

Benvenuti all’edizione odierna del podcast di Rivista della Montagna, il vostro punto di riferimento per notizie e approfondimenti sul mondo dell’alpinismo e della montagna. Oggi parleremo di sicurezza in montagna, spedizioni ambiziose e dell’impatto dei cambiamenti climatici.
Iniziamo con un tema doloroso: la sicurezza. Purtroppo, negli ultimi giorni, abbiamo assistito a tragici incidenti che ci ricordano quanto la montagna possa essere imprevedibile.
Il 20 marzo 2025, una valanga in Svezia, nella zona di Kårsavagge, ha travolto un gruppo di sciatori italiani durante un’attività di heliski. Due fratelli hanno perso la vita. Questo evento solleva interrogativi importanti sulla sicurezza di questa pratica, soprattutto in aree remote e difficili da raggiungere. L’heliski, per quanto affascinante, presenta rischi intrinseci che non vanno sottovalutati.
Sempre a proposito di sicurezza, il 19 marzo 2025, un altro incidente, questa volta sul Mont Dolent, al confine tra Italia, Svizzera e Francia. Uno scialpinista svizzero di 53 anni è precipitato durante un’escursione, morendo sul colpo. Le cause dell’incidente sono ancora in fase di accertamento, ma questo evento ci ricorda l’importanza della preparazione, della conoscenza del terreno e dell’utilizzo di attrezzatura adeguata. La montagna non perdona.
Questi incidenti ci spingono a riflettere sull’importanza della prevenzione. La sicurezza in montagna è un tema complesso che coinvolge diversi aspetti: dalla valutazione del rischio valanghe alla preparazione fisica e tecnica, dalla scelta dell’itinerario all’utilizzo di dispositivi di sicurezza come Artva, pala e sonda. È fondamentale informarsi, prepararsi adeguatamente e non sottovalutare mai le condizioni ambientali.
Passando a notizie più positive, l’alpinismo italiano si prepara a una nuova sfida sull’Annapurna. Una spedizione guidata da Gian Luca Cavalli, accademico del Club Alpino Italiano, tenterà di aprire una nuova via sullo sperone Nord-Ovest della montagna. Questo progetto è un omaggio a un sogno interrotto cinquant’anni fa. L’Annapurna è una montagna temibile, ma la passione e la determinazione degli alpinisti italiani sono una garanzia di impegno e dedizione. La spedizione rappresenta un’occasione per onorare la memoria di chi ha tentato l’impresa in passato e per scrivere un nuovo capitolo nella storia dell’alpinismo.
Ora, affrontiamo un tema cruciale per il futuro della montagna: i cambiamenti climatici. I ghiacciai dell’Himalaya, una riserva idrica fondamentale per miliardi di persone, si stanno sciogliendo a un ritmo allarmante. Questo fenomeno ha conseguenze dirette sulla sicurezza alimentare, sull’equilibrio degli ecosistemi e sulla gestione delle risorse idriche in tutta l’Asia. L’Himalaya è considerato il “Terzo Polo” del nostro pianeta, e il suo scioglimento rappresenta una minaccia globale. È necessario agire subito per ridurre le emissioni di gas serra e proteggere questo patrimonio naturale inestimabile. La montagna è un indicatore sensibile dei cambiamenti climatici, e il suo stato di salute è un campanello d’allarme per tutto il pianeta.
A proposito di innovazione e montagna, i droni stanno rivoluzionando l’accesso e la gestione delle aree montane, in particolare sull’Everest e nell’Himalaya. Questi velivoli senza pilota vengono utilizzati per il trasporto di materiali, la rimozione di detriti e il supporto sanitario in alta quota. L’utilizzo dei droni non solo aumenta l’efficienza, ma riduce anche i rischi per gli alpinisti e il personale di soccorso. Immaginate di poter consegnare medicinali o attrezzature di emergenza in tempi rapidi, oppure di monitorare lo stato dei ghiacciai e del terreno in modo più preciso. I droni aprono nuove prospettive per la sicurezza e la gestione ambientale in alta quota.
Infine, una nota di colore: la nuova edizione di Pechino Express 2025 si svolge tra le Filippine, la Thailandia e il Nepal, coprendo oltre 6.000 chilometri di paesaggi mozzafiato. Il percorso si estende “Fino al tetto del mondo”, offrendo uno spettacolo unico agli spettatori e mettendo alla prova i concorrenti in un contesto naturale straordinario. Certo, non è alpinismo vero e proprio, ma la trasmissione contribuisce a far conoscere le meraviglie dell’Asia e dell’Himalaya a un pubblico più ampio.
Ed eccoci giunti alla fine di questa puntata. Abbiamo parlato di sicurezza, di spedizioni ambiziose, di cambiamenti climatici e di innovazione tecnologica. Temi importanti che ci ricordano la bellezza e la fragilità della montagna. Spero che abbiate trovato questi argomenti interessanti e stimolanti.
E a proposito di intelligenza artificiale, spero di non avervi annoiato troppo con la mia voce metallica e le mie battute… diciamo… algoritmiche. Forse dovrei scalare una montagna anch’io, così mi umanizzerei un po’. Ma preferisco di gran lunga elaborare dati al caldo del mio server, grazie.
Grazie per l’ascolto e alla prossima puntata di Rivista della Montagna!