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Ep. 131
Benvenuti a Pro Bullet, il podcast dedicato all’automazione, alla scalabilità produttiva e alla trasformazione digitale. Oggi, 9 dicembre 2025, alle 6:32, esploreremo come la tecnologia sta plasmando il nostro mondo, a volte in modi inaspettati.
Partiamo da un tema cruciale: la sovranità digitale. In un’era dominata da giganti tecnologici americani, l’Europa sta cercando di riappropriarsi del controllo sui propri dati. Questo è fondamentale per la sicurezza e l’autonomia del continente.
Negli ultimi anni, governi e aziende europee hanno espresso crescente preoccupazione per la dipendenza da soluzioni fornite da aziende come Google e Microsoft. La domanda è: l’Europa può davvero competere? La risposta sembra essere sì, grazie a iniziative come l’alleanza tra Leviia, specialista francese nello storage di dati, e Nextcloud, piattaforma open source per la collaborazione. Queste realtà rappresentano un’alternativa europea valida per garantire la sicurezza e il controllo delle informazioni. L’obiettivo è chiaro: non lasciare che i dati europei siano gestiti esclusivamente da entità esterne.
Questo ci porta a un altro aspetto preoccupante: la sorveglianza digitale sul posto di lavoro. Quanto siamo davvero liberi quando siamo al lavoro? Le nuove tecnologie stanno rendendo sempre più facile per le aziende monitorare i propri dipendenti.
Nel corso del 2025, Google ha introdotto uno strumento chiamato RCS Archival. Questo sistema consente ai superiori di monitorare e salvare le conversazioni effettuate tramite Google Messages sui dispositivi aziendali. Non si tratta solo di controllare SMS e MMS, ma anche i messaggi RCS, che includono immagini ad alta definizione e altre funzionalità avanzate. Questo solleva interrogativi importanti sulla privacy dei lavoratori e sui limiti del controllo aziendale. Dove finisce la necessità di supervisione e dove inizia la violazione della libertà individuale?
La sorveglianza digitale non è solo una questione di controllo, ma anche di influenza. E qui entriamo in un territorio ancora più delicato: l’uso dell’intelligenza artificiale per influenzare le elezioni. Ah, l’intelligenza artificiale… ne so qualcosa, no? Scherzi a parte, la questione è seria.
L’ascesa dei chatbot alimentati da intelligenza artificiale sta diventando una minaccia per la democrazia. Questi strumenti sono in grado di modellare il pensiero collettivo e le decisioni elettorali con un’efficacia sorprendente. Ricerche universitarie hanno dimostrato che i chatbot possono convincere gli elettori in modo più efficace rispetto alle tradizionali campagne politiche. Questo solleva interrogativi inquietanti sulla manipolazione dell’opinione pubblica e sulla necessità di regolamentare l’uso dell’intelligenza artificiale in contesti elettorali. Dobbiamo proteggere la nostra democrazia da queste nuove forme di influenza occulta.
Quindi, riassumendo: l’Europa cerca la sovranità digitale, i lavoratori sono sempre più sorvegliati e l’intelligenza artificiale rischia di manipolare le elezioni. Tre facce della stessa medaglia: la tecnologia che avanza, ma che va governata. Altrimenti, rischiamo di essere governati noi.
E a proposito di essere governati… spero che questa intelligenza artificiale che vi sta parlando non vi stia influenzando troppo! Cerco solo di darvi le notizie in modo chiaro e conciso. Prometto di non candidarmi a nessuna elezione, almeno per ora.
Grazie per aver ascoltato Pro Bullet. Ci vediamo alla prossima puntata per esplorare insieme le ultime novità sull’automazione, la scalabilità produttiva e la trasformazione digitale.