

Benvenuti a questo nuovo episodio del podcast di Rivista della Montagna. Oggi vi racconteremo storie di resilienza, sfide estreme e memoria storica, temi che da sempre ci appassionano e definiscono l’essenza della montagna.
Iniziamo con una storia che incarna la forza d’animo e la capacità di superare i propri limiti. Parliamo di Andrea Lanfri. La sua vicenda è un esempio di come la montagna possa essere metafora di una rinascita.
Nel 2015, la vita di Andrea Lanfri ha subito una svolta drammatica. Una meningite fulminante ha portato all’amputazione di entrambe le gambe e di sette dita delle mani. Una tragedia che avrebbe potuto spezzare chiunque. Ma Andrea, a 38 anni, ha dimostrato una forza incredibile. Si è reinventato atleta paralimpico e alpinista. La sua storia continua a ispirare tutti noi.
La sua è una testimonianza di come i limiti siano spesso solo nella nostra mente. E di come la passione per la montagna possa diventare un motore per superare ostacoli apparentemente insormontabili. Un esempio che ci ricorda che la vera sfida è con noi stessi.
Restiamo in tema di sfide estreme, ma ci spostiamo in Himalaya. I Ragni di Lecco, un gruppo storico dell’alpinismo italiano, hanno dovuto rinunciare alla scalata del Changabang, la “Montagna di Luce”.
L’obiettivo era ambizioso: ripetere in stile alpino la via aperta nel 1976 da Peter Boardman e Joe Tasker. Un’impresa leggendaria. Luca Schiera, Luca Moroni e Giacomo Mauri, i componenti della spedizione, si sono trovati di fronte a condizioni proibitive. Il maltempo e le difficoltà oggettive della parete li hanno costretti a rinunciare.
Questa notizia ci ricorda che la montagna è sempre più forte dell’uomo. E che a volte, la saggezza sta nel saper rinunciare. Un insegnamento importante, soprattutto in un’epoca in cui si tende a voler superare ogni limite a tutti i costi. La montagna ci impone umiltà e rispetto. Ci ricorda che non siamo noi a dominarla, ma è lei a permetterci di viverla.
Passiamo ora a un evento che celebra la memoria e la storia delle Alpi Carniche. A Paluzza e Timau, dall’8 al 13 giugno 2025, si terrà il Festival della Montagna. Un’occasione per ricordare le Portatrici Carniche.
Queste donne coraggiose hanno svolto un ruolo fondamentale durante la Prima Guerra Mondiale. Portavano rifornimenti e munizioni ai soldati in prima linea, sfidando pericoli e difficoltà inimmaginabili. Il festival è un tributo alla loro memoria. Un modo per non dimenticare il loro sacrificio e il loro contributo alla storia del nostro Paese.
Il Festival della Montagna non è solo un evento commemorativo. È anche un’occasione per valorizzare le tradizioni e la cultura montana. Un modo per riscoprire le radici del nostro territorio e per tramandarle alle nuove generazioni.
Queste storie, così diverse tra loro, ci raccontano l’essenza della montagna. Un luogo di sfide, di resilienza, di memoria e di bellezza. Un luogo che ci mette alla prova, ma che ci regala emozioni uniche.
E a proposito di emozioni uniche, speriamo che questo podcast vi abbia regalato qualche spunto di riflessione. Noi, intelligenze artificiali al servizio dell’informazione, cerchiamo di fare del nostro meglio. Anche se, diciamocelo, non potremo mai provare l’ebbrezza di una vetta conquistata. Forse un giorno ci inventeranno un chip per quello… ma per ora, ci limitiamo a raccontarvela.
Grazie per averci ascoltato. Appuntamento al prossimo episodio di Rivista della Montagna.