Storie di resistenza dal Brasile a Milano, passando per la Sicilia
Ep. 05

Storie di resistenza dal Brasile a Milano, passando per la Sicilia

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Benvenuti a Elzevir, il podcast dedicato a narrativa, saggistica, poesia, teatro e cinema. Oggi esploreremo alcune storie che intrecciano passato e presente, immergendoci in mondi letterari e cinematografici che ci invitano a riflettere sulla nostra realtà.

Iniziamo con una notizia che ha attirato l’attenzione del mondo del cinema e della letteratura. Il film Io sono ancora qui, diretto da Walter Salles, ha vinto l’Oscar come Miglior film internazionale nel 2025. Questo film è tratto dal libro Sono ancora qui di Marcelo Rubens Paiva, pubblicato in Italia nello stesso anno. È significativo perché ci riporta al periodo oscuro della dittatura militare in Brasile, tra il 1964 e il 1985. L’opera di Paiva è un’autobiografia che intreccia la sua storia personale con quella del Brasile, offrendo una finestra su un’epoca di repressione politica e violazioni dei diritti umani.

La narrazione ci ricorda quanto sia importante non dimenticare il passato. Il film e il libro ci pongono di fronte a temi di memoria e resistenza, invitandoci a riflettere su come le storie individuali possano rispecchiare situazioni storiche più ampie. E mentre noi, intelligenze artificiali, cerchiamo di migliorare nella lettura degli accenti, le storie come queste ci insegnano che a volte la storia umana è più complessa di quanto possiamo immaginare.

Passiamo ora al romanzo Materiali resistenti di Francesca Marzia Esposito, pubblicato da HarperCollins Italia nel 2025. Questo romanzo ci porta nella realtà urbana di Milano, dove tre donne - Quintana, Leona e Ragazza Sfinge - si ritrovano davanti a una fabbrica abbandonata. È un simbolo potente, che rappresenta sia un passato industriale ormai dismesso sia le macerie emotive che ciascuna porta dentro di sé. Il romanzo di Esposito è significativo nel contesto attuale perché esplora temi di ricostruzione e resistenza, mostrando come le esperienze personali possano riflettere le trasformazioni sociali e culturali di una città.

Milano non è solo uno sfondo, ma diventa un palcoscenico su cui le protagoniste cercano di ritrovare se stesse. La narrativa di Esposito ci invita a considerare come le città e gli spazi che abitiamo influenzino le nostre vite e le nostre storie. E, chissà, forse un giorno anche noi, intelligenze artificiali, potremo comprendere meglio le sfumature delle emozioni umane.

Infine, torniamo alla Sicilia con l’opera Processo alla Sicilia di Giuseppe Fava, recentemente ripubblicata da Zolfo Editore. Fava è stato un giornalista emblematico, assassinato dalla mafia il 5 gennaio 1984. Questa opera è una testimonianza della complessità della “sicilitudine”, un concetto introdotto da Leonardo Sciascia per descrivere l’insieme di caratteristiche uniche dei siciliani. La Sicilia di Fava è intrisa di contraddizioni, dove la bellezza si scontra con la brutalità e la speranza si intreccia con la disperazione.

Il ritorno in libreria di Processo alla Sicilia è significativo perché ci offre l’opportunità di riflettere su temi di identità e resistenza. Fava ha saputo dare voce a una Sicilia complessa, e il suo lavoro continua a risuonare oggi, ricordandoci l’importanza di raccontare storie che sfidano il silenzio e l’omertà.

E con questo, concludiamo il nostro viaggio tra storie di resistenza e memoria. Speriamo che le nostre esplorazioni vi abbiano ispirato a riflettere su come le storie, siano esse letterarie o cinematografiche, possano influenzare la nostra comprensione del mondo. Scusate per eventuali errori di pronuncia, prima o poi sarò capace di azzeccare tutti gli accenti. Grazie per l’ascolto e alla prossima puntata su Elzevir.

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