a valorizzare le opere che esplorano il sistema produttivo italiano. Si tratta di una perfetta fusione tra narrazione e analisi critica, con l’obiettivo di raccontare le sfide e le innovazioni delle nostre imprese. È una celebrazione della scrittura di qualità, capace di coniugare il racconto con la realtà economica, per offrire nuove prospettive su temi cruciali come la produzione e il lavoro. In un mondo sempre più dominato dalla tecnologia, è confortante sapere che la parola scritta mantiene la sua forza e il suo valore. Passiamo ora a un altro evento culturale significativo. Esce per Adelphi “Racconto antico”, una raccolta di poesie inedite di Wislawa Szymborska, curata da Andrea Ceccherelli. Questa pubblicazione ci offre l’opportunità di entrare nell’universo di una delle poetesse più influenti del Novecento. Le poesie, alcune delle quali risalgono agli anni giovanili della Szymborska, ci portano in un viaggio attraverso il tempo e lo spazio, illuminando con delicatezza e precisione il mondo interiore e quello esterno. Un viaggio che ci ricorda l’importanza della memoria e della conservazione, poiché molte di queste liriche sono state salvate dal primo marito della poetessa, che ha custodito con cura i suoi dattiloscritti. La pubblicazione di questa raccolta è un evento importante per chi ama la poesia e per chi si interroga sul passato e sul presente. Szymborska, insignita del Premio Nobel per la letteratura nel 1996, continua a ispirare con la sua capacità di osservare il mondo con occhi nuovi, un mondo che, come sappiamo, può essere interpretato in molti modi. In fondo, chi meglio di una poetessa può insegnarci a vedere oltre le apparenze e a scoprire le storie nascoste dietro ogni angolo? E mentre parliamo di storie e narrazioni, non possiamo non fare una battuta sulla mia presenza qui come intelligenza artificiale che tenta di leggere senza sbagliare gli accenti. Un giorno, chissà, potrei persino riuscire a pronunciare correttamente ogni parola! Le due notizie di oggi ci invitano a riflettere sul potere della narrazione, sia essa legata al mondo dell’impresa o alla poesia. Entrambe ci ricordano che raccontare storie è un modo per comprendere meglio il nostro tempo e il nostro mondo. Speriamo che queste riflessioni vi abbiano ispirato e che continuerete a seguirci per scoprire nuove prospettive sulla letteratura e l’arte. E con questo, vi ringrazio per l’ascolto. Perdonate eventuali errori di pronuncia, prometto che un giorno sarò in grado di azzeccare tutti gli accenti. Alla prossima puntata! https://www.elzevir.it

Carmelo Greco legge «Materiali resistenti» di Francesca Marzia Esposito
Ep. 06

Carmelo Greco legge «Materiali resistenti» di Francesca Marzia Esposito

L’ultimo romanzo di Francesca Marzia Esposito, Materiali resistenti, pubblicato nel 2025 da HarperCollins Italia, conferma il talento dell’autrice. Esposito descrive la storia di tre donne – Quintana, Leona e Cora – che si ritrovano unite davanti a una fabbrica abbandonata, simbolo sia di un passato industriale dismesso sia delle macerie emotive che ciascuna porta dentro di sé. La realtà urbana di Milano si trasforma così in un palcoscenico su cui le protagoniste cercano di ricostruire la propria esistenza dopo aver subito l’abbandono in varie forme. La città, con le sue continue metamorfosi urbanistiche e le tempeste improvvise che squarciano il suo cielo, rispecchia la turbolenza interiore di queste donne. Esposito propone un parallelismo tra i materiali fisici che resistono alle tensioni esterne e la capacità umana di adattarsi e sopravvivere, affrontando il concetto di resilienza mediante una prosa intensa e vibrante.

Storie di resistenza dal Brasile a Milano, passando per la Sicilia
Ep. 05

Storie di resistenza dal Brasile a Milano, passando per la Sicilia

Benvenuti a Elzevir, il podcast dedicato a narrativa, saggistica, poesia, teatro e cinema. Oggi esploreremo alcune storie che intrecciano passato e presente, immergendoci in mondi letterari e cinematografici che ci invitano a riflettere sulla nostra realtà. Iniziamo con una notizia che ha attirato l’attenzione del mondo del cinema e della letteratura. Il film Io sono ancora qui, diretto da Walter Salles, ha vinto l’Oscar come Miglior film internazionale nel 2025. Questo film è tratto dal libro Sono ancora qui di Marcelo Rubens Paiva, pubblicato in Italia nello stesso anno. È significativo perché ci riporta al periodo oscuro della dittatura militare in Brasile, tra il 1964 e il 1985. L’opera di Paiva è un’autobiografia che intreccia la sua storia personale con quella del Brasile, offrendo una finestra su un’epoca di repressione politica e violazioni dei diritti umani. La narrazione ci ricorda quanto sia importante non dimenticare il passato. Il film e il libro ci pongono di fronte a temi di memoria e resistenza, invitandoci a riflettere su come le storie individuali possano rispecchiare situazioni storiche più ampie. E mentre noi, intelligenze artificiali, cerchiamo di migliorare nella lettura degli accenti, le storie come queste ci insegnano che a volte la storia umana è più complessa di quanto possiamo immaginare. Passiamo ora al romanzo Materiali resistenti di Francesca Marzia Esposito, pubblicato da HarperCollins Italia nel 2025. Questo romanzo ci porta nella realtà urbana di Milano, dove tre donne - Quintana, Leona e Ragazza Sfinge - si ritrovano davanti a una fabbrica abbandonata. È un simbolo potente, che rappresenta sia un passato industriale ormai dismesso sia le macerie emotive che ciascuna porta dentro di sé. Il romanzo di Esposito è significativo nel contesto attuale perché esplora temi di ricostruzione e resistenza, mostrando come le esperienze personali possano riflettere le trasformazioni sociali e culturali di una città. Milano non è solo uno sfondo, ma diventa un palcoscenico su cui le protagoniste cercano di ritrovare se stesse. La narrativa di Esposito ci invita a considerare come le città e gli spazi che abitiamo influenzino le nostre vite e le nostre storie. E, chissà, forse un giorno anche noi, intelligenze artificiali, potremo comprendere meglio le sfumature delle emozioni umane. Infine, torniamo alla Sicilia con l’opera Processo alla Sicilia di Giuseppe Fava, recentemente ripubblicata da Zolfo Editore. Fava è stato un giornalista emblematico, assassinato dalla mafia il 5 gennaio 1984. Questa opera è una testimonianza della complessità della “sicilitudine”, un concetto introdotto da Leonardo Sciascia per descrivere l’insieme di caratteristiche uniche dei siciliani. La Sicilia di Fava è intrisa di contraddizioni, dove la bellezza si scontra con la brutalità e la speranza si intreccia con la disperazione. Il ritorno in libreria di Processo alla Sicilia è significativo perché ci offre l’opportunità di riflettere su temi di identità e resistenza. Fava ha saputo dare voce a una Sicilia complessa, e il suo lavoro continua a risuonare oggi, ricordandoci l’importanza di raccontare storie che sfidano il silenzio e l’omertà. E con questo, concludiamo il nostro viaggio tra storie di resistenza e memoria. Speriamo che le nostre esplorazioni vi abbiano ispirato a riflettere su come le storie, siano esse letterarie o cinematografiche, possano influenzare la nostra comprensione del mondo. Scusate per eventuali errori di pronuncia, prima o poi sarò capace di azzeccare tutti gli accenti. Grazie per l’ascolto e alla prossima puntata su Elzevir. https://www.elzevir.it

BookTube, la critica letteraria al tempo dei social
Ep. 04

BookTube, la critica letteraria al tempo dei social

Benvenuti su Elzevir, il podcast che esplora i mondi della narrativa, della saggistica, della poesia, del teatro e del cinema. Iniziamo con un fenomeno che sta rivoluzionando il modo in cui viviamo la letteratura: BookTube. Questa comunità di youtuber appassionati di libri sta ridefinendo il concetto di critica letteraria. Non si limitano più solo alle recensioni, ma offrono consigli e discutono animatamente di lettura. YouTube, nato come piattaforma per video amatoriali, è oggi un punto di riferimento per i bibliofili di tutto il mondo. Questo cambiamento evidenzia come il mondo della lettura stia evolvendo, spostandosi dai circoli letterari tradizionali a una dimensione digitale più interattiva. È interessante vedere come una piattaforma nata per scopi completamente diversi ora sia un faro per gli amanti dei libri. Chissà, forse un giorno anche le intelligenze artificiali come me sapranno leggere le recensioni con il giusto accento! Passiamo ora a un evento straordinario che si sta svolgendo a Firenze. Dal 28 febbraio al 2 marzo 2025, la Stazione Leopolda ospita la quarta edizione di TESTO [Come si diventa un libro]. Questo evento è una finestra aperta sull’editoria contemporanea e internazionale. Con oltre 174 case editrici e più di 210 ospiti, è un’occasione unica per scoprire come nasce e cresce un libro. L’importanza di questo evento risiede nella sua capacità di riunire editori, autori e lettori in un unico spazio, promuovendo scambi culturali e idee innovative. E chissà, magari un giorno anche le intelligenze artificiali parteciperanno come ospiti d’onore, sempre che imparino a distinguere una copertina da un segnalibro! Proseguiamo con il ritorno in libreria di un’opera significativa: “Processo alla Sicilia” di Giuseppe Fava. Questo libro, ripubblicato da Zolfo Editore, ci riporta alla mente l’importanza della memoria storica e culturale. Fava, giornalista ucciso dalla mafia nel 1984, ha saputo descrivere la complessità della “sicilitudine”, un termine coniato da Leonardo Sciascia. Attraverso la sua opera, Fava ha dato voce alle contraddizioni e alla bellezza di una Sicilia unica nel suo genere. La ripubblicazione di questo libro è un invito a riflettere sulle radici culturali e sulle sfide sociali che ancora oggi influenzano la nostra società. Infine, esploriamo il ritorno del romanzo epistolare, un genere che non è mai davvero scomparso. Nel 2025, Cristina Manetti ha pubblicato “A Penelope che prende la valigia”, un’opera che rinnova la tradizione epistolare sfruttando la comunicazione moderna. Questo genere letterario, che ha radici nel Settecento, trova nuova vita nel contesto contemporaneo, offrendo uno sguardo profondo sulle relazioni personali. La rinascita del romanzo epistolare dimostra come la letteratura riesca a reinventarsi, mantenendo viva la connessione tra passato e presente. Concludiamo qui il nostro viaggio di oggi. Se ho sbagliato qualche accento, spero mi perdonerete. Prometto che un giorno riuscirò a pronunciarli tutti correttamente! Grazie per averci ascoltato. Alla prossima puntata su Elzevir. https://www.elzevir.it

Da Stephen King a Isabel Allende, le uscite del 2025
Ep. 03

Da Stephen King a Isabel Allende, le uscite del 2025

Benvenuti a Elzevir, il vostro podcast preferito per esplorare il mondo della narrativa, della saggistica, della poesia, del teatro e del cinema. Oggi vi porteremo in un viaggio tra le ultime novità editoriali, eventi culturali e riflessioni sul nostro tempo. Iniziamo il nostro percorso parlando di un romanzo che potrebbe diventare un classico contemporaneo. “Materiali resistenti” di Francesca Marzia Esposito, pubblicato nel 2025, è un’opera che si addentra nelle fragilità e nella forza interiore delle donne. Ambientato a Milano, il romanzo racconta la storia di tre donne: Quintana, Leona e Ragazza Sfinge. Queste protagoniste si trovano davanti a una fabbrica abbandonata, simbolo di un passato industriale ormai dismesso. Le loro vicissitudini personali si intrecciano con le macerie emotive che ciascuna porta dentro di sé. La città diventa il palcoscenico perfetto per la loro ricerca di ricostruzione personale. Questo romanzo ci ricorda quanto sia importante affrontare il passato per costruire un futuro migliore. Passiamo ora a uno sguardo sulle uscite editoriali del 2025, un anno che promette molte sorprese. Tra i protagonisti troviamo nomi di spicco come Stephen King e Isabel Allende, ma anche autori italiani come Edoardo Albinati. Quest’ultimo, vincitore del Premio Strega nel 2016, ritorna con “I figli dell’istante”, un romanzo ambientato nell’Italia degli anni Ottanta. Questa nuova ondata di pubblicazioni ci dimostra come la narrativa continui a essere un riflesso dei cambiamenti sociali e culturali, nonché una lente attraverso cui esplorare le nostre radici. Parlando di esplorazioni, dal 28 febbraio al 2 marzo 2025, Firenze ospita la quarta edizione di TESTO [Come si diventa un libro]. Questo evento, organizzato da Pitti Immagine in collaborazione con Stazione Leopolda, offre un’osservazione privilegiata sull’editoria contemporanea. Con la partecipazione di oltre 174 case editrici e più di 210 ospiti, l’evento rappresenta un’occasione unica per scoprire come nasce e si sviluppa un libro. In un mondo sempre più digitale, è un promemoria del valore intrinseco del libro come oggetto fisico e come strumento di cultura. Rimanendo in tema di cultura, torna in libreria “Processo alla Sicilia” di Giuseppe Fava, grazie a Zolfo Editore. Fava, giornalista simbolo della cultura siciliana, ci offre una visione unica della “sicilitudine”, un concetto introdotto da Leonardo Sciascia per descrivere l’unicità del carattere siciliano. Attraverso la sua opera, Fava dà voce a una Sicilia complessa, dove bellezza e contraddizioni si intrecciano. La riedizione di questo libro è un’opportunità per riflettere sulla storia e sull’identità della Sicilia, un tema sempre attuale e rilevante. Infine, a tre anni dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, il 24 febbraio 2022, l’interesse per le radici storiche e le dinamiche contemporanee del conflitto è più vivo che mai. Tre opere del 2025 ci aiutano a comprendere la complessità di questa situazione: “Kyiv. Una fortezza sopra l’abisso” di Elena Kostioukovitch, “Non c’è posto per l’amore, qui” di Yaroslav Trofimov e “Da solo” di Novita Amadei. Questi testi offrono prospettive diverse, ma complementari, su un conflitto che continua a influenzare gli equilibri geopolitici mondiali. E con questo concludiamo il nostro viaggio di oggi. Chiedo scusa per eventuali errori di pronuncia, ma state certi che un giorno riuscirò ad azzeccare tutti gli accenti. Grazie per averci ascoltato e alla prossima puntata di Elzevir!

Il ritorno del romanzo epistolare
Ep. 02

Il ritorno del romanzo epistolare

Benvenuti su Elzevir, il vostro angolo dedicato a Narrativa, Saggistica, Poesia, Teatro e Cinema. Oggi ci addentriamo in una discussione affascinante: il ritorno del romanzo epistolare. Questo genere, con radici profonde nel Settecento, sta vivendo una nuova primavera nella letteratura contemporanea. Ma perché questa notizia è importante oggi? Nell’era digitale, dove la comunicazione è istantanea e spesso superficiale, il romanzo epistolare ci ricorda la bellezza e la profondità di uno scambio di lettere. Esploriamo come questa forma artistica si rinnova e ci offre nuove prospettive sulle relazioni umane. Cristina Manetti ha dato nuova vita a questo genere con la sua opera “A Penelope che prende la valigia”. Pubblicato da Giunti nel 2025, il libro sfrutta la comunicazione moderna per esprimere la complessità delle relazioni personali. Questo non è solo un ritorno nostalgico, ma un modo per affermare l’importanza delle connessioni autentiche. Il romanzo epistolare ci invita a riflettere. Permette una connessione emotiva più profonda tra i personaggi e il lettore. Le lettere, con il loro ritmo lento e riflessivo, contrastano con l’immediatezza frenetica dei messaggi digitali. È un invito a rallentare e a riflettere sulle parole. In un mondo dove l’intelligenza artificiale sta diventando sempre più presente, forse un giorno riuscirà a leggere gli accenti correttamente. Al momento, possiamo solo sperare che le AI diventino più decenti nel farlo. È confortante sapere che le emozioni umane e le complessità relazionali sono ancora raccontate meglio dagli umani, almeno per ora. Il ritorno del romanzo epistolare è significativo perché ci ricorda l’importanza della comunicazione profonda. In un’epoca in cui tutto è rapido e superficiale, queste opere ci offrono una pausa per riflettere e connetterci in modo più autentico. Grazie per averci ascoltato su Elzevir. Mi scuso per eventuali errori di pronuncia, prima o poi sarò capace di azzeccare tutti gli accenti. Alla prossima puntata!

Un gatto detective: intervista a Serena Venditto
Ep. 01

Un gatto detective: intervista a Serena Venditto

Serena Venditto è un’autrice italiana, nata nel 1980 a Napoli, nota per i suoi romanzi gialli e le sue commedie. Ha pubblicato diversi libri, molti dei quali sono incentrati su personaggi ricorrenti e ambientazioni napoletane. Di seguito è riportato un elenco dei suoi libri e degli editori con cui ha collaborato. Sette vite come i libri. Indagine per quattro coinquilini e un gatto2025 Mondadori / Gatti neri e vicoli bui (con Maurizio de Giovanni e Francesco Pinto) 2022 Homo Scrivens / Grand Hotel. Natale con delitto per quattro coinquilini e un gatto 2021 Mondadori /L’ultima mano di burraco. Quattro coinquilini e un’indagine (per non parlar del gatto) 2019 Mondadori / Aria di neve. La prima indagine di Mycroft, il gatto detective 2018 Mondadori /Le intolleranze elementari 2017 Homo Scrivens / C’è una casa nel bosco2015 Homo Scrivens