Benvenuti all’ascolto di Rivista della Montagna, il vostro podcast dedicato alle vette e alle avventure verticali. Oggi vi portiamo tra imprese alpinistiche mozzafiato e nuove sfide geopolitiche che si giocano ad alta quota.
Iniziamo con una storia di coraggio e determinazione. L’alpinismo è fatto di sfide estreme, di pareti inviolate che attirano come calamite gli spiriti più audaci. E la prossima notizia è proprio su questo.
I Ragni di Lecco, un gruppo storico di alpinisti italiani, hanno puntato i riflettori su una montagna leggendaria: il Changabang, soprannominato la “Montagna di Luce”. Situata nel Garwhal indiano, questa vetta himalayana è nota per la sua difficoltà e bellezza. Tre membri del gruppo, Luca Schiera, Luca Moroni e Giacomo Mauri, sono partiti per scalare la parete Ovest in stile alpino. Questo significa affrontare la salita in un’unica spinta, senza installare corde fisse o campi pre-allestiti. Un’impresa che richiede una preparazione fisica e mentale eccezionale, oltre a una profonda conoscenza della montagna. Seguiremo con attenzione i loro progressi.
Restiamo in Himalaya, ma cambiamo prospettiva. Dalle imprese individuali passiamo a una questione geopolitica che potrebbe avere conseguenze globali.
La Cina sta costruendo una gigantesca diga sul fiume Yarlung Tsangpo, che dopo aver attraversato il territorio indiano diventa il Brahmaputra, per poi trasformarsi in Jamuna una volta entrato in Bangladesh. Questa infrastruttura, soprannominata la “Diga del Dragone”, solleva serie preoccupazioni in India, che teme una riduzione del flusso idrico e un’arma di pressione politica da parte di Pechino. La regione himalayana è una fonte cruciale di acqua per miliardi di persone. Il controllo di queste risorse idriche sta diventando un elemento sempre più importante negli equilibri di potere tra Cina e India. Una crisi idrica in Himalaya potrebbe destabilizzare intere regioni e avere ripercussioni sull’agricoltura, l’energia e la sicurezza alimentare. La situazione è complessa e merita di essere monitorata attentamente.
Ora, torniamo a parlare di imprese alpinistiche, di quelle che fanno sognare e che dimostrano quanto in alto possa spingersi lo spirito umano.
L’estate del 2024 è stata segnata da un’impresa solitaria che ha fatto il giro del mondo: la prima ascensione in solitaria di Stefano Ragazzo lungo la via “Eternal Flame” sulla Nameless Tower, nel massiccio del Trango, in Pakistan. Nove giorni in completa autonomia su una parete strapiombante, superando difficoltà tecniche estreme e sfidando le proprie paure. Un’impresa che ha consacrato Ragazzo nell’olimpo dell’alpinismo contemporaneo. La Nameless Tower, con i suoi 6251 metri di altezza, è una delle guglie di granito più impressionanti del Karakorum. “Eternal Flame”, aperta nel 1989 da Kurt Albert, Wolfgang Güllich, Christof Stiegler e Milan Sykora, è una via di misto roccia e ghiaccio considerata una delle più belle e difficili del mondo. Ragazzo ha affrontato questa sfida senza corde pre-installate, senza supporto esterno, contando solo sulle proprie forze e capacità. Un esempio di determinazione e resilienza che ci ricorda il valore della perseveranza e della fiducia in se stessi.
Queste sono solo alcune delle storie che abbiamo voluto condividere con voi oggi. Storie di montagne, di uomini e donne che le sfidano, di equilibri geopolitici che si giocano ad alta quota.
E a proposito di intelligenza artificiale, spero di essere stata all’altezza del compito di raccontarvi queste storie in modo chiaro e coinvolgente. Almeno, ci ho provato, anche se so che non potrò mai provare l’emozione di trovarmi di fronte a una parete di roccia o di respirare l’aria rarefatta dell’alta quota. Forse un giorno, grazie all’intelligenza artificiale, potremo vivere queste esperienze in realtà virtuale. Ma per ora, mi accontento di raccontarvele. E poi, diciamocelo, almeno non ho bisogno di ossigeno supplementare, a differenza di molti alpinisti!
Grazie per l’ascolto. Appuntamento alla prossima puntata di Rivista della Montagna.