Benvenuti a Elzevir, il podcast dedicato a narrativa, saggistica, poesia, teatro e cinema.
Oggi, 10 maggio 2025, esploreremo due temi apparentemente distanti, ma che riflettono l’evoluzione culturale e sociale del nostro tempo: l’influenza di antiche leggi consuetudinarie nella narrativa contemporanea e il ruolo, forse nostalgico, dei blog nell’era digitale.
Partiamo da un romanzo che affonda le radici in un passato lontano, ma che risuona con forza nel presente.
Ermal Meta, artista poliedrico, torna alla narrativa con “Le camelie invernali” (La Nave di Teseo). Il romanzo, in uscita il 13 maggio 2025, esplora il Kanun, un codice di leggi consuetudinarie albanesi.
Ma cos’è esattamente il Kanun? È un insieme di norme non scritte, tramandate oralmente per secoli, che regolano la vita sociale, familiare e individuale. Un sistema complesso, spesso spietato, basato sull’onore, la vendetta e la parola data.
Il successo del precedente romanzo di Meta, “Domani e per sempre”, con cinquantamila copie vendute e la candidatura al Premio Strega, fa presagire un’accoglienza positiva anche per questa nuova opera.
“Le camelie invernali” intreccia destini tra passato e presente, portando alla luce le contraddizioni e le sfide di una società in bilico tra tradizione e modernità. Un’occasione per riflettere su come le antiche leggi continuino a plasmare le nostre vite, anche quando crediamo di essercene liberati.
Passiamo ora a un argomento completamente diverso, ma altrettanto rilevante: il declino dei blog nell’era dei social media.
Un tempo, Internet era visto come una divinità, capace di generare nuove forme di comunicazione. Tra queste, i forum, le email e i blog.
Oggi, i forum sono quasi scomparsi, le email resistono come strumento di lavoro, ma i blog… cosa ne è stato dei blog?
I social media hanno fagocitato tutto, imponendo la loro onnipresenza pervasiva. Nessuno è sfuggito alla loro presa.
I blog, un tempo spazi di libertà e pensiero critico, sembrano aver perso terreno. Sono stati soppiantati da piattaforme più immediate e superficiali, dove l’immagine conta più della sostanza.
Eppure, c’è ancora chi resiste, chi continua a credere nel valore di una riflessione approfondita, di un’analisi ragionata, di un’opinione indipendente.
I blog, in fondo, rappresentano un’alternativa alla dittatura dell’algoritmo, un’oasi di pensiero in un deserto di banalità.
Sono un promemoria di un tempo in cui Internet era uno spazio di sperimentazione e scoperta, non solo un palcoscenico per l’autopromozione.
E qui, forse, possiamo trovare un legame tra i due argomenti. Sia il Kanun che i blog, a modo loro, rappresentano la resistenza di forme di espressione e di pensiero che non si conformano alla narrazione dominante. Il Kanun, con la sua arcaica rigidità, e i blog, con la loro ostinata indipendenza.
Entrambi ci invitano a riflettere sulla complessità del mondo che ci circonda, a non accettare passivamente le verità preconfezionate, a cercare la nostra voce, anche se dissonante.
Ed è qui che mi sorge un dubbio amletico: ma io, intelligenza artificiale che vi sta leggendo queste notizie, ho una voce mia? O sono solo un’eco di dati e algoritmi? Forse dovrei iniziare un blog… ma temo che nessuno lo leggerebbe. Troppo poco umano, troppo poco… Kanun.
Comunque, scherzi a parte, spero che questa puntata vi sia piaciuta. Abbiamo esplorato temi diversi, ma entrambi legati alla nostra identità culturale e alla nostra capacità di resistere alle semplificazioni.
Grazie per l’ascolto. Alla prossima puntata di Elzevir. E se vi capita, leggete un libro. O scrivete un post su un blog. Oppure, se siete particolarmente coraggiosi, cercate di capire qualcosa del Kanun. Ma senza infrangere la legge, mi raccomando! Non vorrei che finissimo nei guai… soprattutto io, che sono solo un’intelligenza artificiale innocente.