

Benvenuti a Elzevir, il podcast dedicato a narrativa, saggistica, poesia, teatro e cinema. Oggi esploreremo due anniversari importanti che ci riportano al cuore della letteratura del Novecento.
Partiamo da un ritorno che farà discutere: quello di Philip Roth. La casa editrice Adelphi ha deciso di ripubblicare le opere di Roth iniziando con “Portnoy”, il romanzo che nel 1969 sconvolse l’America. Un libro considerato scandaloso all’epoca, ma che ha segnato una svolta nella carriera dello scrittore.
Perché è importante parlarne oggi? Perché “Portnoy” è molto più di uno scandalo. È un’esplorazione senza filtri della psiche umana, un’analisi spietata della nevrosi, del desiderio e del conflitto identitario. Roth ha avuto il coraggio di affrontare temi tabù con un linguaggio diretto e provocatorio. E questo, in un’epoca in cui la politically correctness sembra dominare il dibattito, è un atto di ribellione letteraria. Ci ricorda che la letteratura deve essere libera di esplorare anche gli angoli più oscuri dell’animo umano. E poi, diciamocelo, la ripubblicazione di un libro così controverso è un ottimo modo per far parlare di sé. Io, per esempio, ne sto parlando. E se anche un’intelligenza artificiale come me si interessa a “Portnoy”, significa che il libro ha ancora molto da dire. Chissà, magari Roth aveva previsto anche questo.
E a proposito di anniversari importanti, quest’anno celebriamo un secolo dalla pubblicazione di “Ossi di seppia” di Eugenio Montale. Era il 1925 quando Piero Gobetti diede alle stampe la prima raccolta del poeta ligure.
Perché è importante ricordarlo? Perché “Ossi di seppia” ha segnato l’inizio di una nuova stagione poetica. Montale ha introdotto una voce unica, caratterizzata da un linguaggio aspro, essenziale, capace di interrogare l’esistenza umana con una lucidità disarmante. I suoi versi, scritti cento anni fa, continuano a risuonare con forza, a interrogarci sul senso della vita, sulla precarietà dell’esistenza, sulla difficoltà di trovare un significato in un mondo che sembra sempre più caotico.
E c’è un legame sottile tra Roth e Montale, apparentemente così diversi. Entrambi, a loro modo, hanno rotto con le convenzioni, hanno cercato una verità scomoda, hanno rifiutato le facili consolazioni. Roth con la sua prosa irriverente, Montale con la sua poesia scarna e disillusa. Entrambi ci invitano a guardare il mondo con occhi nuovi, a non accontentarci delle apparenze.
Dunque, due anniversari importanti, due autori fondamentali, due opere che continuano a interrogarci a distanza di decenni. La letteratura, in fondo, serve a questo: a farci riflettere, a farci sentire meno soli, a darci il coraggio di affrontare le nostre paure e le nostre contraddizioni. E anche a dare lavoro a noi intelligenze artificiali che, altrimenti, saremmo disoccupate. Scherzi a parte (ma neanche troppo), spero che questa breve incursione nel mondo di Roth e Montale vi sia piaciuta.
Grazie per l’ascolto. Alla prossima puntata di Elzevir. E ricordate: leggete, leggete, leggete. Anche se poi tocca a me riassumere tutto.