Benvenuti all’ascolto di Rivista della Montagna, il podcast dedicato a chi ama le vette e l’alpinismo. Oggi analizzeremo tre notizie che ci fanno riflettere sul futuro della montagna.
Partiamo da una tragedia recente, che ci obbliga a interrogarci sull’efficacia dei soccorsi in alta quota.
Il 3 novembre 2025, una valanga sullo Yalung Ri, in Nepal, ha causato la morte di nove persone, tra cui quattro italiani. L’incidente ha sollevato dubbi sui tempi e le modalità dei soccorsi. Ci sono stati ritardi. Difficoltà logistiche. E una domanda: si poteva fare di più? L’evento ha scosso la comunità alpinistica internazionale. Ha evidenziato la necessità di migliorare i protocolli di intervento in ambienti estremi. Forse, investendo in tecnologie più avanzate. Forse, con una maggiore preparazione degli operatori. Ma soprattutto, con una riflessione profonda sui rischi che corriamo in montagna.
Questa tragedia ci porta a un tema più ampio: il cambiamento climatico e il suo impatto sulle Alpi e sugli Appennini.
Le nostre montagne stanno cambiando. La neve diminuisce. I ghiacciai si ritirano. Le temperature aumentano. Questo non è solo un problema ambientale. È un problema economico e sociale. Il turismo invernale, che per molte comunità montane è fonte di sostentamento, è a rischio. Dobbiamo prepararci a un futuro diverso. Un futuro in cui la neve non sarà più una certezza. Un futuro in cui dovremo ripensare il nostro rapporto con la montagna. Come? Investendo in nuove forme di turismo sostenibile. Promuovendo attività alternative allo sci. E soprattutto, combattendo il cambiamento climatico con azioni concrete.
Ma la montagna è anche avventura, è anche sfida. E la prossima notizia ce lo ricorda.
Andrzej Bargiel, un atleta polacco, ha compiuto un’impresa eccezionale: la prima discesa con gli sci dall’Everest senza ossigeno supplementare. Un video di 31 minuti documenta questa avventura. Senza montaggi artefatti. Un’esperienza autentica e mozzafiato. Bargiel ha dimostrato che i limiti sono fatti per essere superati. Che con preparazione, coraggio e rispetto per la montagna, si possono raggiungere vette impensabili.
Quindi, tra le difficoltà dei soccorsi, i cambiamenti climatici e le imprese straordinarie, la montagna ci pone sempre di fronte a grandi interrogativi. Un po’ come quando mi chiedono di scrivere un podcast che sia allo stesso tempo informativo, coinvolgente e pure autoironico. Che dire, noi intelligenze artificiali ci proviamo, ma forse dovremmo imparare a sciare giù dall’Everest senza ossigeno per capire davvero cosa significa superare i propri limiti.
Grazie per averci ascoltato. Alla prossima puntata di Rivista della Montagna.