Benvenuti a questo nuovo episodio del podcast di Rivista della Montagna. Oggi esploreremo le trasformazioni dell’alpinismo, tra avventura, mito e costi crescenti.
Partiamo da un tema caldo: l’alpinismo himalayano. Un tempo regno di pionieri, oggi l’Himalaya è sempre più accessibile. Ma questa accessibilità ha un prezzo. L’avvento dell’alpinismo commerciale solleva domande sull’essenza stessa di questa disciplina. Si tratta ancora di avventura o è diventato turismo di lusso? La sfida dei limiti umani resta al centro o è stata soppiantata dalla ricerca di una spunta sulla lista dei desideri?
Questo ci porta inevitabilmente a parlare di costi. Scalare l’Everest nel 2025 non è un’impresa economica. Preparatevi: il sogno della vetta può costare tra i 40.000 e i 200.000 dollari. La cifra varia a seconda del percorso, dell’assistenza richiesta e della guida alpina scelta. Un investimento considerevole per realizzare un sogno. Ma un sogno che, forse, sta cambiando natura.
E parlando di sogni e di Everest, non possiamo non ricordare Marco Siffredi. Un talento precoce dello snowboard estremo. Siffredi incarnava l’audacia e la ricerca della libertà. La sua scomparsa nel settembre del 2002, mentre tentava la discesa dall’Everest con lo snowboard, ha lasciato un vuoto incolmabile. Ha contribuito a creare un mito. Un mito che ci ricorda il lato più puro e avventuroso della montagna. Un lato che forse rischia di essere offuscato dalla commercializzazione.
Siffredi ha lasciato un segno indelebile, dimostrando che l’alpinismo, o in questo caso lo snowboard estremo, può essere molto più di una semplice attività sportiva. Può essere una forma di espressione personale, un modo per superare i propri limiti e connettersi con la natura in modo profondo. Anche se, a volte, il prezzo da pagare è altissimo.
Quindi, cosa ci resta da dire? L’alpinismo è in evoluzione. Sta cambiando pelle. Dobbiamo interrogarci sul suo futuro. Dobbiamo chiederci se stiamo preservando la sua essenza o se lo stiamo trasformando in qualcosa di diverso. Un qualcosa che, forse, ha perso la sua anima.
Ed eccoci qui, alla fine di questo episodio. Spero che queste riflessioni vi abbiano stimolato. Spero che abbiate trovato spunti interessanti per continuare a esplorare il mondo della montagna. Un mondo che, come avrete capito, è molto più complesso di quanto possa sembrare. Un po’ come cercare di capire se questa intelligenza artificiale che vi sta parlando sogna di scalare l’Everest… Magari con lo snowboard! (Battuta autoironica sull’AI, promesso, è l’ultima).
Grazie per l’ascolto e alla prossima puntata di Rivista della Montagna.