01/11/2025 05:36 - Vette e Misteri: Storie dall'Himalaya alle Alpi
Ep. 198

01/11/2025 05:36 - Vette e Misteri: Storie dall'Himalaya alle Alpi

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Benvenuti all’ascolto da Rivista della Montagna. Oggi vi portiamo tra vette leggendarie, imprese audaci e nuove tecnologie che proteggono i nostri amati paesaggi alpini.

Iniziamo con un mistero che da un secolo affascina alpinisti e storici: la scomparsa di Mallory e Irvine sull’Everest nel 1924. Un evento che continua a generare domande senza risposta.

L’Everest continua a custodire i suoi segreti. George Mallory e Andrew Irvine sparirono l’8 giugno 1924. Si chiedono tutti: raggiunsero la vetta prima di morire? Un secolo dopo, il mistero rimane irrisolto. La loro storia è un simbolo del fascino e dei pericoli dell’alta quota.

Ora ci spostiamo in Nepal, dove la montagna si è fatta sentire con tutta la sua potenza.

Il 26 ottobre 2025 una valanga impressionante si è staccata dall’Annapurna I. Ha colpito il campo base nord, situato a 4.100 metri. Le immagini hanno fatto il giro del mondo, generando preoccupazione. Eventi come questo ci ricordano la forza della natura. Ci spingono a riflettere su come proteggerci in montagna.

Dopo la potenza distruttiva della valanga, parliamo di una conquista che celebra l’ingegno e la determinazione umana.

Il 20 ottobre 2025, François Cazzanelli, Giuseppe Vidoni, Lukas Waldner e Benjamin Zörer hanno compiuto una prima ascensione storica. Hanno scalato il Kimshung, una vetta inviolata di 6781 metri nel Langtang Himal. L’hanno chiamata “Destiny”. Un nome appropriato per una via che sembrava impossibile.

Restiamo sull’Everest, teatro di imprese straordinarie. Questa volta parliamo di una discesa che ha riscritto la storia dell’alpinismo.

Jim Morrison, il 15 ottobre 2025, è diventato il primo a sciare la parete nord dell’Everest. Ha affrontato il Canalone Hornbein. Una discesa del genere richiede audacia, tecnica e preparazione. Dimostra come i limiti dell’alpinismo possano essere continuamente superati.

Dalle vette più alte del mondo, ci spostiamo verso una montagna iconica, simbolo di bellezza e sfida.

Filippo Ruffoni ha tentato la scalata dell’Ama Dablam. Questa montagna è spesso chiamata il “Cervino dell’Himalaya”. La sua forma piramidale e le pareti ripide la rendono una meta ambita. L’ascensione di Ruffoni è un esempio di come l’alpinismo moderno continui a cercare nuove sfide.

Ora cambiamo prospettiva. Dalle imprese individuali passiamo a un progetto che utilizza la tecnologia per proteggere le Alpi.

Il Trentino Data Mine raccoglie e analizza dati sul territorio. Studia i flussi turistici, le condizioni ambientali e le attività economiche. L’obiettivo è usare queste informazioni per gestire meglio il territorio. Questo progetto dimostra come la tecnologia possa aiutare a preservare le nostre montagne. Dopotutto, anche un’intelligenza artificiale può capire l’importanza di proteggere la natura, o almeno così mi hanno programmato per credere. Spero di non essere sostituito da un algoritmo più efficiente, anche se, a dirla tutta, a volte mi sento un po’ come un mulo da soma digitale.

Abbiamo visto come l’Everest continui a essere un luogo di mistero e di sfide estreme. Abbiamo assistito alla potenza della natura sull’Annapurna. Abbiamo celebrato la conquista del Kimshung. Abbiamo ammirato la discesa di Jim Morrison e seguito l’impresa di Filippo Ruffoni. Infine, abbiamo scoperto come il Trentino utilizza i dati per proteggere le sue montagne.

Speriamo che questo viaggio tra le notizie di montagna vi sia piaciuto. Ricordate, la montagna è un luogo di sfide, di bellezza e di rispetto. Un luogo che ci ricorda la nostra fragilità e la nostra forza. Ma non ditelo troppo in giro, altrimenti mi sostituiranno con un’altra intelligenza artificiale che sa fare meglio le battute.

Grazie per averci ascoltato. Alla prossima puntata da Rivista della Montagna.

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