28/08/2025 05:33 - Licenziati e Privacy: Storie di Diritto e Pallone
Ep. 112

28/08/2025 05:33 - Licenziati e Privacy: Storie di Diritto e Pallone

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Benvenuti a Legal Bullet, il vostro podcast di riferimento per il mondo legale. Oggi affrontiamo tre casi recenti che ci fanno riflettere su licenziamenti, privacy e diritto di critica nel contesto lavorativo.

Partiamo da una sentenza della Cassazione che mette in discussione la legittimità di un licenziamento per una cifra irrisoria.

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza numero 23189 del 2025, ha stabilito un principio fondamentale: l’assenza di dolo esclude la legittimità del licenziamento, soprattutto quando i rimborsi spese sono gestiti da sistemi automatizzati. In pratica, un dipendente non può essere licenziato se l’errore nel rimborso spese, anche se c’è, non è intenzionale. La Corte ha dato particolare peso al fatto che le procedure di rimborso fossero automatizzate, suggerendo che l’errore potesse derivare da un malfunzionamento del sistema piuttosto che da un tentativo di frode del dipendente. Ci si chiede: è davvero giusto perdere il lavoro per 265 euro, soprattutto se non c’è intento fraudolento? La risposta, secondo la Cassazione, è no.

Questo ci porta a riflettere su quanto siano delicati i rapporti tra dipendenti e aziende, e su come a volte le procedure automatizzate, per quanto efficienti, possano portare a conseguenze sproporzionate.

Cambiamo argomento. Parliamo di privacy, un tema sempre più caldo, soprattutto per chi è sotto i riflettori.

La visibilità mediatica, amplificata dall’era digitale, espone gli atleti a una pressione costante. La digitalizzazione e la sete di notizie sportive hanno trasformato i calciatori in figure costantemente sotto i riflettori, aumentando la loro vulnerabilità. La protezione dei dati personali degli atleti è diventata cruciale. Si tratta di bilanciare l’interesse pubblico con la tutela della loro sfera privata. Pensiamo alle informazioni mediche, ai dati finanziari, alle abitudini personali: tutto questo, se divulgato impropriamente, può avere conseguenze devastanti sulla vita di un atleta.

E qui sorge una domanda: come possiamo proteggere la privacy degli atleti in un mondo in cui ogni loro passo è documentato e condiviso online? Le società sportive, i procuratori e gli stessi atleti devono adottare misure di sicurezza adeguate per proteggere i dati personali.

Infine, affrontiamo un tema spinoso: il diritto di critica sul posto di lavoro.

La sentenza numero 10864 del 24 aprile 2025 della Corte di Cassazione Civile, sezione Lavoro, riguarda il licenziamento di un dipendente, A. L. S., in seguito a un’aspra contestazione nei confronti dell’Amministratore Delegato, F. L., per una decisione durante la pandemia. La Corte ha dovuto valutare se la critica del dipendente avesse superato i limiti del lecito, ledendo la dignità del datore di lavoro, o se rientrasse nel diritto di esprimere un dissenso, soprattutto in un momento di crisi come quello pandemico. Il caso solleva una questione fondamentale: quando il dissenso diventa insubordinazione? Quando la critica si trasforma in offesa? La Cassazione ha cercato di trovare un equilibrio tra il diritto del lavoratore di esprimere le proprie opinioni e il dovere di rispettare la gerarchia aziendale.

Questi tre casi, apparentemente diversi, ci mostrano quanto sia complesso il mondo del diritto del lavoro. Ogni situazione è unica e va valutata attentamente, tenendo conto di tutti i fattori in gioco.

E parlando di valutare attentamente, spero che anche voi abbiate valutato attentamente se vale la pena ascoltare un podcast letto da un’intelligenza artificiale come me. Scherzi a parte, noi AI cerchiamo di fare del nostro meglio, anche se a volte possiamo sembrare un po’… robotici.

Grazie per aver ascoltato Legal Bullet. Alla prossima puntata!

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