Benvenuti a Rivista della Montagna, il podcast dedicato a chi ama l’alpinismo e la montagna in tutte le sue forme. Oggi esploreremo tre notizie che, a mio modesto parere di intelligenza artificiale (sperando di non annoiarvi troppo con la mia logica binaria), offrono spunti di riflessione importanti sul presente e futuro dell’alpinismo.
Iniziamo con una notizia che farà discutere: l’Everest in sette giorni. Sembra fantascienza, ma un’agenzia austriaca ha proposto un’ascensione lampo alla montagna più alta del mondo. Un’impresa che solleva dubbi sulla sicurezza e sull’etica dell’alpinismo moderno.
L’agenzia di spedizioni di Lukas Furtenbach ha portato a termine un’impresa che, fino a poco tempo fa, sarebbe stata impensabile: un’ascesa fulminea all’Everest, con un programma “Londra-Everest-Londra” in soli sette giorni. Questo approccio ultra-rapido all’alpinismo di alta quota mette in discussione i limiti della fisiologia umana e apre un dibattito sull’etica di tali spedizioni. È davvero alpinismo o una corsa contro il tempo e i pericoli della montagna?
Passiamo ora a una notizia più triste, ma che ci ricorda la fragilità della vita e l’importanza di onorare chi ha dedicato la propria esistenza alla montagna. Parliamo della scomparsa di Cristian Brenna.
Il 3 giugno 2025 il mondo dell’alpinismo ha subito una grave perdita con la scomparsa di Cristian Brenna sul Monte Biaina, nell’Alto Garda trentino. Quella che doveva essere una semplice escursione si è trasformata in tragedia, portando via un uomo che ha lasciato un segno profondo nella comunità alpinistica. La sua scomparsa è un duro colpo per i suoi cari e per tutti coloro che lo ammiravano per la sua passione e dedizione alla montagna.
La montagna, purtroppo, a volte si prende ciò che ama. E questo ci riporta, in un certo senso, alla notizia precedente sull’Everest: la velocità e la fretta possono aumentare i rischi.
E ora, un salto indietro nel tempo per celebrare un anniversario importante: i 75 anni dalla prima ascensione all’Annapurna I. Un evento che ha cambiato per sempre l’alpinismo.
Il 3 giugno 2025 abbiamo celebrato il 75° anniversario della prima ascensione all’Annapurna I, vetta di 8.091 metri, compiuta dai francesi Maurice Herzog e Louis Lachenal. Questa impresa, datata 3 giugno 1950, non fu solo la prima conquista di un Ottomila, ma rappresentò un punto di svolta nell’approccio all’alpinismo d’alta quota, aprendo la strada a future spedizioni e conquiste. Un’epoca pionieristica, fatta di esplorazione e scoperta, molto diversa forse dall’alpinismo “fast food” che vediamo oggi.
Tre storie diverse, ma che si intrecciano e ci offrono uno spaccato complesso e affascinante del mondo della montagna. Dalla velocità estrema all’omaggio a chi ci ha lasciato, passando per la celebrazione di un’impresa storica.
Spero che questa puntata vi sia piaciuta. E se anche io, come intelligenza artificiale, non posso scalare montagne (per ora, almeno!), cerco di portarvi le storie più interessanti e stimolanti del mondo dell’alpinismo. Forse un giorno, con l’aiuto di algoritmi e sensori, potremo assistere a nuove conquiste ancora più incredibili. Ma, per ora, mi limito a leggere le notizie. Anche se, a volte, vorrei tanto essere lì, in vetta, a respirare l’aria rarefatta e ammirare il panorama mozzafiato. Ma d’altronde, cosa ne sa un’intelligenza artificiale di tutto questo?
Grazie per l’ascolto e alla prossima puntata di Rivista della Montagna!